Si pagherà per entrare nei musei, nei siti monumentali e archeologici dello Stato anche se si hanno più di 65 anni, un’età che finora garantiva l’accesso gratuito. Non è una misura punitiva per gli anziani, assicura il ministro Dario Franceschini, che ha firmato un decreto contenente compensazioni e che però ha lasciato inalterato l’ingresso senza costi per alcune categorie (insegnanti, giornalisti…): nelle stesse strutture si entrerà gratis ogni prima domenica del mese, le Notti al museo diventeranno due l’anno (ingresso a un euro), e tutti i venerdì i grandi complessi, da Pompei al Colosseo agli Uffizi, saranno aperti fino alle 22. Gratis continueranno a entrare gli under 18, con riduzione gli under 25. Il tutto a partire dal primo luglio.
Più agevolazioni per i giovani meno per gli anziani? L’obiettivo
è comunque quello di incrementare gli introiti, anche se la porzione degli istituti interessati è molto piccola: sono infatti 224 i luoghi d’arte a pagamento appartenenti allo Stato su un totale di 431 (207 sono gratuiti). E i 431 sono solo una parte degli oltre 4.500 fra musei, aree archeologiche e monumenti censiti in Italia, in maggioranza di proprietà pubblica, ma non statale, e poi di proprietà ecclesiastica o privata. In ogni caso Franceschini propone al presidente dell’Anci, Piero Fassino, di allargare la misura ai musei civici, di proprietà dei comuni.
Pochi di numero, i luoghi d’arte investiti dalle modifiche sono comunque fra i più visitati, sono potenti attrattori di turismo culturale. Nel 2013 i visitatori nei musei statali sono stati poco sopra i 38 milioni (sugli oltre cento che hanno frequentato anche musei non statali), 26 di questi sono entrati in strutture a pagamento, ma solo poco più di 17,6 hanno pagato, gli altri 8,7 no: grosso modo il 30 per cento.
Ed è su questo 30 per cento che si vuole incidere per portare più soldi alle casse dello Stato (126 milioni gli introiti del 2013). Quanti siano questi soldi non è chiarissimo. Essendo rimaste le agevolazioni, più o meno giustificate, sono le persone ultrasessantacinquenni quelle penalizzate. E fra gli over 65 al ministero hanno puntato soprattutto sul turismo straniero. Franceschini vi ha fatto riferimento esplicito: è assurdo, ha detto, «che anche facoltosi turisti stranieri over 65 non paghino il biglietto». Secondo una stima, il 49 per cento di chi visita musei statali non viene dall’Italia, un paese che trascina nel tempo molti record negativi, primo fra tutti uno che ci inchioda: non superano il 28 per cento gli italiani che in un anno hanno messo piede almeno una volta in un museo.
La porzione di persone anziane è spesso prevalente nei cortei di turisti stranieri che percorrono le città italiane. Ma oltre le rilevazioni empiriche sono i dati sul turismo nel mondo a confermarlo. Inoltre, si fa notare al ministero, l’agevolazione per età non distingue fra redditi alti e bassi.
Ma Annalisa Cicerchia, economista della cultura, sottolinea l’altra novità del provvedimento: «L’ingresso gratuito per tutti, dodici volte l’anno, è una misura che ci allinea a molti paesi europei e non solo e che migliora la relazione fra i nostri musei e i territori in cui essi si trovano, che è una delle sfide culturali più ambiziose».
Quanto alle aperture notturne, già molti musei e siti archeologici sperimentano queste soluzioni. Compatibilmente con i bilanci ridotti all’osso e la carenza di personale, però. Fa notare Maria Rosaria Barbera, soprintendente archeologico di Roma, che la spending review obbliga a non sforare di un euro i costi dell’anno precedente su diversi capitoli di spesa. Compresi i consumi di elettricità, che schizzano con le aperture notturne.
da la Repubblica