È per trovare una soluzione a quell’appalto di Expo su cui si era allungata l’ombra della corruzione che, in fondo, è stato scritto il decreto del governo che ha affidato a Raffaele Cantone il compito di vigilare su tutte le gare future. E quel nuovo potere. Che, adesso, per la prima volta è stato utilizzato. Perché, con l’ultima firma ufficiale del prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, dopo più di due mesi dagli arresti dell’inchiesta sulla cosiddetta “cupola degli appalti” di Expo e della sanità lombarda, i lavori dell’impresa Maltauro finiti nella bufera sono stati commissariati. E, d’ora, in poi, i cantieri da 55 milioni per costruire tutte le strutture di servizio — dai bar agli spazi comuni — del sito espositivo finiranno sotto la “tutela” di un amministratore straordinario esterno.
È una storia tormentata, quella dell’appalto delle architetture di servizio di Expo. Una commessa che, secondo la procura di Milano, sarebbe stata “pilotata”. Con questa accusa l’ex amministratore delegato della Maltauro, Enrico Maltauro, era stato arrestato lo scorso 8 maggio. Cosa fare? È stato un decreto del governo a disegnare la strada. E un potere in più per il presidente dell’Autorità anticorruzione: commissariare gli appalti compromessi da macchie e accuse. Una doppia misura, a seconda della gravità della situazione: o sostituire i manager corrotti, o mettere sotto amministrazione controllata i cantieri. È quest’ultima soluzione «più grave» che ha scelto Cantone. Perché l’appalto entrato nelle carte dell’inchiesta milanese, ha scritto, «può affermarsi con assoluta certezza» che «è stato vinto grazie a una attività illecita». Una decisione confermata dal prefetto che ha nominato anche chi sarà il nuovo amministratore dei lavori: si chiama Armando Brandolese ed è un docente emerito del Politecnico di Milano. Sarà la nuova figura di garanzia che seguirà gli operai e le ruspe della Maltauro, facendo anche in modo che la società non tragga profitto economico dalla commessa.
In realtà, nei giorni scorsi la vicenda si è ulteriormente complicata. Il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso della ditta che si è classificata seconda in quella gara, annullando l’affidamento. Per i giudici amministrativi, Expo avrebbe dovuto stracciare il contratto, cacciando Maltauro. Ma, ieri, il consiglio di amministrazione di Expo spa ha deciso di fare a sua volta ricorso al Consiglio di Stato. E il prefetto ha chiuso il cerchio. Tra i motivi non solo il fatto che impresa fosse «oggetto di particolare attenzione della prefettura dal 2013», ma «la permanenza negli asset societari» di Maltauro «delle medesime figure legate a Enrico Maltauro», e «la gravità del “modus operandi”» della società che ha «dimostrato, nel tempo, di adattarsi a pressioni criminali pur di acquisire commesse».
da La Repubblica