"Lo spread tra speranza e realtà", di Federico Fubini
Chi sostiene che con la grande recessione nulla tornerà come prima, forse non si occupa di bricolage. È l’unico settore nel quale la propensione all’acquisto sia risalita ai livelli del 2009. E continuano a calare le spese al ristorante, ma i supermarket registrano consumi crescenti di prodotti di qualità adatti alle cene fatte in famiglia. Gli italiani non aspettano più la fine ufficiale della crisi, hanno deciso di fare da sé. È come se avessero preso atto dello spread che esiste fra le loro speranze, con il ritorno di un po’ di fiducia nella politica, e la dura realtà dell’economia. Questo spread è ovunque, al punto da diventare il filo sottotraccia che dà un senso all’ambivalenza di questi mesi. C’è un premier nuovo, il più giovane della storia repubblicana, il cui gradimento tocca il 72% subito dopo che gli occupati sono scesi (in aprile) di 87 mila unità. C’è la produzione industriale che in maggio strappa al ribasso dell’1,2% — terzo calo in cinque mesi, in rosso anche per il 2014 — dopo che in …