Giorno: 27 Giugno 2014

"Dall'asilo all'università, scuola vuol dire sfiducia", di Raffaello Masci

I numeri del Censis raccontano la delusione degli italiani. Meno iscritti e più abbandoni: e aumentano i ricorsi al Tar La scuola ha deluso. Mettiamola così: è sempre il veicolo principale del sapere, è sempre quel percorso da cui non si può prescindere. Ma la promessa che si sintetizzava nello slogan «più studi, più lavori (e più guadagni)» non è più credibile. Almeno per i ragazzi italiani degli anni della crisi: ci si iscrive di meno alle superiori, si abbandona più facilmente e si diserta l’università ogni giorno di più. È la fuga dall’istruzione quella su cui fa un focus il Censis in una ricerca presentata ieri? Forse no. È presto per dirlo. Ma è certo che «aumenta la sfiducia nella scuola come strumento di mobilità sociale», come annuncia il centro studi presieduto da Giuseppe De Rita. Non si crede più, in sostanza, che studiando si possa migliorare la propria condizione sociale ed economica. E i numeri assecondano questa sensazione, tant’è che se si osserva la generazione dei ventenni di oggi che hanno una occupazione, …

"Dalla verità su Ustica nasca una nuova politica estera", di Daria Bonfietti *

Nel XXXIV anniversario della strage di Ustica il nostro pensiero deve andare ainnanzitutto alle 81 vittime innocenti e nello stesso tempo affermare con determinazione che c’è ancora bisogno di verità. C’è bisogno di scrivere l’ultima pagina, la definitiva.
Per questo sento di rivolgermi direttamente al presidente del Consiglio perché l’impegno per la verità su Ustica diventi un tema dominante della politica estera e perché proprio nel semestre di presidenza Italiana, che sta per cominciare, l’Europa, nel suo complesso e nelle sue istituzioni, comprenda che il confine italiano è il confine dell’intera comunità e che quindi, quella notte, sono stati lesi i diritti di tutti i cittadini europei. Ustica è la storia di una verità immediatamente comprensibile già dai tracciati radar di Ciampino e dalle telefonate nei siti militari di quella stessa notte, ma fatta scomparire, inabissata come il relitto, sottratta, prima con la grande menzogna di un cedimento strutturale in un cielo che si afferma completamento sgombro, poi con una vergognosa catena di falsità, soppressione di prove, depistaggi, false informazioni, occultamenti e distruzioni di documenti. Dopo …

"Il rapporto di Federculture. In cultura si spende sempre di meno", di Antonello Cherchi

Resistere per andare avanti. È la parola d’ordine che Roberto Grossi ha lanciato ieri a Roma nel corso della presentazione del 10° rapporto di Federculture, l’associazione delle aziende pubbliche culturali di cui è presidente. Stiamo vivendo un periodo di «nuove passioni, ma anche di grande incertezza», un momento di transizione che – ha affermato Grossi – ha bisogno di «una rivoluzione, un nuovo progetto per il Paese, che solo la cultura può guidare». La prospettiva di rinascita deve prender atto della sconfortante situazione in cui si trova il Paese. Quest’anno lo Stato ha destinato alla tutela del patrimonio solo 87 milioni di euro e all’intero settore culturale 1.595 milioni, ovvero lo 0,19 della spesa pubblica. Risorse che negli ultimi dieci anni si sono ridotte del 27%. È la conseguenza, ha commentato Grossi, «di un’indifferenza verso questo settore pulsante del Paese e di un’arrogante ignoranza che la storia giudicherà». La crisi economica ha sicuramente contribuito. Si è fatta sentire sulla spesa delle famiglie in cultura e ricreazione, che ha continuato a puntare verso il basso: già …

"Ue, la sconfitta più grande di Cameron", di Andrea Bonanni

Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha un senso molto andreottiano dell’ironia. Ma non c’era malizia quando ha scelto Ypres, un luogo entrato nella mitologia delle glorie militari britanniche, per ospitare il vertice che registra la più bruciante sconfitta di Londra in quarant’anni di battaglie europee. E forse segna l’inizio del processo di fuoriuscita del Regno Unito dall’Ue. Il lungo e inutile massacro di Ypres durante la Prima Guerra Mondiale non ebbe nè vincitori né vinti. La battaglia delle nomine che vi si è svolta ieri tra i capi di governo europei, e che si concluderà oggi a Bruxelles, delimita invece con grande evidenza chi ha vinto e chi ha perso. Sul fronte dei vincitori ci sono Angela Merkel, Matteo Renzi e il Parlamento europeo. Su quello degli sconfitti troneggia il premier inglese David Cameron. La Merkel conferma il proprio ruolo di asse portante dell’Europa. Nella battaglia delle nomine era partita male, costretta a rinunciare al potere assoluto dei capi di governo per condividere la scelta del presidente della Commissione con i partiti …

Quei medici volontari della pillola del giorno dopo “Così evitiamo gli aborti”, di Maria Novella De Luca

«Perchè lo facciamo? Perché altrimenti tutti questi “errori” diventeranno aborti, e spesso di ragazze giovanissime. E io non voglio più vedere quindicenni spaventate che vengono in ospedale per interrompere una gravidanza». Lisa Canitano, ginecologa, una vita “di frontiera” tra consultori, ambulatori e reparti della legge 194, dice con amarezza che oggi è più difficile che mai: «Avere la ricetta della pillola del giorno dopo è diventato un vero e proprio calvario». Anzi il paradosso tutto italiano di un farmaco legale che nessuno vuole prescrivere. Una silenziosa e nascosta obiezione di coscienza. Illegale però. E così per averlo le donne e soprattutto le ragazze, devono tortuosamente cercare vie alternative. Racconta Caterina, 16 anni, di Catania: «Ci è successo di notte, si è rotto il preservativo, era sabato sera. Con il mio ragazzo abbiamo vagato come fantasmi per ore. Nessuno voleva farci la ricetta. Ci trattavano come delinquenti…». Il telefono della dottoressa Canitano, presidente dell’associazione “Vita di donna” squilla in continuazione: «Ciao, come possiamo aiutarti?». «I farmacisti la negano, i consultori chiudono alle due del pomeriggio, i …

"La politica si fa in tre" di Michele Ciliberto

La politica, nonostante le apparenze e tante chiacchiere, ha leggi precise, «obiettive», perché fondate su interessi che, prima o dopo, si fanno sentire. È bene che Grillo e Casaleggio se ne siano resi conto, anche se è stato necessario il duro «farmaco» della loro sconfitta elettorale nella quale ha, certamente, inciso il modo duro, violento, con cui si sono mossi, prima del voto. Di fronte a un linguaggio minaccioso (si pensi all’evocazione di tribunali popolari sulla Rete) molti hanno preferito altre strade ritenute altrettanto innovative, ma più certe, più sicure e comunque lontane dalla violenza per fortuna solo verbale dei due capi del Movimento. Un indizio che ci fosse una resipiscenza rispetto ad atteggiamenti e a giudizi del passato, era stata la dichiarazione con cui Grillo aveva riconosciuto che il presidente del Consiglio aveva ottenuto, con il 40.8%, una legittimazione di carattere popolare sanando con il voto la ferita che aveva inferto alla democrazia facendo cadere il governo presieduto da Enrico Letta. Posizione, questa, che in effetti non sorprende se si tiene conto che nella …

"Strategie e silenzio. Stragi nazifasciste senza colpevoli", da redazione Unità

Eccetto Priebke e Kappler gran parte dei crimini restano impuniti La Germania si rifiuta di individuare i responsabili e risarcire le vittime forte di un verdetto della Corte Costituzionale dell’Aja del 2012 STRAGI NAZIFASCISTE. UNA LUNGA SCIA DI SANGUE INNOCENTE CHE PUNTEGGIÒ L’OCCUPAZIONE TEDESCA IN ITALIA TRA L’ESTATE DEL 1943 E IL MAGGIO 1945, CON EPICENTRO NEL 1944 IN TOSCANA. Solo furore? O anche metodo nella follia, cioè strategia? I numeri. Nel biennio vi furono 400 stragi e il bilancio fu di 15mila vittime civili, tra massacri di inermi e rappresaglie. Mentre per i partigiani passati per le armi, Carlo Gentile e Heinz Klinkhammer parlano di 10mila persone. Dunque Toscana nel mirino, per la sua posizione al centro dell’Appennino, cruciale per il ripiegamento tedesco verso la linea Gotica dopo lo sfondamento a Cassino e la liberazione di Roma il 4 giugno 1944. In Toscana tra aprile e agosto del 1944 i comuni interessati furono 83 e 280 le stragi, con 4500 assassinati. La più famosa, almeno quanto quella di Marzabotto, fu la tragedia di Sant’Anna …