"Renzi entra in Europa con realismo pensando alle riforme in Italia", di Stefano Folli
Nessuna sfida a Berlino e pochi slogan. Invece un piano per le riforme come chiede l’Unione. Un presidente del Consiglio in versione realista e pragmatica ha in sostanza inaugurato il semestre di presidenza dell’Unione davanti al Parlamento. Lo ha fatto in un giorno sfortunato, poco prima dell’eliminazione della squadra italiana in Brasile, con un discorso in cui non c’era traccia della spavalderia che di solito egli riserva ai messaggi via “Twitter” o agli interventi televisivi. Renzi stavolta ha parlato da presidente dell’Unione più che da politico italiano. Per cui nessun accenno alla revisione dei Trattati, uno dei cavalli di battaglia mediatici della vigilia. E nemmeno sollecitazioni esplicite ad attenuare il patto di stabilità. Un discorso concreto e abile, sotto questo aspetto. Una parola di troppo e il premier avrebbe corso il rischio di indispettire qualcuno in Europa. Ovviamente in primo luogo Angela Merkel. Ieri mattina i giornali davano giustamente parecchio risalto alle cosiddette “aperture” della Cancelliera sulle politiche economiche. Sembrava quasi che si trattasse di una vittoria lampo del nostro Renzi, prima ancora di cominciare …