"L’agenda del Colle", di Caludio Tito
Sicuramente nel rapporto che si è instaurato tra Giorgio Napolitano e Matteo Renzi prende forma un elemento preminente: la cooperazione. Negli obiettivi e — se così si può dire — nel timing. Nei tempi in cui le cose possono o debbono accadere . MA NELL’INTERVENTO svolto ieri dal presidente della Repubblica a sostegno del percorso riformatore individuato dal governo e da una larga maggioranza parlamentare, c’è anche qualcosa di più. L’idea che la stabilità e la credibilità dell’intero sistema politico siano appese proprio al risultato che il Senato produrrà in queste settimane sul disegno di legge costituzionale. Il suo secondo mandato presidenziale, del resto, trova fondamento proprio su questa esigenza. Sulla necessità di offrire al Paese un nuovo impianto istituzionale e una nuova legge elettorale in grado di dare solidità a un sistema che è andato via via sbullonandosi e impoverendosi. Dopo diversi tentativi questa si presenta allora agli occhi degli italiani — e del Quirinale — come l’ultima chance. Del resto, la “staffetta” di febbraio scorso tra Enrico Letta e Matteo Renzi in una …