"Il sentiero (obbligato) del cambiamento", di Roberto Napoletano
Non possiamo perdere la scommessa di un mondo migliore, bisogna evitare le (troppe) storture italiane e europee, combattere il malaffare in casa, diradare la nebbia che avvolge tutto e tutti e impedisce nei fatti di cambiare davvero. Guai, però, a buttare il bambino (l’euro) con l’acqua sporca. Guai a pensare per un solo momento a fughe nazionaliste che ci farebbero ritrovare con obbligazioni in euro e una lira supersvalutata per pagarle, materie prime (molto) più care e ulteriore caduta del Pil che annullerebbero i benefici per l’export, tassi in rialzo, insolvenze sui bond, probabili default a catena di imprese, banche e enti locali fortemente indebitati sui mercati internazionali, per non parlare dei problemi che avrebbe il Tesoro della Repubblica italiana. Si è persa ancora una volta l’occasione di parlare di Europa e si è lasciata la scena a una bruttissima campagna elettorale giocata tutta sul terreno degli insulti e dell’interesse di bottega per ragioni vere o presunte di supremazia di politica interna. Man mano che si è andato affievolendo il progetto europeo, si è parallelamente …