"Tra euroscettici e populisti la missione della sinistra che può vincere" di Bernardo Valli
Alle origini fu un nome della mitologia, quello della principessa fenicia rapita e deposta sulla spiaggia di Creta da un toro bianco che era Zeus. Adesso per molti suoi cittadini sulla parola Europa c’è una fredda, indecifrabile impronta. Evoca valori concreti ma inafferrabili. Zattere sull’oceano economico e finanziario. In particolare una moneta non sempre amica, dietro la quale si annidano i tanti demoni del mercato: le banche, le società finanziarie, gli speculatori. Una moneta sganciata dai governi nazionali succubi del Grande fratello di Bruxelles di cui si diffida, anche perché lo si pensa tedesco. È un peccato, alla nostra Europa manca un po’ di quel “mito” moderno che è la politica. Le elezioni europee sono di solito noiose, non esercitano il richiamo di quelle nazionali, né sembrano riguardare problemi vicini come quelle locali. IL VOTO del 25 maggio si differenzia tuttavia dai precedenti perché è destinato a rafforzare le prerogative del Parlamento, e quindi a infondere più politica nell’Unione. E la politica è la linfa indispensabile per darle l’energia di cui manca. Sull’Europa pesa l’errata …