Mese: Maggio 2014

"La famiglia 1 + 1", di Maria Novella De Luca

Vivono one- to- one. Spesso figli unici di sola madre. In casa nessun altro. Uno a uno. Maria con Davide, Gisella con Sofia Sole, Valia con Alice, Antonio con Giorgia, che ha cinque anni e una valanga di lentiggini. Nuclei minuscoli, ogni giorno più piccoli. Specchio e racconto di famiglie “atomizzate” dopo separazioni e divorzi, ma anche di maternità sempre più single. È la nuova frontiera delle “smallfamilies” il cui numero cresce di anno in anno, eppure dei monogenitori si parla poco. Erano il 10% negli anni Novanta, adesso superano il 16% nelle statistiche ufficiali, ma la realtà è assai più ampia, un quinto forse di tutte le famiglie italiane. Che oggi chiedono di uscire dall’ombra, di fare rete, di trovare sostegni. Racconta Gisella Canali, mamma di Sofia Sole, 11 anni, e una vita a due a Milano: «Il mio compagno mi ha lasciato non appena ha saputo che ero incinta. Diceva che per lui non era il momento di diventare padre. Eppure erano mesi che ne parlavamo. Ma io Sofia l’ho voluta con tutte …

"Fattore Renzi: alta fedeltà Pd e nuovi voti", di Roberto D'Alimonte

Due fattori hanno contribuito in maniera decisiva al successo del Pd di Renzi. Il primo è stato la sua capacità di portare a votare i suoi elettori, quelli che avevano votato Pd nel 2013. Un altro Pd. Il secondo è stato la sua capacità di allargare la base di consensi del suo partito, nonostante questo sia difficile per un partito di governo in tempo di crisi. Il primo fattore ha pesato più del secondo. A mano a mano che diventano disponibili i voti ai partiti a livello di singole sezioni elettorali si riesce a capire meglio come sono andate effettivamente le cose. Sono cinque per ora le città in cui grazie a questi dati si sono potuti calcolare i flussi tra i partiti e dai partiti verso l’astensione. La base di riferimento sono le elezioni politiche dell’anno scorso. Si tratta di una consultazione molto diversa da quella delle europee ma per quello che ci interessa questo non è molto rilevante. È ben noto che alle europee si è sempre votato meno che alle politiche ed …

"Angela e Matteo contro Le Pen e Putin", di Gianni Riotta

Le due Europe, l’Europa dei populisti intenti a disfare l’Ue, e l’Europa che dovrà contrastarli, guidata dalla strana coppia Merkel-Renzi, non fanno in tempo a chiudere con i commenti tv e twitter che da Est si alza, acre, il fumo dei combattimenti. Si muore a Donetsk, in Ucraina, dove durante la II Guerra Mondiale – si chiamava allora Stalino – si batterono divisione Celere, Lancieri di Novara e Savoia Cavalleria. Si parla di oltre 50 morti tra i separatisti filorussi, ma Alexandr Borodai, premier della secessionista Repubblica Popolare del Donetsk rilancia: «Le nostre perdite sono gravi, ma i lealisti han più morti». La Storia non concede tregue. Chi si illudeva che il nuovo Parlamento – dove gli ostili alla vecchia Europa, Farange, Le Pen, Grillo, hanno un quinto dei seggi – avesse tempo per show contro il patto commerciale Usa-Ue, rilancio dei dazi e stucchevoli manfrine per eleggere il solito Juncker, sbatte subito nella guerra ai confini dell’Unione, terra di Gogol, Bulgakov, Grossman, autori europei. A colloquio con il premier Renzi, il presidente russo Vladimir …

"Quel bonus Irpef che sa di sinistra", di Gad Lerner

Con le buste paga di maggio è arrivato il bonus fiscale di cui beneficiano circa dieci milioni di lavoratori dipendenti, più i cassintegrati e i disoccupati. Figura come sgravio Irpef automatico, per un ammontare medio di 80 euro al mese. E NE usufruisce chi ha un reddito annuo lordo che non superi i 26 mila euro. Il varo di questo provvedimento ha segnato una svolta decisiva nel rapporto fra il governo Renzi e il popolo del lavoro dipendente, cioè l’elettorato storico della sinistra. Per la prima volta dall’inizio della lunga recessione economica, un governo si è assunto la responsabilità di effettuare una sia pur parziale ridistribuzione per fronteggiare le ingiustizie sociali rese più acute dalla crisi. Difatti lo sgravio Irpef è stato accompagnato da ulteriori riforme ispirate alla medesima filosofia di perequazione dei redditi: l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e sugli utili delle banche; il tetto di 240 mila euro agli stipendi dei manager pubblici. Si è trattato, quindi, di una precisa scelta politica, non a caso operata da un esecutivo guidato dal segretario …

"Pd primo partito tra gli under 40", da L'Unità 28.05.14

Giovane chiama giovane? Avrà contato «l’entusiasmo giovanile di Renzi», per dirla con il sociologo Piergiorgio Corbetta, sta di fatto che il voto degli under 45 nel 2014 cambia verso. E regala al Pd un primato che gli sfuggiva «da qualche lustro», in due fasce elettorali determinanti per un Paese che guardi al futuro. Un fronte su cui, ancora una volta, la sfida diretta era quella con i 5 stelle. I provvedimenti del governo, un nuovo modo di comunicare a colpi di tweet, i toni informali del segretario Pd: è presto per dire cosa abbia fatto più presa nell’elettorato under 40 e dintorni. Intanto ci sono numeri. Quelli di Ipsos, secondo cui il partito scalato da Matteo Renzi oltre a sfondare il muro del 40% conquista anche la vetta delle preferenze tra i 18 e i 24 anni: lo ha scelto il 35,5% dei giovanissimi, contro il 25,4% che si affida a Grillo e il 15,2% che punta su Forza Italia. Tecné analizza un segmento differente, tra i 18 e i 29 anni: il Pd raccoglie …

"I leader processano l’Europa", Alberto D'Argenio

Sotto una pioggerella autunnale i leader dell’Unione si ritrovano a Bruxelles per fare il punto dopo il voto europeo, drammatico in molti paesi per la vittoria dei populisti e della destra. Non in Italia, dove Matteo Renzi ha portato il Pd ad essere il primo partito dell’Unione. E ora traccia la strategia per andare all’incasso, per portare a casa una poltrona di peso per l’Italia: a partire dalla carica di ministro degli Esteri dell’Unione. Matteo Renzi arriva intorno alle cinque del pomeriggio, diserta il pre-vertice dei leader socialisti e insieme a Elio Di Rupo e a Francois Hollande sotto un cielo plumbeo va a rendere omaggio al museo ebraico, teatro della strage della scorsa settimana. Quindi corre al Justus Lipsius, sede dei vertici Ue, per tracciare con il suo staff la strategia con la quale condurre il negoziato che nelle prossime settimane occuperà la politica europea, quello per l’assegnazione delle presidenze delle istitutioni Ue: Commissione, Consiglio, Parlamento ed Eurogruppo. Riunione interrotta giusto da una telefona di Barack Obama, che si complimenta per la vittoria elettorale …

«La mossa decisiva a favore dei deboli», di Jean-Paul Fitoussi

«Quella conseguita da Matteo Renzi è una doppia, straordinaria, vittoria: perché è una vittoria italiana e al tempo stesso perché è una vittoria europea, in quanto aumenta fortemente il peso obiettivo dell’Italia in Europa e il suo peso negoziale nel vertice europeo». A sostenerlo è Jean-Paul Fitoussi, Professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma. È attualmente direttore di ricerca all’Observatoire Francais del Conjonctures Economiques, istitu- to di ricerca economica e previsione, autore di numerosi saggi, tra i quali l’ultimo è «Il teorema del lampione. O come mettere fine alla sofferenza sociale» (Einaudi, 2013). Quanto al successo, sia pur diversificato da Paese a Paese, del variegato fronte antieuropeista, Fitoussi annota: «I partiti antieuropeisti hanno intercettato il malessere della gente che dice no all’Europa dei sacrifici. Questo non significa, però, che la gente dice all’Europa. Vorrebbe vedere una Europa con un “viso più gradevole”». Professor Fitoussi, quale Europa emerge dal voto? «Un’Europa un po’ malata, ammaccata da sciagurate politiche iper liberi- ste che non solo hanno frenato la crescita ma hanno incrementato …