"Per sconfiggere il grillismo", di Michele Prospero
Prima di affondare il giudizio di censura sul pericolo mortale rappresentato dal grillismo, è bene chiedersi cosa ancora induca migliaia di persone a gremire le piazze per ascoltare le intemperanze espressive di un comico che manda tutti a quel paese. Quello che sembrava avere i tipici connotati di una episodica esplosione di rivolta, catastrofica nell’impatto immediato ma destinata a un rapido spegnimento dopo il crollo sistemico del 2013, ha invece assunto tratti più complessi e meno effimeri nelle sue prospettive di durata. Comprendere la genesi nascosta del fenomeno, prima di aggredirne con efficacia la patologia visibile, diventa perciò una cautela analitica necessaria. Sul piano simbolico sono stati adottati o annunciati in questi mesi dei provvedimenti legislativi che avrebbero dovuto prosciugare in gran fretta il terreno di coltura del movimento e ridurlo entro di-ensioni quantitative prossime alla irrilevanza. Abolito il finanziamento pubblico dei partiti, alzata la bandiera del Senato a costo zero, soppresso il ruolo amministrativo delle province, inasprito il conflitto con il sindacato, la volontà di sangue contro il ceto politico avrebbe dovuto incassare la …