"Riforme e pregiudizio", di Massimo Adinolfi
Premessa per intendere in maniera pacata i fatti odierni. L’immunità parlamentare sta nella Costituzione italiana dal 1948. Non basta, si potrebbe tornare ancora più indietro: all’epoca medievale, per esempio, e alle prerogative riservate ai membri dei parlamenti in ragione della loro alta funzione. Non c’era ancora la democrazia, non c’era ancora il suffragio universale, non c’era ancora il costituzionalismo, e però si poneva comunque il problema di come tutelare i componenti delle assemblee elettive. Questa tutela si chiamava allora e si chiamerà in seguito – udite udite – «privilegio parlamentare», e si chiamava così, in assenza di grillini agguerriti che elevassero sdegnati la loro protesta. Ma ora i grillini ci sono, e si sdegnano e co- me: se uno vale uno, come recita il loro finto iperdemocraticismo – finto perché trova un’applicazione piuttosto altalenante, a se- conda delle circostanze -, qualunque privilegio è inammissibile. Lo dice (lo direbbe) la parola stessa. E invece la parola racconta la lunga storia con cui le istituzioni parlamentari si sono fatte largo contro la prevaricazione di altri poteri, conquistando …