Giorno: 19 Maggio 2014

"Nuove imprese e lavoro con i fondi Ue", di Giuseppe Chiellino

Più di 47mila posti di lavoro creati in Italia grazie ai fondi europei. E poi 3.700 nuove imprese; banda larga estesa a più di 940mila persone; sostegno per 26mila Pmi. Il bilancio della Commissione europea sull’efficacia della politica di coesione nel periodo 2007-2013 è ancora provvisorio. Non solo perché si ferma al 2012 ma anche perché molte regioni sono ancora indietro nella realizzazione dei progetti cofinanziati dalla Ue. All’attivo ci sono anche 1.500 chilometri di ferrovie, costruite o ricostruite, e progetti di depurazione delle acque reflue per un milione di persone. Queste cifre si riferiscono solo agli interventi del Fesr (Fondo per lo sviluppo regionale) che rappresenta circa la metà delle risorse europee disponibili, considerando anche il Fondo sociale (Fse) e il Fondo per l’agricoltura e le aree rurali (Feasr). Servono a dare concretezza alla politica di coesione dell’Unione e ai fondi europei, troppo spesso associati nell’immaginario collettivo all’idea di spreco e malagestione. Non che non ci siano – purtroppo – episodi di truffa o corruzione, ma come sempre un albero che cade fa più …

Dieci risposte ai “no euro”, a cura dei Deputati PD

A che cosa serve l’Europa? È importante dire innanzitutto a che cosa è servita, perché talvolta si ha l’impressione che l’Europa per molti rappresenti soltanto la politica di austerità degli ultimi cinque anni. Ma l’Europa è nata sessant’anni fa ed è servita in primo luogo a garantire la pace nel cuore dell’Europa, una pace che era stata brutalmente strappata due volte nel corso del Novecento…” (Presidente Napolitano, Palazzo del Quirinale, 13 aprile 2014). 1) L’euro ha privato l’Italia della sovranità monetaria. Ora non abbiamo gli strumenti per affrontare la crisi. I tassi di cambio sono determinati in larga misura dalle forze di mercato, è illusorio pensare che prima dell’euro le autorità monetarie decidessero autonomamente delle loro monete. Un tempo l’economia mondiale aveva come riferimenti principali il dollaro statunitense e il marco tedesco. Se perdita della sovranità c’è stata, questa non è stata determinata dall’euro o dall’Europa, ma dall’incapacità di tenere sotto controllo i conti pubblici. Come è accaduto quando la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo non sono più riusciti a collocare titoli di debito pubblico …

"Laureati, l'Italia è ultima", di Gianni Trovati

Il consuntivo dice «ultimi in Europa», e gli obiettivi ufficiali comunicati dall’Italia a Bruxelles nell’ambito della «strategia Europa 2020» lo confermano: ultimi siamo e ultimi resteremo, almeno fino al 2020. Tanta coerenza riguarda il tasso di laureati nella popolazione fra 30 e 34 anni di età. L’indicatore è piuttosto trascurato nel dibattito pubblico di casa nostra ma è centrale nei documenti europei, perché ancor più dei titoli di studio nella popolazione complessiva misura il «capitale umano» più importante per il presente e il futuro di un Paese. I numeri sono tutti scritti in documenti ufficiali – li ha spulciati per primo Roars.it, blog animato da un’associazione di docenti presieduta da Francesco Sylos Labini (si veda anche Il Sole 24 Ore del 16 aprile) – e sono parecchio efficaci nel raccontare una delle cause della crisi italiana. Il fenomeno non è nuovo, perché già nel 2009 superavamo in graduatoria solo Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania e Macedonia, ma negli ultimi anni si è aggravato: mentre l’Italia procedeva con i ritmi “tranquilli” del passato, portando al 22,8% la …

Serracchiani: "Con noi i fatti da loro solo insulti e rabbia", di Corrado Castiglione

Presidente, oggi Renzi torna a Napoli, nella stessa piazza in cui qualche giorno fa ha parlato Grillo: sarà un test anche per il Pd. Il partito come si presenta ad una settimana dal voto? «Il Pd – risponde Debora Serracchiani, vice-segretario dei Democratici e governatore della Regione Friuli – si fa forte del lavoro fin qui portato avanti dal governo. Abbiamo dalla nostra la forza dei fatti. Il governo ha dimostrato di poter cambiare molte delle cose che non piacciono agli italiani. Al di là delle riforme, c`è la concretezza del bonus mensile di 80 euro che sarà riconosciuto per sempre a 10 milioni di italiani, c`è il taglio Irap per le imprese, c`è il decreto lavoro con il quale si mette ordine con una norma di buon senso per i contratti a termine. Sono le premesse per garantire un`Europa diversa». Il confronto elettorale si sta riducendo ad un duello Renzi-Grillo: vi galvanizza o vi toglie qualcosa? «Guardi, noi pensiamo soltanto a portare avanti la nostra proposta. Per il resto io non credo ci sia …

Renzi twitta e rilancia: «Settimana chiave per la scuola, l’Italia riparte», di Valentina Longo

A sei giorni dal voto per le europee il presidente del consiglio torna sul patto di stabilità sbloccato e annuncia per venerdì le risposte ai sindaci e poi i cantieri. Renzi twitta e rilancia: «Settimana chiave per la scuola, l’Italia riparte». Con un tweet mattutino lanciato poco dopo le otto, il presidente del consiglio ha annunciato l’agenda della settimana, l’ultima di campagna elettorale, che riporta in primo piano un tema chiave per Matteo Renzi: la scuola, punto di partenza per il rilancio del paese, come aveva spiegato nel suo discorso di insediamento e poi ribadito tra l’atro nella lettera ai sindaci. Approvato il patto di stabilità, scrive, si può partire. A meno sei dal voto per le europee di domenica 25, l’impegno del governo è quello di passare in pochi giorni dalla risposta ai sindaci all’atteso avvio dei cantieri per l’edilizia, che dovranno rimettere in sicurezza le scuole. Prosegue così il rush finale verso le europee, che stasera porterà Renzi in piazza a Napoli. Parla il giorno dopo l’esortazione ad un voto che non sia …

"Perchè difendo l'Europa", di Enrico Palandri

La rete stradale romana, che si può ammirare anche su internet nella riproduzione della tabula Penteugeriana, si è sviluppata per ragioni militari. Poi l’abbiamo usata tutti. L’Europa, come l’Euro, è un progetto che ha oggi come propulsore l’attività delle banche e ci viene spesso spiegato attraverso molti dettagli economici poco illuminanti per la maggior parte della popolazione. Gli effetti collaterali del progetto europeo sono però così immensi e positivi, che sembra difficile immaginare possa davvero regredire se non con una guerra, un crollo, come purtroppo è spesso avvenuto tra i popoli del vecchio continente. Per farsene un’idea basta pensare alle guerre jugoslave del 1991-95 che sono costate oltre 100.000 morti. Al contrario, l’Europa è la vera ragione per cui tanti conflitti si sono dissolti, dall’Irlanda del Nord agli anni 70 italiani e tedeschi. La libera circolazione di persone e idee, il perdere senso dei nazionalismi a favore di una sempre più chiara identità europea, che si accompagna a identità locali che riprendono la loro antica fisionomia, ci hanno reso profondamente diversi. All’inizio del novecento, a …

"La ricetta di Stiglitz agli italiani incerti", di Mario Pirani

Pochi giorni fa il premio Nobel americano Joseph Stiglitz — noto per le sue posizioni anti austerità — ha svolto, nell’Aula Magna dell’Università Luiss di Roma, una Lezione — dedicata ad uno dei più importanti Presidenti di Confindustria del dopoguerra, Angelo Costa — dal titolo: “L’euro può essere ancora salvato?”. La sua risposta ha quanto mai colpito un pubblico, quello italiano, non abituato a un linguaggio così tagliente quando si tratta di parlare dell’economia europea. Per anticipare la risposta, se è vero che i Paesi non lasceranno l’euro, vi è un altro pericolo all’orizzonte: quello di una “sindrome giapponese” in cui si fa il minimo necessario per preservare la valuta comune, ma ci si condanna a sopportare costi enormi, danneggiando le capacità di lungo periodo dell’economia europea di crescere e generare occupazione. La sindrome giapponese, è il caso di notare, fu fatta di deflazione e crescita pressoché nulla per quasi un ventennio: due fenomeni che si rafforzano a vicenda tenendo conto che la riduzione dei prezzi è figlia della crisi da domanda e che quest’ultima …