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"Unioni civili, meglio un primo passo che niente", di Anna Paola Concia

Giusto oggi avviare sul tema dei diritti degli omosessuali un processo riformatore, approvando una legge sulle unioni civili che non sarà ancora perfetta, ma avvierà un circolo virtuoso nella società.

«Ricarda devo scrivere un articolo sulle unioni civili perché in Italia il Partito democratico si sta orientando sul modello tedesco. Ti posso chiedere come ti senti con questo istituto giuridico?» Mi guarda interdetta, ride e dice: «Sposata!».
L’articolo potrebbe concludersi qui, ma andiamo avanti a spiegare per la millesima volta quello che penso.
Il presidente del consiglio, nonché segretario del Pd, Matteo Renzi nella assemblea nazionale del 14 giugno ha detto che a settembre si accelererà l’iter della legge sulle unioni civili, sul modello tedesco, che prevede uguali diritti e doveri per le coppie omosessuali, con esclusione delle adozioni ma includendo l’adozione all’interno della coppia del partner che non è genitore naturale.
Fabrizio Rondolino ieri in un articolo ha criticato questa impostazione affermando che se le coppie etero e omo sono uguali allora bisogna estendere il matrimonio, altrimenti è discriminazione. Sono d’accordo in linea di principio, ma sono anche una che guarda in faccia la realtà. E quale sarebbe questa realtà? Non la mia, che vivo in un paese dove da tre anni usufruisco di un istituto giuridico che riconosce la mia famiglia, non davanti a Dio, ma davanti allo Stato, con annessi e connessi.
La realtà che guardo è quella di migliaia di donne e uomini omosessuali italiani che amano altri italiani e che vorrebbero vedere riconosciute le loro famiglie. Non è terribile pensare che un gay o lesbica italiano/a per potere vedere riconosciuti i suoi diritti di cittadinanza debba necessariamente innamorarsi in Francia, Inghilterra, Germania, Svezia, Spagna, Portogallo, Argentina, Olanda, e andarci a vivere, ovviamente? Questo deve essere lasciato al caso, giustamente.
Facciamo un passo indietro: nella storia dei diritti civili, le riforme più coraggiose sono sempre state fatte gradualmente, basta guardare alla tragedia della schiavitù in America. Obama non è diventato presidente degli Stati Uniti all’inizio di quella battaglia, o no?
Sono stati i riformisti e mai i massimalisti (Blair, Schröder, Jospin) a produrre il cambiamento delle vite delle persone Lgbt. In quasi nessun paese europeo in cui si è approvato il matrimonio, questo è stato il primo passo. Si è sempre passati prima dallo strumento delle unioni civili, basta vedere l’esempio della Francia e dell’Inghilterra. è ovvio ed evidente che l’Italia è in ritardo di decenni e che nel nostro paese non si sono voluti fare passi avanti.
Oggi le seconda sentenza della Corte costituzionale ribadisce due cose (a torto o a ragione, e forse bisognerebbe smettere di interpellarla) che il matrimonio è eterosessuale ma che il parlamento deve approvare una legge che regoli le unioni omosessuali. Allora, o tutto o niente? Siamo sempre di fronte a questo inutile, dannoso e paralizzante quesito? Stranamente quelli che vogliono tutto (l’estensione del matrimonio) e quelli che non vogliono niente (nessuna regolamentazione) remano dalla stessa parte: da quella parte tanto praticata da noi che è l’immobilismo, la mancanza di riforme e di passi avanti. Remano insieme gli ideologici, i massimalisti, i conservatori, chi sogna una Italia migliore come d’incanto. Sicuramente a ciascuno di loro fa comodo questo immobilismo.
Sono dura? Sì. Perché questa paralisi sui diritti civili fa male alle vite reali, alla quotidianità, alle esistenze in carne ed ossa. E fa male al paese. A Renzi e a chi lavorerà a questa legge devono interessare quelle vite. Per questo trovo giusto oggi avviare anche sul tema dei diritti degli omosessuali un processo riformatore, approvando una legge sulle unioni civili che non sarà ancora perfetta, ma sicuramente avvierà un circolo virtuoso nella società che non si fermerà più. Questo credo che debba essere l’obiettivo di chi vuole davvero cambiare verso all’Italia.
Per concludere: perché nessuno si chiede come mai in Germania non c’è tutta “’sta smania” di approvare l’estensione del matrimonio alle coppie omosessuali? La possibilità di adottare in Germania non c’è, ma cadrà anche questo ultimo tabù. Le coppie lesbiche sposate possono accedere all’inseminazione artificiale e l’affido è stato esteso anche agli omosessuali. Sarà questo, sarà che sono pragmatici, sarà che la risposta vera ce l’ha data Ricarda.

da www.europaquotidiano.it