Sono quarant’anni che in Italia è possibile sciogliere giuridicamente il vincolo matrimoniale. È solo ora, però, che la Camera dei deputati è riuscita ad approvare una legge sul divorzio breve. Dopo anni di polemiche e resistenze, anche il Parlamento italiano si è pronunciato quasi all’unanimità in favore di procedure più flessibili e meno complicate.
Senza più costringere coloro che hanno di fatto già deciso di divorziare ad aspettare anni e anni prima di poterlo fare. Perché la legge dovrebbe costringerli a trascinarsi, e magari anche a rovinare i ricordi più belli della vita in comune?
Nonostante tutto, non si divorzia mai a cuor leggero. Anche quando lo si fa di comune accordo, si tratta sempre di un momento di rottura e di lacerazione. Talvolta la storia d’amore è finita già da tempo, e il divorzio è solo un atto formale. Talvolta, anche dopo il divorzio, alcune persone non riescono a elaborare il lutto della perdita dell’altro, e continuano a non separarsene psicologicamente. Si tratta di lasciarsi alle spalle un progetto di vita comune, talvolta tanta speranza e molte energie. E nessuno dovrebbe permettersi di giudicare quello che accade, meno che mai evocando una crisi di valori che, con l’amore, non c’entra proprio nulla.
Solo nelle fiabe, che come si sa non hanno niente a che vedere con la vita, “lui e lei” vivono per sempre felici e contenti. Solo nelle fiabe, l’amore è perfetto, perché “lui” o “lei” sono capaci di darci tutto quello di cui abbiamo bisogno, non ci deludono mai, corrispondono sempre alle nostre aspettative. Nella vita, l’amore è sempre fragile e pieno di fratture. E poi accade anche di potersi sbagliare. Di confondere l’amore con la passione. Di cambiare. Perché si dovrebbe restare accanto ad un uomo o a una donna con cui non si condivide più nulla? Perché far finta che nulla sia cambiato mentre tutto è invece diverso? Perché aspettare per anni quando ormai la vita è altrove, e si vorrebbe avere la possibilità di ricominciare tutto da capo? Separazione e divorzio fanno parte della vita. È così. Perché accade che le cose finiscano. E non sono certo le regole che impongono anni di separazione prima di chiedere un divorzio che possono funzionare da deterrente. Al contrario. Aspettare anni prima di poter presentare una richiesta di divorzio rischia di rendere i rapporti tra i due coniugi ancora più tesi, e di inasprirne talmente le polemiche che, prima o poi, uno dei due rischia di crollare. Anche per i figli, in fondo, è meglio così. Nonostante quello che si sente dire ancora oggi. Come se per i bambini o gli adolescenti fosse meglio assistere alle scenate tra i genitori, oppure all’indifferenza reciproca, piuttosto che trovare un nuovo equilibrio con dei genitori che, pur divorziati, non smettono per questo di essere madri o padri.
Non sempre il tempo ricuce i rapporti. Anzi. Talvolta li inasprisce. Meglio allora utilizzarlo, dopo un divorzio breve, per “perdonarsi” e “perdonare” per quella storia ormai finita, che niente e nessuno può far continuare. Meno che mai leggi obsolete.
La Repubblica 30.05.14