"Il negoziatore inaffidabile", di Sebastiano Messina
Berlusconi torna da Vespa e per dimostrare che è sempre quello di prima — il patteggiatore più inaffidabile che si sia mai visto — fa saltare subito il patto del Nazareno: la riforma del Senato «così non è votabile», annuncia, e l’Italicum «forse è incostituzionale». Non è cambiato nulla, insomma. Altro che padre della Patria. Alla vigilia delle europee il leader di Forza Italia — nel suo nuovo status di condannato con agibilità politica — rovescia il tavolo delle riforme, sostiene che «le regole della democrazia sono state obliterate », come se la Costituzione fosse un biglietto del tram, e attacca frontalmente l’uomo del gran rifiuto, il presidente che non gli ha voluto concedere la grazia: Giorgio Napolitano. L’accusa, durissima, è quella di aver tramato contro di lui. Non è nuova, ma stavolta è presentata con l’annuncio inedito di prove clamorose. Il presidente della Repubblica — sostiene Berlusconi tornando dopo 14 mesi di astinenza nello studio amico di “Porta a porta” — nel 2010 tentò di far cadere il mio governo, spingendo il mio principale …