IL GOVERNO cammina su una lastra di ghiaccio sottile, come dimostra la giornata di ieri al Senato. È un incedere difficile e il terreno rischia di diventare sempre più fragile se perde la spinta iniziale, cioè la fiducia. Il governo si regge su una strana impalcatura che combina due spinte diverse: la fiducia, appunto, ma anche la disperazione. L’apertura di credito arrivata aveva, al fondo, tanto la speranza che potesse portare il Paese fuori dalla crisi quanto la disperazione per il presente IL nostro Paese ribolle di frustrazione e aspetta un segnale: in positivo, dal governo, per scrollarsi di dosso apatia e rassegnazione, e rimettersi in moto; ma anche in negativo, da qualcuno o qualcosa che accenda la miccia dell’esasperazione sociale. Se la speranza scolora in illusione, allora monta la rabbia. Le precondizioni per lo scatenarsi di un movimento sociale in forme anche aggressive ci sono tutte. A incominciare, ovviamente, dall’economia, ma non solo. Sul terreno economico gli allarmi sulla mancata ripresa lanciati dalle associazioni imprenditoriali e sindacali, dagli osservatori economici italiani e internazionali, ed …