Mese: Maggio 2014

"Un voto contro la crisi", di Massimo D'Antoni

Il dato sulla crescita del Pil italiano nel primo trimestre 2014 è arrivato come una doccia fredda sulle speranze di ripresa, alimentate nei mesi scorsi dall’inversione del ciclo in Europa e dal clima di fiducia portato dall’attivismo del nuovo governo. Quel – 0,1%, una sostanziale crescita zero per l’Italia, deve farci riflettere, ma dobbiamo anche evitare di trarne conclusioni sbagliate. La prima considerazione da fare è che ancora non ne siamo fuori. Va sottolineato a questo riguardo che il dato dell’Italia non è isolato. È vero che ancora una volta facciamo peggio degli altri, ma l’eurozona, con una crescita dello 0,2%, se la passa solo marginalmente meglio di noi. Anche i dati della Germania (+ 0,8%) e della Spagna (+ 0,4%), vanno correttamente compresi. Sarebbe ad esempio un errore concludere che, siccome la Germania va bene, il problema della bassa crescita è un problema nazionale e non europeo. Il problema resta quello più volte denunciato: l’attuale sistema europeo di governo dell’economia non è attrezzato ad affrontare quello che in gergo viene definito uno «shock asimmetrico»; …

"Così l’Europa ha migliorato la nostra vita", di Vladimiro Zagrebelsky

L’appello rivolto dal presidente Napolitano insieme ai Presidenti di Germania e di Polonia a «Votare e Votare per l’Europa», non ha trovato l’attenzione che merita, travolto nel gorgo di insulti, sciocchezze e battute di spirito che avvelenano la campagna elettorale. E invece quell’appello è importante. È innanzitutto importante perché viene dai Presidenti di tre grandi Paesi dell’Unione europea, che, pur rappresentando storie e caratteri diversi, chiamano all’unità d’Europa. A prova che il motto della Unione europea, Uniti nella diversità, risponde ad una realtà ancor viva, che i vari stereotipi di contrapposizione (primo fra tutti quello dei Paesi del Nord opposti a quelli del Sud) non riescono ad annullare. è poi fondamentale il contenuto dell’appello, perché finalmente attira l’attenzione su temi diversi da quello, importante ma non esclusivo, della politica economica e della relativa crisi. La pace nella grande area dell’Unione viene data per scontata. La maggior parte delle attuali generazioni non ha visto la guerra, non ne conosce l’orrore, non sa che per secoli gli europei si sono combattuti in un’infinita guerra civile europea, che …

"Nuove imprese e lavoro con i fondi Ue", di Giuseppe Chiellino

Più di 47mila posti di lavoro creati in Italia grazie ai fondi europei. E poi 3.700 nuove imprese; banda larga estesa a più di 940mila persone; sostegno per 26mila Pmi. Il bilancio della Commissione europea sull’efficacia della politica di coesione nel periodo 2007-2013 è ancora provvisorio. Non solo perché si ferma al 2012 ma anche perché molte regioni sono ancora indietro nella realizzazione dei progetti cofinanziati dalla Ue. All’attivo ci sono anche 1.500 chilometri di ferrovie, costruite o ricostruite, e progetti di depurazione delle acque reflue per un milione di persone. Queste cifre si riferiscono solo agli interventi del Fesr (Fondo per lo sviluppo regionale) che rappresenta circa la metà delle risorse europee disponibili, considerando anche il Fondo sociale (Fse) e il Fondo per l’agricoltura e le aree rurali (Feasr). Servono a dare concretezza alla politica di coesione dell’Unione e ai fondi europei, troppo spesso associati nell’immaginario collettivo all’idea di spreco e malagestione. Non che non ci siano – purtroppo – episodi di truffa o corruzione, ma come sempre un albero che cade fa più …

Dieci risposte ai “no euro”, a cura dei Deputati PD

A che cosa serve l’Europa? È importante dire innanzitutto a che cosa è servita, perché talvolta si ha l’impressione che l’Europa per molti rappresenti soltanto la politica di austerità degli ultimi cinque anni. Ma l’Europa è nata sessant’anni fa ed è servita in primo luogo a garantire la pace nel cuore dell’Europa, una pace che era stata brutalmente strappata due volte nel corso del Novecento…” (Presidente Napolitano, Palazzo del Quirinale, 13 aprile 2014). 1) L’euro ha privato l’Italia della sovranità monetaria. Ora non abbiamo gli strumenti per affrontare la crisi. I tassi di cambio sono determinati in larga misura dalle forze di mercato, è illusorio pensare che prima dell’euro le autorità monetarie decidessero autonomamente delle loro monete. Un tempo l’economia mondiale aveva come riferimenti principali il dollaro statunitense e il marco tedesco. Se perdita della sovranità c’è stata, questa non è stata determinata dall’euro o dall’Europa, ma dall’incapacità di tenere sotto controllo i conti pubblici. Come è accaduto quando la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo non sono più riusciti a collocare titoli di debito pubblico …

"Laureati, l'Italia è ultima", di Gianni Trovati

Il consuntivo dice «ultimi in Europa», e gli obiettivi ufficiali comunicati dall’Italia a Bruxelles nell’ambito della «strategia Europa 2020» lo confermano: ultimi siamo e ultimi resteremo, almeno fino al 2020. Tanta coerenza riguarda il tasso di laureati nella popolazione fra 30 e 34 anni di età. L’indicatore è piuttosto trascurato nel dibattito pubblico di casa nostra ma è centrale nei documenti europei, perché ancor più dei titoli di studio nella popolazione complessiva misura il «capitale umano» più importante per il presente e il futuro di un Paese. I numeri sono tutti scritti in documenti ufficiali – li ha spulciati per primo Roars.it, blog animato da un’associazione di docenti presieduta da Francesco Sylos Labini (si veda anche Il Sole 24 Ore del 16 aprile) – e sono parecchio efficaci nel raccontare una delle cause della crisi italiana. Il fenomeno non è nuovo, perché già nel 2009 superavamo in graduatoria solo Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania e Macedonia, ma negli ultimi anni si è aggravato: mentre l’Italia procedeva con i ritmi “tranquilli” del passato, portando al 22,8% la …

Serracchiani: "Con noi i fatti da loro solo insulti e rabbia", di Corrado Castiglione

Presidente, oggi Renzi torna a Napoli, nella stessa piazza in cui qualche giorno fa ha parlato Grillo: sarà un test anche per il Pd. Il partito come si presenta ad una settimana dal voto? «Il Pd – risponde Debora Serracchiani, vice-segretario dei Democratici e governatore della Regione Friuli – si fa forte del lavoro fin qui portato avanti dal governo. Abbiamo dalla nostra la forza dei fatti. Il governo ha dimostrato di poter cambiare molte delle cose che non piacciono agli italiani. Al di là delle riforme, c`è la concretezza del bonus mensile di 80 euro che sarà riconosciuto per sempre a 10 milioni di italiani, c`è il taglio Irap per le imprese, c`è il decreto lavoro con il quale si mette ordine con una norma di buon senso per i contratti a termine. Sono le premesse per garantire un`Europa diversa». Il confronto elettorale si sta riducendo ad un duello Renzi-Grillo: vi galvanizza o vi toglie qualcosa? «Guardi, noi pensiamo soltanto a portare avanti la nostra proposta. Per il resto io non credo ci sia …

Renzi twitta e rilancia: «Settimana chiave per la scuola, l’Italia riparte», di Valentina Longo

A sei giorni dal voto per le europee il presidente del consiglio torna sul patto di stabilità sbloccato e annuncia per venerdì le risposte ai sindaci e poi i cantieri. Renzi twitta e rilancia: «Settimana chiave per la scuola, l’Italia riparte». Con un tweet mattutino lanciato poco dopo le otto, il presidente del consiglio ha annunciato l’agenda della settimana, l’ultima di campagna elettorale, che riporta in primo piano un tema chiave per Matteo Renzi: la scuola, punto di partenza per il rilancio del paese, come aveva spiegato nel suo discorso di insediamento e poi ribadito tra l’atro nella lettera ai sindaci. Approvato il patto di stabilità, scrive, si può partire. A meno sei dal voto per le europee di domenica 25, l’impegno del governo è quello di passare in pochi giorni dalla risposta ai sindaci all’atteso avvio dei cantieri per l’edilizia, che dovranno rimettere in sicurezza le scuole. Prosegue così il rush finale verso le europee, che stasera porterà Renzi in piazza a Napoli. Parla il giorno dopo l’esortazione ad un voto che non sia …