Mese: Luglio 2014

"L’Italia di oggi: meno violenza e più corruzione", di Carlo Buttaroni

Negli ultimi vent’anni sono progressivamente diminuiti i delitti violenti e quei reati che rappresentano i principali indicatori di sicurezza di una società (omicidi, rapine, estorsioni, sequestri e prevalentemente furti). Sono aumentati, invece, quelli che più frequentemente vedono protagonisti i «colletti bianchi», quelle persone, cioè, che (realmente o apparentemente) ricoprono un elevato grado sociale. Tra il 1985 e il 1989 le truffe denunciate sono state, mediamente, 61mila l’anno, mentre tra il 2005 e il 2009 sono salite a quota 249mila. I reati di pecula- to, corruzione, concussione, per i quali l’autorità giudiziaria ha avviato l’azione penale, nello stesso periodo sono passati da 9mila (1985-1989) a 21mila (2005-2009) e i reati d’ingiuria e diffamazione da 24mila a 60mila l’anno. Negli ultimi trent’anni sono aumentati esponenzialmente anche tutti quei comportamenti bordeline, che spesso non rientrano nella casistica dei reati, ma sono iscrivibili al degrado civile (vandalismo, incuria, sporcizia, schiamazzi, ecc.) che contribuiscono a disegnare il paesaggio urbano e sono diventati il principale affluente della percezione d’insicurezza dei cittadini. Anche se le statistiche sui reati non rispecchiano fedelmente ciò …

"Un Paese lasciato in retromarcia", di Carlo Carboni

Con l’avvento della crisi, le lancette dell’orologio si sono fermate per l’economia e la società italiana. Anzi, redditi e consumi si sono rincorsi all’indietro, come i ricordi, fino ai primi anni del nuovo secolo. L’occupazione giovanile, a dispetto dei progressi tecnologici, ha conosciuto una spettacolare disfatta ed è tornata in retromarcia a livelli peggiori anche di trent’anni fa, come se il passato si fosse mangiato presente e futuro. Anche se ricordiamo con angoscia le terribili follie del 2011, con il Paese sulla graticola dei mercati finanziari, la caduta delle quantità economiche non spiega del tutto la grave battuta d’arresto del paese. Abbiamo attraversato una delle crisi politiche e morali peggiori conosciute in età repubblicana. È mancata una guida, una bussola e il policentrismo è riemerso, accentuando diversità e distanze socioeconomiche tra i localismi urbani. Nel microcosmo italiano, tra ritardi ed eccellenze, è sempre difficile fare un ragionamento d’assieme, ma in questo periodo buio almeno gli indicatori parlano chiaro. Ad esempio, la dinamica negativa di occupazione e consumi riguarda in maniera più marcata l’Italia ricca di …

"Se l’Europa va in ordine sparso ", di Rocco Cangelosi

Ci risiamo. Con la crisi israelo-palestinese si sta per riprodurre la stessa situazione che si era verificata al momento della crisi jugoslava degli anni Novanta, con la costituzione di un gruppo di contatto formato da Stati Uniti, Russia, Francia, Germania, Gran Bretagna, al quale l’Italia disperatamente cercò, senza successo, di essere ammessa. Alla riunione che si svolge nelle prossime ore a Vienna, non partecipa la Russia formalmente ostracizzata per evidenti ragioni collegate alla crisi ucraina. Ma non si comprende perché l’Italia sia stata anche in questo caso estromessa, tanto più che in questo momento detiene la presidenza dell’Unione europea. Anche se formalmente si tratta di un incontro a margine per il problema nucleare iraniano, sorprende che nessuna reazione sia venuta da parte del governo italiano, né da parte dell’Unione europea, che sembra rassegnarsi al ruolo marginale e sussidiario di ufficiale pagatore, al quale sarà chiamata allorquando si tratterà di mettere sul tavolo proposte di aiuto economico. Matteo Renzi e Federica Mogherini hanno sollecitato l’iscrizione nell’agenda del Consiglio Europeo di mercoledì prossimo della situazione israelo-palestinese e …

"Andate e ritorno della crisi economica", di Mario Pirani

Nelle ultime settimane le cose sembravano aggiustarsi e la crisi dava segni di remissione. Poi, quasi all’improvviso, l’andamento congiunturale si è rovesciato. Il possibile crac di una piccola banca portoghese, l’Espirito Santo, ha diffuso nelle banche e nelle borse il timore di una nuova scossa tellurica. Contemporaneamente la caduta subitanea della produzione in Italia e Francia ha riproposto la sfiducia in una ripresa dell’economia reale. Eppure la paura di una nuova eurocrisi non è per ora esplosa. Seguita invece a stupire per contro il grado di resilienza (e cioè la capacità di far fronte in modo positivo ad eventi traumatici) dell’Unione europea. Lo abbiamo toccato in questi giorni in Italia e in Portogallo. Anche con le elezioni il movimento anti euro è rimasto nell’ambito di un fuoco di paglia e le stesse elezioni europee — malgrado l’astensionismo e la forza dimostrata da alcuni movimenti populisti — non hanno visto nessuno sfondamento significativo della compagine europeista. Eppure è chiaro che tutti i pericoli seguitano a bruciare sotto la cenere. L’economista Lawrence Ball della Harvard University ha …

"Se la salute non è per tutti fa scendere il Pil", di Pietro Greco

La speranza di vita differisce di molto in Europa. Eppure le «health iniquities» ci costano 233 miliardi: la crescita economica passaanche da qui, stare benegenera ricchezza Un bambino che nasce oggi in Malawi, sostiene l’Organizzazione Mondiale di Sanità (Oms), ha un’aspettativa di vita di 47 anni. Un bambino che nasce oggi in Italia ha un aspettativa di vita di quasi 83 anni. Una differnza di 26 anni. In Ciad 200 neonati su 1.000 muoiono prima di raggiungere i 5 anni di vita. Nell’Unione Europea la mortalità entro i primi 5 anni di vita è di 13 su 1.000: quindici volte meno che nel Paese africano. Non c’è dubbio: le differenze di salute tra l’Europa e le aree più povere del mondo sono enormi. Tuttavia le «health inequalities», le disuguaglianza di salute, esistono anche nel Vecchio Continente. E sono piuttosto marcate. La vita media in Romania è di 74 anni, in Ucraina di 71, in Russia, di 69 anni: rispettivamente 9, 12 e 14 in meno che in Italia (o in Svizzera o in Spagna). È …

"Il richiamo di Napolitano e l’inesistente politica estera europea", di Paolo Soldini

Martedì il Parlamento europeo dovrebbe apporvare la nomina di Jean-Claude Juncher alla guida della Commissione europea, mercoledì, a Bruxelles, i capi di Stato e di governo dell’Unione dovrebbero nominare il successore di Herman Van Rompuy alla presidenza del Consiglio Europeo e quello, o quella, di Catherine Ashton nell’incarico di Alto Rappresentante per la politica estera e della sicurezza. Forse verrà anche qualche indicazione sulla figura del futuro presidente dell’Eurogruppo. In due giorni il nuovo assetto dei vertici istituzionali europei sarà definito. Il cambio della guardia avviene durante il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione, il che consegna al governo di Roma una responsabilità politica di qualche spessore. Questo è il calendario e qui si fermano le certezze sul futuro dell’Europa, anche su quello più vicino. Dei mutamenti possibili, necessari, opportuni o auspicati, della strategia economica dell’Unione si è parlato abbondantemente nelle ultime settimane e negli ultimi giorni ed è chiaro a tutti che questo sarà il terreno di uno scontro di cui si delineano già forme e contenuti. L’altra dimensione dell’Europa, invece, quella della …

"Ue, pressing socialista per Moscovici all’Economia Mogherini, via libera", di Alberto D'Argenio

Vertice dei leader del Pse. Renzi: “È andata molto bene” Consiglio europeo, braccio di ferro tra liberali e popolari «È andata molto bene». A fine giornata Matteo Renzi è soddisfatto. Dopo la teleconferenza con i leader del Pse – seguita al giro di telefonate di venerdì – a Palazzo Chigi c’è una ragionevole certezza che Federica Mogherini diventerà Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea. Già, perché la strategia messa a punto ieri da Renzi, Hollande e dagli altri leader socialisti è quella di prendere proprio il ministro degli Esteri, e su quella poltrona tutti concordano che l’Italia ha la prima scelta, e il commissario europeo agli Affari economici, posto chiave per ammorbidire le politiche di austerity per il quale è in pole il francese Moscovici con il pieno sostegno di Roma. Dunque la Mogherini, con il sostegno del Pse e con le garanzie informali da parte dei popolari di Angela Merkel e Mariano Rajoy di non mettersi di traverso. E a far aumentare l’ottimismo italiano c’è una frase del prossimo presidente della Commissione, …