Consegnato al sottosegretario all’Istruzione il documento “La scuola prima di tutto”
I problemi della scuola, causati da tagli alle risorse e restrizioni del personale, sono aggravati a Modena dalle conseguenze del sisma e dell’alluvione, ma anche dalle carenze di organico: la denuncia di una situazione che mette a rischio la qualità del nostro sistema scolastico è contenuta in un documento – a firma Lucia Bursi, Filippo Molinari e Cristina Ceretti – che il Pd modenese ha consegnato, venerdì scorso, al sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi.
Erano oltre duecento gli amministratori che, nel pomeriggio di venerdì 27 giugno, hanno partecipato a Modena all’incontro, organizzato dal Pd regionale, con il sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi sui temi dell’edilizia scolastica. Nell’occasione, il Pd modenese ha consegnato al sottosegretario un documento incentrato non solo sull’edilizia scolastica, ma, più in generale, sul diritto alla scuola dal titolo “La scuola prima di tutto”, a firma del segretario provinciale Pd Lucia Bursi, del responsabile Enti locali del Pd provinciale Filippo Molinari e dell’assessore provinciale all’Istruzione Cristina Ceretti. Nel documento, dopo aver ricordato il grado di eccellenza raggiunto dall’organizzazione scolastica nel modenese, si elencano gli attuali problemi legati, come nel resto del Paese, al continuo taglio delle risorse e alle normative sempre più restrittive sul personale della Pubblica amministrazione, ma ulteriormente aggravate, nelle nostre zone, dal susseguirsi del sisma 2012, dell’alluvione del gennaio scorso, e di ben due trombe d’aria. Una situazione del tutto peculiare che richiede risposte adeguate da parte dell’Esecutivo: “Siamo in piena sintonia con la scelta del Governo Renzi di affrontare con decisione e tempestività il tema dell’edilizia scolastica – scrivono Lucia Bursi, Filippo Molinari e Cristina Ceretti – Siamo altresì convinti che unitamente ad un’azione forte in tema di edilizia scolastica, ci sia bisogno anche di operare sul curriculum del cittadino attivo, promuovendo un nuovo protagonismo degli studenti, la parità di genere, una didattica innovativa e interattiva, flessibile, centrata sul metodo cooperativo, laboratoriale, attenta al plurilinguismo e ai nuovi linguaggi, aperta al territorio, con nuove modalità di organizzazione dei tempi, degli spazi, dei gruppi, il che, a qualsiasi età, risulta impossibile senza una pluralità di presenze docenti”. Una scuola con le caratteristiche di eccellenza descritte nel documento necessita, per poter essere concretamente attuata, di personale (docente, non docente e Ata) e, invece, proprio in questi giorni, le denunce di genitori, presidi e amministratori evidenziano, ancora una volta, gravi carenze di organico che rischiano di mettere a rischio un modello educativo ed organizzativo che va invece attentamente salvaguardato. “Il nostro territorio – concludono Lucia Bursi, Filippo Molinari e Cristina Ceretti – rischia quindi, di vedersi penalizzato e di dover rivedere i propri parametri quali-quantitativi sul sistema scolastico integrato, pur avendo già compiuto un’efficace sinergia fra Enti locali, ufficio scolastico provinciale, scuola e famiglie”.