attualità, politica italiana

"Caos M5S, c’è un nuovo cerchio magico", di Tommaso Ciriaco

Senza una bussola, nel caos. E soprattutto ostaggio di un vuoto di potere che ha fatto emergere un nuovo cerchio magico. È il Movimento cinque stelle, allo sbando dopo la batosta delle Europee. Nessun summit, zero discussioni sulla linea politica e una giravolta strategica che ha disorientato un po’ tutti. Grillo in vacanza, Casaleggio assente. I due “fondatori” che fanno sentire meno la loro voce. Così, dietro la polvere, già si intravede la figura di Luigi Di Maio. Di fatto, è il reggente del nuovo corso. Gradito a molti e combattuto da altri, la sua ascesa ha scatenato un vespaio nei gruppi parlamentari.
I segnali non sono incoraggianti. Il leader, per dire, è scomparso dai radar. Sfinito da un lunghissimo tour e demoralizzato dal voto, ha staccato clamorosamente la spina. Il “guru”, convalescente, ha rallentato il ritmo. «Manca una guida», sussurrano in molti. Da quando le urne si sono chiuse, in effetti, il comico ha evitato di mettere piede a Roma. Trascurati e un po’ abbattuti, deputati e senatori hanno appreso dal blog l’improvviso cambio di linea. E anche chi aveva spinto per il dialogo con le altre forze politiche è rimasto spiazzato: «Prendo atto che non ne abbiamo discusso assieme – rileva Walter Rizzetto – la decisione è stata presa da parte di alcuni che la considerano digeribile
».
Con il Movimento alla deriva, allora, è toccato a un gruppo di fedelissimi della Casaleggio associati prendere in mano il timone del grillismo. In cima alla piramide, come detto, c’è il vicepresidente della Camera. Si muove con pieni poteri. È lui a condurre le danze nel corso della conferenza stampa della svolta e a gestire il delicato nodo dello streaming. E sarà sempre lui a guidare la delegazione del M5S che si recherà a palazzo Chigi per trattare sulla legge elettorale. «È molto preparato sostiene Tancredi Turco – e per i responsabili della comunicazione è fra i migliori in tv».
I mugugni, però, stentano a restare negli argini. Si lamentano alcuni falchi e qualche colomba. Nel corso di una riunione di senatori, Elena Bulgarelli ed Elena Fattori hanno chiesto conto del “doppio ruolo“ di Di Maio:
«La base degli attivisti ci fa notare che critichiamo la Boldrini perché non super partes, ma mandiamo il nostro vicepresidente della Camera a guidare la nostra delegazione politica a Palazzo
Chigi. Vi sembra il caso?».
Da qualche mese Casaleggio preferisce limitare gli spostamenti e governa il Movimento dal quartier generale di via Manzoni, nel cuore di Milano. Lavora lì, nel suo studio razionalista senza tv, alle spalle uno sfavillante poster di Tex Willer. Tra le pareti bianco-verdi della Casaleggio associati, comunque, il vicepresidente è considerato il più affidabile. «Per me – sostiene la senatrice Serenella Fucksia – Luigi è una figura che
mette tutti d’accordo. È equilibrato, garbato e – scherza – sbaglia meno lui di Grillo…».
A comporre l’inner circle c’è naturalmente anche Davide Casaleggio, figlio del guru e socio
dell’azienda paterna. Lavora fianco a fianco con una ventina di giovanissimi dipendenti, incollato come loro ai quattro maxi schermi al plasma che monitorano il flusso di “Beppegril-
lo.it”. È una squadra affiatata: nelle pause restano tutti a pranzare in un cucinotto interno alla sede, dove c’è spazio solo per la differenziata. Non è tutto, perché a supportare il Fondatore ci
sono Claudio Messora, Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, new entry della comunicazione di Montecitorio. Senza dimenticare Silvia Virgulti, tv coach ascoltatissima dal guru. Decisiva nel cambio di strategia, allena i parlamentari ad andare in tv. Sono i “prescelti” che hanno potuto calcare il logoro parquet della Casaleggio associati, accolti dall’imponente parete che celebra l’ascesa grillina con copie incorniciate dei quotidiani nazionali.

La Repubblica 18.06.14