cultura, politica italiana

"Il governo scommette su Pompei: «Entro il 2015 finiti i lavori nel sito»", di Guido Ruotolo

105 milioni: sono le risorse stanziate per il progetto; per i lavori conclusi è stato speso circa 1 milione e mezzo. Ogni 4 mesi verifica degli interventi Turni anche la notte in caso di ritardi

Raggiante il ministro dei Beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, dopo aver firmato il Piano d’azione per il Grande Progetto Pompei: «Finalmente, dopo 4 mesi di lavoro abbiamo ridefinito l’accordo e stabilito un cronoprogramma preciso di interventi. Abbiamo messo mano alla legislazione, formato una nuova squadra ricca di professionalità, e ci lasciamo alle spalle decenni di ritardi e pasticci».
Un piano massiccio di interventi finanziati dall’Europa, maturato all’indomani dei crolli nell’area archeologica che hanno creato sgomento e stupore nell’opinione pubblica internazionale: 105 milioni di euro, è il totale delle risorse programmate. Il Grande Progetto Pompei ha conosciuto i suoi primi passi nell’aprile del 2012; se si rispetterà la scadenza della fine del 2015, saranno passati 3 anni e 8 mesi in tutto.
Franceschini ha definito «Pompei una grande sfida per il Paese». Prima di lui il comL’incontro di ieri fra il governo e il commissario Ue a Pompei missario Ue per la politica regionale, Johannes Hahn, era stato chiaro: «Ciò che non sarà stato impiegato entro il 31 dicembre del 2015 andrà irrimediabilmente perso, ma per il futuro altri fondi potranno essere stanziati per Pompei».
In questi mesi c’è stato anche chi tifava contro, soddisfatto che i lavori finanziati dalla Commissione Europea non decollassero. E le assemblee dei custodi che a fine giugno hanno costretto centinaia di turisti ad aspettare sotto il sole per ore, prima di poter entrare.
«Pompei davvero è uno dei siti archeologici più emozionanti al mondo. E’ bellissimo – commenta Franceschini – ma conquista sempre le prime pagine dei media del mondo per qualche insignificante crollo o per un’assemblea convocata per impedire l’ingresso a migliaia di turisti innamorati della storia e della bellezza di Pompei».
Ma in conferenza stampa, il sottosegretario Graziano Delrio e il ministro Franceschini hanno preso le distanze dal passato. Delrio: «Accettiamo la sfida a recuperare i ritardi, che ci sono stati, non lo neghiamo». I ritardi: «Progetti conclusi, spesa di 1.548.543 euro; progetti in corso, 24.941.737. Progetti con gare in corso, 25.565.506 euro».
La scommessa del governo è completare i lavori e gli interventi programmati entro la fine del 2015, Insomma, in 18 mesi. Si tratta dei Piani della conoscenza, della fruizione, della comunicazione, della sicurezza, della capacity building, per un totale di 20 milioni. Poi c’è la messa in sicurezza di tutta l’area archeologica dal rischio idrogeologico. Previsto anche un rafforzamento delle commissioni delle gare, con l’integrazione del numero delle commissioni di gara e l’intensificazione deí relativi programmi di lavoro per accelerare al massimo f tempi di affidamento dei lavori.
Se sarà necessario, avverte il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri, «si lavorerà anche di notte e nei festivi». E, annuncia il commissario Ue, Hahn, «ogni 4 mesi si verificherà lo stato di avanzamento dei lavori».

da La Stampa

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“La Ue «commissaria» Pompei”, di Francesco Prisco
Beni culturali. Ieri la firma del Piano d’azione Rigido cronoprogramma, verifiche periodiche sulla spesa. Franceschini: l’Italia si gioca la faccia Delrio: lavori anche di notte

Guai a utilizzare il termine nei corridoi del Mibact, ma per il Grande progetto Pompei si profila una sorta di commissariamento da Bruxelles. Il piano d’azione sottoscritto ieri mattina nell’auditorium degli scavi dal commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e dal governatore campano Stefano Caldoro inchioda l’Italia a un rigido cronoprogramma per la spesa dei io5 milioni cofinanziati dall’Ue entro il termine di dicembre 2015.
Ogni quattro mesi avrà luogo un monitoraggio per «sorvegliare l’attuazione nei tempi stabiliti» e «individuare tempestivamente eventuali criticità da rimuovere». Dunque a scadenze prestabilite «verificheremo ha detto Hahn gli stati di avanzamento e li pubblicheremo, per creare una pressione sociale su questo percorso. Ciò che non è stato impiegato del finanziamento andrà perso». Chi tra Roma e Pompei confidava in una proroga sarà rimasto deluso. Ma non troppo: «Pompei ha aggiunto il commissario europeo avrà accesso anche ai fondi della prossima programmazione Ue».
Hahn ha annunciato che, a prescindere dal nuovo mandato che a Bruxelles gli sarà affidato per il prossimo quinquennio, chiederà al presidente della Commissione Jean-Claude Junker di continuare a occuparsi dell’area archeologica vesuviana. Come garanzia di continuità.
Nello staff del dg Giovanni Nistri dovevano contarci, considerando che nella tabella degli interventi da progettare già si conteggiano quattro milioni non ancora stanziati che serviranno al completamento della messa in sicurezza delle regiones. Il piano d’azione parte da una fotografia dell’esistente: da aprile 2012 a oggi a Pompei i progetti conclusi valgono appena 1,5 milioni, quelli in corso 24,9 milioni, mentre le gare in fieri hanno una consistenza di 25,5 milioni.
«Il ritardo c’è stato, ha ammesso Delrio non lo neghiamo» ma «recupereremo e lo faremo in piena trasparenza». Per fine anno, anche in virtù dei poteri conferiti a Nistri dal decreto Art Bonus, il valore dei progetti conclusi dovrà salire così a 2,3 milioni.
Balzo vertiginoso ad aprile dell’anno prossimo, con lavori chiusi per 13,7 milioni fino a centrare l’obiettivo dell’intera posta del Grande progetto spesa a dicembre 2o15. Possibile? «In Italia – ha detto Delrio – per realizzare un’opera pubblica del valore di 50 milioni servono in media nove anni», sotto il Vesuvio ci vorrà discontinuità: «Se sarà necessario ha aggiunto il sottosegretario terremo aperti i cantieri anche di notte e nei giorni festivi».
L’arsenale del piano d’azione per velocizzare la spesapassa per il rafforzamento delle commissioni di gara, la responsabilizzazione dei responsabili unici di procedimento, il rafforzamento delle professionalità dedicate alla fase di esecuzione, il potenziamento della soprintendenza (anche attraverso i 63 addetti a tempo determinato ancora da assumere), l’implementazione tecnico progettuale.
Siva insommaverso gare integrate: non c’è più tempo per passare attraverso commissioni d’assegnazione di progetti preliminari e successivi passaggi per gli esecutivi, com’è stato fatto finora. Prevista anche la negoziabilità delle condizioni contrattuali.
I ribassi d’asta, a quanto ha spiegato Franceschini, dovrebbero consentire di recuperare risorse da appostare su almeno dieci nuovi progetti non inclusi nei 39 della lista originaria.
«La sfida di Pompei ha detto il ministro è la sfida del Paese, è la sfida dell’Europa. Vincerla significa dimostrare che l’Italia vuole investire sul suo patrimonio culturale». Questione decisiva dal momento che «ogni nazione deve individuare la sua vocazione e investire sulle proprie migliori risorse». Il governatore Caldoro ha in ultimo sollecitato il governo affinché resti massima «l’attenzione alla governance comune sul Grande progetto anche per l’extramoenia, guardando all’attrattivita che questo territorio deve garantire».

LA PAROLA CHIAVE
Rup
Il responsabile unico del procedimento (Rup), introdotto dalla Legge 241/90, è una figura chiave nella progettazione e realizzazione di opere di architettura o ingegneria civile. Svolge tutti i compiti relativi alle
procedure di affidamento e alla vigilanza sulla corretta esecuzione dei contratti. Il piano del Grande progetto Pompei rende i rup pienamente responsabilizzati su tempi e scelte

da Il Sole 24 Ore