Mese: Maggio 2014

Sos del Nobel “Il mondo salvi le ragazze in mano a Boko Haram”, di Wole Soyinka.

Boko Haram rappresenta la fatwa ultimativa del nostro tempo. Si rivolge contro la nostra ragion d’essere comune, contro la missione e la giustificazione della nostra esistenza produttiva. Ma rappresenta anche la maggioranza dei mussulmani della Nigeria? In base alla mia esperienza degli ultimi anni, la risposta a questa domanda è un inequivocabile no. La notizia più recente a questo proposito è che il governatore dello Stato federale dell’Osun, un musulmano, visibilmente adirato, ha esortato i musulmani «a ribellarsi a queste atrocità commesse da gruppi fondamentalisti nel nome della religione», e ha dichiarato categoricamente: «La nostra religione rifiuta ciò che questa gente malvagia ha intende compiere nel nome dell’Islam. Non possiamo tacere, perché Boko Haram è il male». Ora queste voci, anche se un po’ in ritardo, dichiarano che i decreti — cioè le fatwa — di Boko Haram sono privi di valore e inaccettabili per il resto della società. Fare di meno significherebbe riconoscere a Boko Haram il potere di esprimere la volontà di tutta l’umanità. Non possiamo suggerire che tutti si uniscano alle forze …

"Il welfare al tempo dell’Europa che invecchia", di Carlo Buttaroni

Nel 2050 la popolazione del mondo supererà i 9 miliardi, con un incremento di 6,6 miliardi rispetto a cento anni prima, mentre verso la fine del secolo dovrebbe varcare la soglia degli 11 miliardi di individui. Le stime per i prossimi decenni evidenziano anche un’altra dinamica, altrettanto imponente: il progressivo invecchiamento della popolazione. A oggi, sono 810 milioni gli anziani in tutto il mondo, ma si prevede che il numero raggiunga il miliardo in meno di dieci anni e raddoppi entro il 2050, toccando i 2 miliardi. Ben 64 Paesi registreranno, nel 2050, oltre il 30% di anziani, facendo dell’invecchiamento il fenomeno più significativo del 21esimo secolo che trae le sue origini in due dinamiche confluenti: la crescita dell’aspettativa di vita e la diminuzione dei tassi di fertilità. La conseguenza inevitabile di questo processo demografico è il capovolgimento della piramide delle età, prima caratterizzata da un’ampia base costituita da giovani, che si sta assottigliando velocemente a vantaggio di un vertice anziano sempre più in espansione. Nel 2045, per la prima volta nella storia dell’umanità, la …

"La Reggia dei soldi buttati via", di Gian Antonio Stella

Non ha portato bene, alla Reggia di Caserta, l’orrendo «cuorno» alto 13 metri eretto prima di Natale davanti all’ingresso: sui tetti del magnifico e ammaccato Palazzo borbonico si è spalancata una voragine. Non bastasse, sono crollati i visitatori e anche il gigantesco corno «russo, tuosto, stuorto» (rosso, tosto e storto), costato 70 mila euro e rimosso dopo le proteste, giace ora abbandonato a ridosso di un capannone. In pezzi. Colpa del malocchio? No, della cattiva manutenzione di quel tesoro che non ci meritiamo. Silvio Berlusconi ci portò i grandi del mondo, alla Reggia casertana, durante il G7 di Napoli del 1994, per la serata di gala. Il giorno dopo, ai giornalisti di tutto il mondo, ammiccò: «Ieri sera mi sono sentito orgoglioso di essere italiano. Le fontane illuminate erano bellissime. Le signore stringevano gli occhi con anche un’aria romantica. A qualcuno ho detto: “Attenzione che sennò questa notte aumentiamo la prole”». Dicono di essere tutti orgogliosi, a parole, quelli che in questi anni hanno tenuto i cordoni della borsa. A parole, però. Perché quella straordinaria …

"La sfiducia verso l'Europa, aspettando le elezioni", di Marc Lazar

Le elezioni europee del 25 maggio fanno paura alle élite dell’Unione, ma lasciano indifferenti i popoli. Temendo un alto tasso di astensione e il successo dei movimenti e partiti definiti populisti, i leader europei fanno un ultimo sforzo per mobilitare gli elettori, stigmatizzando gli euroscettici e decantando l’Europa in tutti i toni. Ma per ora senza molto successo, a giudicare dal perdurante, massiccio disinteresse degli europei: secondo un recente sondaggio, il 60% degli intervistati riconosce di non sapere bene cosa rappresenti e quale sia il senso di questo voto. Come siamo arrivati a una situazione del genere? Innanzitutto pesa, com’è evidente, la crisi economica, con le politiche di austerità e rigore e la sofferenza sociale che ne deriva. Per molti europei (tranne qualche eccezione, tra cui la Germania) da decenni l’Europa è sinonimo di bassi livelli di crescita, aumento della disoccupazione, delle disuguaglianze sociali e della povertà, sacrifici dolorosi e la sensazione di non avere un futuro. Tutto ciò toglie vigore al progetto europeo. A sessantaquattro anni dal discorso con cui Robert Schuman, il 9 …

"Il danno del denaro creato dalle banche", di Luciano Gallino

L’articolo di Martin Wolf uscito pochi giorni fa sul “Financial Times” (il 24 aprile) è a dir poco sensazionale. Gli si desse retta, il solo titolo – “Spogliare le banche private del potere di creare denaro” – basterebbe per mandare in soffitta le teorie, le istituzioni e le politiche economiche che prima hanno causato la crisi, poi l’hanno aggravata con le politiche di austerità. Non si vuol dire che di per sé l’articolo di Wolf arrivi a svelare delle novità fino ad oggi inimmaginabili. Da anni vari gruppi di studiosi e associazioni in Usa come in Europa sostengono che se non si limita il potere delle banche private di creare denaro dal nulla la prossima crisi potrebbe essere anche più devastante della precedente. Il fatto nuovo è che a dirlo è il maggior quotidiano economico del mondo, da sempre pilastro (bisogna ammetterlo: con dosi di pensiero critico che di rado si ritrovano nei suoi confratelli) della cultura economica neoliberale. I chiodi su cui batte Martin Wolf sono tre. Il primo è che la stragrande maggioranza …

"Ricordo di Moro e di Berlinguer", di Claudio Sardo

Rileggere Aldo Moro dà quasi un senso di vertigine, tanto diversi erano il suo linguaggio, il contesto, i sentimenti stessi della politica. Sembrano preistoria quei lunghi discorsi, nei quali affidava alla parola il compito non solo di spiegare, ma di capire, di scavare, di distinguere. Di cercare sintesi più comprensive e avanzate. Sembrano preistoria, invece sono parte delle nostre radici democratiche. Rileggere Aldo Moro nell’anno delle celebrazioni di Enrico Berlinguer apre poi a domande radicali sul senso della politica, sul ruolo dei partiti, sul tempo che produce fratture e opportunità, e così incide sulla carne viva della società e sulle libertà delle persone. Qualcuno, con arroganza, irride la nostalgia associando ad essa una «certa sinistra ». Moro fu ucciso dai brigatisti il 9 maggio 1978. C’è un modo di guardare il passato da conservatori impauriti, pensando che tutto il meglio è alle nostre spalle. Ma c’è un modo di guardare alla storia come a una risorsa, a una riserva critica del presente. Questa nostalgia è proiettata nel futuro. In un futuro che non sia solo …

"La grande fuga dei giovani italiani a Londra", di Luca Pagni

Non si ferma la grande fuga degli italiani che si trasferiscono all’estero per lavoro. Secondo l’Aire (l’uffici del ministero degli Interni che registra i trasferimenti dei cittadini in altre nazioni), anche nel 2013 i flussi in uscita sono aumentati del 19 per cento, un dato che fa seguito all’incremento del 30 per cento comunicato nel 2012. Questo significa che in soli due anni, gli italiani che hanno varcato i confini sono cresciuti del 55 per cento: erano 61mila nel 2011 e ora sfioriamo i 100mila. Ma il dato ancora più clamoroso del 2013 riguarda i giovani e l’Inghilterra. Sempre l’anno scorso, nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni è stato dell’71 per cento (mentre complessivamente è stato dell’81%). A rivelarlo è stata la trasmissione di Radio24 “Giovani Talenti” che si è procurata i dati ufficiali dell’Aire per il 2013. Con una prevalenza della fascia 20-30 anni (4.531 espatriati) su quella dei 30-40 anni (4.136). Ma il dato complessivo potrebbe essere ancora più clamoroso se si considera che, secondo gli esperti …