"E Terracini non voleva Palazzo Madama", di Guido Crainz
“LE REGIONI e i Comuni eleggeranno la seconda Camera”: è un titolo dell’ Unità del 17 ottobre del 1946 e dà conto dei lavori della Assemblea Costituente. CITA, più esattamente, un ordine del giorno approvato dalla seconda sottocommissione con l’astensione di comunisti e socialisti: prevede che il Senato sia eletto per un terzo dalle Regioni e per due terzi dai Comuni. Nello stesso numero del giornale un autorevole costituzionalista come Vezio Crisafulli critica appunto “la struttura della seconda Camera”(questo il titolo dell’articolo), vi vede un contrappeso conservatore. Solo curiosità d’epoca, naturalmente, ma ben al di là di esse il clima generale del dibattito di allora andrebbe ricordato a quanti urlano di “Costituzione stracciata” o minacciano di abbandonare il Parlamento (per la verità lo aveva già fatto Silvio Berlusconi l’autunno scorso, e sappiamo come è andata a finire). Quel clima andrebbe ricordato soprattutto perché spiega bene le ragioni per cui si affermò allora il bicameralismo perfetto: è sufficiente rileggere il discorso con cui De Gasperi inaugurò a Roma nel maggio del 1946 la campagna elettorale della …