Mese: Maggio 2014

L'Unità non si spegne. Bonifazi: «Pd troverà soluzione solida»

Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, interviene sulla vertenza del nostro giornale: «L’Unità è un prezioso e insostituibile strumento di informazione che va sostenuto e rilanciato. Esprimiamo solidarietà ai giornalisti e ai poligrafici che con grande responsabilità hanno permesso al giornale di continuare a essere presente nelle edicole nonostante gli stipendi bloccati. Il Partito Democratico farà di tutto affinchè si faccia chiarezza sul futuro della testata e dei suoi lavoratori. Ci faremo carico di individuare una soluzione urgente e solida per consentire all’Unità di continuare a svolgere il proprio ruolo nel panorama dell’editoria del Paese». L’Unità 24.05.14

"La Ue tra europeisti ed eurodelusi", da L'Unità

L’incoerenza avrebbe giocato un brutto tiro a Geert Wilders, il campione olandese del populismo xenofobo e anti-europeo. I sondaggi lo davano in testa ma secondo gli exit poll (nei Paesi Bassi si è votato giovedì – 26 i deputati da eleggere) non sarebbe andato oltre il terzo posto: solo un terzo dei potenziali elettori del Partij vor de Vrijheid (partito per la libertà) sarebbe andato alle urne. Era stato proprio Wilders a dire che lui il parlamento europeo lo vorrebbe sciogliere e tanti giustamente si devono esser chiesti perché andare a votare per qualcosa che si vuole far sparire. Conforta l’idea che gli insulti di Wilders ai «marocchini» di tutte le nazioni e le campagne per bandire le moschee non abbiano sfondato come si temeva. I partiti tradizionali, il liberale Vvd del premier Mark Rutte, i laburisti e i cristiano-democratici sono sulla difensiva e con il vento in poppa parrebbero esse- re solo i liberali di sinistra di D66 e i socialisti, molto critici verso le politi- che di Bruxelles. Ci si chiede quanto Wilders …

La morale del caso Pomezia «Chi ha meno riceve meno», di Valeria Fedeli e Raffaele Ranucci

Siamo stati tra i primi a commentare e stigmatizzare la scelta del doppio menu sulla base del reddito voluto dal Sindaco di Pomezia per le bambine e i bambini che frequentano le scuole. Quel sindaco è del Movimento 5 Stelle, ma avremmo criticato con la stessa forza una scelta così discriminatoria qualsiasi fosse stato il colore politico di quell’amministrazione. Certo però colpisce particolarmente, ed è particolarmente emblematico, che quella scelta venga proprio da un esponente grillino. Il merito di quella scelta segna una differenza nel modo di intendere la responsabilità da parte di chi governa e di praticare l’uguaglianza, che dovrebbe essere il valore cui tutta la classe politica e dirigente si ispira. Non è la prima volta che assistiamo a scelte palesemente inique e discriminatorie, ma desta preoccupazione e allarma che il protagonista di queste scelte sia proprio quel Movimento che pretende di esprimere un nuovo modello di politica. Perché quello che emerge è un modello retrogrado, egoista, superficiale. Pensare che in una scuola si possano servire menu diversi a seconda di quanto la …

L’ultimo affondo di Renzi “Saremo noi a salvare l’Italia il governo andrà avanti se vinco o perdo non cambia”, di Francesco Bei

«Noi salveremo l’Italia. Lo faremo anche per chi ci fischia e nonostante loro. Non lasceremo il Paese a chi lo vuole distruggere». Matteo Renzi torna a Firenze, lì dove tutto è cominciato. Dove, come dice il candidato sindaco Dario Nardella, «cinque anni fa un manipolo di giovani è partito credendo che si potesse cambiare l’Italia». I dubbi sulla piazza, che all’inizio stentava a riempirsi, vengono spazzati via alle dieci di sera quando, dal palco montato di fronte alla Loggia dei Lanzi (dove lo voleva sempre Enrico Berlinguer), il premier può finalmente abbracciare con lo sguardo una distesa di volti e di bandiere. È allora, in un momento di silenzio, che un anziano riesce a prevalere sulla folla e urla con quanta voce ha in corpo: «Matteo, ‘un ci ferma più nessuno!». Renzi ride. Vista da qui certo è un’Italia diversa. I fischi e le proteste certo ci sono, come quelli dei movimenti per la casa, ma arrivano molto attutiti. Grillo sembra un fantasma lontano. Se non fosse per uno striscione che lo evoca: «Noi da …

"Il nuovo inizio per un’Europa utile", di Mario Deaglio

In queste ore milioni di elettori italiani si domandano quali vantaggi ci possa portare l’Europa e se sia il caso di andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo. Si tratta di un interrogativo sbagliato: prima di essere una questione di vantaggi, l’Europa è una questione di identità, l’economia viene dopo. Dobbiamo esprimere il nostro voto principalmente perché i nostri valori sono più vicini a quelli degli altri europei che a quelli dei russi, degli americani, degli arabi, degli africani e degli asiatici e perché nel mondo globalizzato l’Italia è troppo piccola e troppo debole per stare da sola. Unicamente dopo questa premessa ha senso considerare i vantaggi economici. Non esiste una dimostrazione semplice delle ragioni per le quali non solo «Europa è bello (o comunque necessario)», nel senso che i valori europei fanno parte del nostro Dna, ma anche «Europa conviene». La storia non si fa con i «se», è difficile pensare a come saremmo oggi senza l’Europa. Veniamo da mezzo secolo di integrazione, con l’Europa ci arrabbiamo (qualche volta a ragione), ma …

“Biagi è in pericolo, dategli la scorta” l’allarme il giorno prima del delitto, di Carlo Bonini

Marco Biagi morì due volte. Del piombo brigatista, alle 20.15 del 19 marzo 2002. E quindi, come ora documentano gli atti e le testimonianze acquisite dalla Procura di Bologna, nelle tre settimane che seguirono, della sapiente opera di “cover up” della cosiddetta “Relazione Sorge”. Il documento di 57 cartelle commissionato da Claudio Scajola al suo allora capo di gabinetto doveva infatti elidere (come del resto fece) agli occhi dell’opinione pubblica e del Parlamento, ogni circostanza di fatto in grado di documentare la piena consapevolezza dell’allora ministro dell’Interno Claudio Scajola, del suo gabinetto e del vertice del Dipartimento di Pubblica sicurezza del rischio che il giuslavorista correva. Doveva tagliare ogni possibile nesso causale tra il cinismo di chi decise di non raccogliere il grido disperato di “un rompicoglioni” e la sua terribile fine. Per poter così agevolmente scaricare le responsabilità “amministrative” e politiche di quella morte sull’asserita ignavia degli uffici periferici di Polizia di Bologna, Milano e Roma. Quelli che, tra il settembre e l’ottobre del 2001, avevano proceduto alla revoca della scorta. La Relazione Sorge …

"Smemorati e distratti", di Michele Ainis

Domani votiamo, però senza sapere bene per che cosa. Pare ci sia di mezzo il governo presieduto da Renzi: i suoi avversari (e molti suoi compagni di partito) non aspettano che un flop per buttarlo giù dal trono. Secondo altre indiscrezioni la posta in palio è invece il Quirinale: Grillo e Casaleggio sono pronti a chiamare una ditta di traslochi, se il loro movimento verrà benedetto dalle urne. Berlusconi no, lui è in una botte di ferro. Ma se perde di brutto, perde pure la legge elettorale: come fai a timbrare il ballottaggio previsto dall’Italicum, quando al ballottaggio balleranno soltanto i tuoi nemici? E il Pd, avrà ancora voglia di cambiare il Senato, se tracolla alle elezioni? Non si sa, non si capisce, anche perché c’è un tale baccano! Durante questa campagna elettorale abbiamo sentito rimbombare minacce ed improperi, chi ha evocato Stalin, chi Hitler, chi il fumo nero che saliva al cielo dalle fornaci di Auschwitz. Eppure è proprio su Auschwitz che si vota. Perché l’Europa è nata lì, da quell’orrore senza precedenti. È …