A tre giorni dalle trombe d’aria che si sono abbattute nel Modenese causando interruzioni della circolazione stradale, danni ad aziende e abitazioni e alcuni feriti lievi, «stiamo completando rapidamente la raccolta di tutti gli elementi per la richiesta dello stato di emergenza nazionale – ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione civile Paola Gazzolo – anticipata dalla dichiarazione dello stato di crisi regionale che sarà decretato dal presidente Vasco Errani», ai sensi della legge regionale 1 del 2005. Contemporaneamente, sottolinea Gazzolo, «stiamo lavorando per garantire a cittadini e imprese colpiti il ritorno alla normalità». In particolare, l’Agenzia regionale di Protezione civile è in continuo contatto con la Provincia e i Comuni interessati sia per seguire l’evolversi dell’evento sia per attivare tutte le misure necessarie. Intanto i danni si stimano intorno a decine di milioni di euro. Nei Comuni più colpiti dall’evento (Nonantola, San Cesario e Castelfranco) i vigili del fuoco hanno ultimato giovedì sera alle 20 le operazioni di messa in sicurezza tramite soprattutto operazioni di copertura e telonatura dei tetti delle aziende e delle abitazioni danneggiate dal forte vento. Sono stati nel complesso attuati una quarantina di interventi in un’area del raggio di 30 chilometri. Hanno operato squadre dei distaccamenti dei vigili del fuoco di Modena e delle Province di Parma, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna. Da una prima ricognizione effettuata dalla Protezione civile della Provincia di Modena con i tre Comuni colpiti, risulta che una settantina di aziende (50-60 nel solo Comune di Nonantola) hanno subìto i danni più gravi con un centinaio di immobili coinvolti. Riguardo le abitazioni private, le situazioni di danno più ingente ammontano a una trentina di unità, mentre ulteriori 50 abitazioni hanno subìto danni minori. È inoltre in corso una ricognizione degli assistenti sociali dei Comuni per verificare le condizioni dei cittadini coinvolti. Qualora emergessero ulteriori esigenze di assistenza, la Regione è pronta a farsi carico della sistemazione dei cittadini in strutture adeguate. Prosegue in parallelo la raccolta dei rifiuti, a seguito delle operazioni di pulizia delle aree interessate e, in particolare, sul fronte amianto è stato attivato il coordinamento tra Regione, Provincia, Asl, Arpa, Comuni e aziende di servizio incaricate della raccolta, con le stesse modalità già adottate per la tromba d’aria che si era verificata nel modenese il 3 maggio dello scorso anno, compreso un programma immediato di recupero e smaltimento del materiale contenente amianto localizzato nelle aree direttamente colpite dall’evento ad opera di ditte specializzate. Si è già partiti dalle aree pubbliche, parcheggi e strade e si proseguirà ora in tempi rapidi nelle aree in cui sono necessarie operazioni di bonifica. Intanto fino a questa notte la protezione civile ha attivato la fase di attenzione per pioggia intensa e temporali e per il rischio di criticità idrogeologica e idraulica con possibile superamento dei livelli di soglia nei corsi d’acqua. L’allerta coinvolgerà tutto il territorio della Regione. Sulla situazione che le zone colpite dal tornado si trovano ad affrontare intervengono anche i parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari. «Ci siamo recati nella zona colpita e abbiamo incontrato i sindaci dei Comuni che hanno subìto danni; nel contempo abbiamo mantenuto il contatto telefonico con la Regione e in particolare con il commissario straordinario Vasco Errani. Le stime dei danni sono ancora provvisorie: solo per quanto riguarda l’agricoltura si pensa a 5/6 milioni di euro. Da subito, ci siamo messi a disposizione dei territori per rappresentare a livello governativo l’ennesima difficile situazione verificatasi in una zona già duramente colpita. Attendiamo la pubblicazione del cosiddetto decreto legge Modena in Gazzetta Ufficiale, quello che prevede misure specifiche per i territori colpiti dall’alluvione del 19 gennaio scorso. È quello il provvedimento normativo in cui, in Parlamento, potremo e dovremo lavorare per far inserire anche la tromba d’aria del 30 aprile, oltre quella del 3 maggio 2013, tra gli eventi indennizzabili. Sul medio termine, dovremo ragionare insieme a tecnici ed esperti del cambiamento climatico, facendo tesoro delle indicazioni che il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ha consegnato alla politica e alle istituzioni. Non possiamo più parlare di eccezioni, ma di eventi estremi con i quali dobbiamo imparare a convivere adattando ad essi i sistemi di allerta, quelli di protezione delle colture agricole, il nodo idraulico modenese e i comportamenti dei cittadini tutti e delle comunità che non dovranno contribuire al peggioramento dei fattori che alterano il clima. È nostro compito lavorare su questi temi a livello normativo, ma bisogna farlo anche a livello culturale e dei comportamenti».
La Gazzetta di Modena 03.05.14