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Napolitano: «No a populismi e sterili nazionalismi», da l'Unità

Il presidente della Repubblica, in visita di Stato in Svizzera, non riserva più che una battuta all’attacco continuo di Beppe Grillo a lui, che per l’ex comico dovrebbe lasciare il Quirinale e andarsene a casa, e alla legislatura che dovrebbe finire subito dopo le europee, nel caso di una vittoria dei Cinquestelle, data la scontata caduta del governo.

Da sincero democratico il Capo dello Stato ha ricorda che «c’è libertà di parola». Nient’altro. Dato che i suoi pensieri e il suo impegno Napolitano ancora una volta li ha riservati alla situazione dell’Italia che «vive una fase complessa e cruciale» e all’ormai prossima consultazione elettorale europea che dovrà insediare i nuovi rappresentanti in un Parlamento che si troverà a fare i conti con problemi vecchi e nuovi. Problemi europei alla cui soluzione non giova, certo, il limitare la competizione nell’ambito nazionale. «Su questo sapete come la penso» ha chiosato il presidente, che solo qualche giorno fa aveva sottoscritto con i suoi omologhi di Germania e Polonia un appello al voto per un’Europa sempre più indispensabile, se forte, sullo scacchiere internazionale.

La linea di Napolitano è ferma, nota. Nessuna invasione di un campo delicato, che appartiene alla libera scelta di ognuno, e cioè quello della scelta elettorale. «Non dico una parola in merito al- le scelte che devono essere libere» ha detto il presidente incontrando la comunità italiana di Berna. Però «voglio solo dire che bisogna tenere presente lo straordinario progresso che l’Europa ha rappresentato per noi e per centinaia di milioni di cittadini».

Grazie all’Europa, ha ricordato Napolitano «è fortemente cresciuta l’economia, abbiamo conquistato diritti e consolidato la pace. Ora si tratta di darle un nuovo slancio, di ridare all’Italia un nuovo ruolo, forse più assertivo». Questo però «è diverso dal negare quello che si è fatto, dal negare le grandi scelte compiute da una Europa che solo ora inizia a mostrare ancora troppi timidi segnali di ripresa dopo sei anni di crisi economica».

Nel corso degli incontri con i vertici elvetici il presidente non ha mancato di rilanciare l’allarme su populismi e nazionalismi. Affermando che «l’Europa inizia a mostrare segnali di ripresa ancora troppi timidi ed è attraversata da pulsioni e populismi e sterili nazionalismi» che mettono in discussione «struttura ed obiettivi della costruzione peculiare comune». Così come il nostro Paese «attraversa una fase complessa e cruciale» ma «di rinnovato impegno per il rilancio dell’economia e occupazione e di riforme strutturali e costituzionali, da tempo mature».

Rivolto agli amici svizzeri Napolitano li ha voluti rassicurare «che l’asprezza del confronto politico in questo momento dello scontro elettorale non ci farà deviare dalla attenzione necessaria sia sul versante interno che europeo non ci priverà dell’energia per prosegui- re nel progetto di unità europea nel senso più ampio e comprensivo. L’Italia ha un rinnovato impegno per la definizione di riforme strutturali, anche in senso costituzionale, e si confronta al suo interno per gettare le basi di un futuro degno della nostra storia».

In un clima di collaborazione costante tra i due Paesi il presidente della Re- pubblica non ha mancato, però, di esprimere il suo sconcerto per l’introduzione delle quote per gli immigrati (anche italiani) in Svizzera, dopo il referendum del 9 febbraio. «Siamo troppo amici per nascondervi lo sconcerto nell’apprendere un risultato che si pone in controtendenza rispetto alla consolidata politica europea della Confederazione», ha detto incontrando il Consiglio Federale Elvetico.

Nel corso della visita di Stato, che si concluderà oggi ed a cui ha partecipato anche il ministro degli Esteri Mogherini, sono stati affrontati diversi dossier bilaterali, tra cui i trasporti e l’energia, la cooperazione economica e fiscale e la formazione. Il governo svizzero ha espresso la propria soddisfazione per la forza e l’importanza delle relazioni tra i due Paesi. Il presidente della Confederazione ha sottolineato i legami umani ed economici molto stretti tra la Svizzera e l’Italia. Il volume degli scambi tra i due Paesi che ha raggiunto i 35 miliardi di franchi nel 2013. L’Expo di Milano nel 2015 offrirà l’occasione per rafforzare la cooperazione nella regione di frontiera italo-svizzera.

L’Unità 21.05.15