Mese: Aprile 2014

"I veri diritti di mamma e papà", di Michela Marzano

Con la decisione presa ieri dalla Consulta sulla fecondazione eterologa è caduto l’ultimo paletto imposto dalla tristemente celebre legge 40. Non si potrà più impedire la fecondazione a chi, per avere figli, ha bisogno di ricorrere a un dono di gameti (ovuli o sperma). E non si potranno quindi più discriminare alcune coppie sterili. Perché d’altronde focalizzarsi sui legami genetici esistenti o meno tra genitori e figli senza accettare l’evidenza del fatto che non è certo il patrimonio genetico che rende una donna “madre” o un uomo “padre”? Come diceva lo scrittore francese Marcel Pagnol, quando un bimbo nasce, pesa tre o quattro chili. Poi cresce, e mette su i “chili amore” dei propri “ parents”, termine che in francese designa i “genitori sociali”, da non confondere con la parola “ géniteurs” che indica invece i “genitori biologici”. Ancora una volta, però, l’Italia è vittima di un provincialismo culturale che impedisce a molti di capire che la genetica non potrà mai spiegare la complessità dei legami familiari, e che le questioni “eticamente sensibili” dovrebbero essere …

"Un atto di fiducia verso gli elettori", di Chiara Saraceno

Una scelta spiazzante quella del PD. Dopo aver collaborato alla sconfitta degli emendamenti sulla parità di genere nelle liste elettorali al momento dell’approvazione dell’Italicum alla Camera, per le elezioni europee ha deciso di mettere come capolista nelle cinque circoscrizioni tutte donne, e di avere “solo” il 60% di uomini in lista. Certo, il sistema elettorale con cui si vota per il Parlamento europeo è meno rigido, meno pre-ordinato sia del passato Porcellum sia del futuro Italicum. Non ci sono liste bloccate e gli elettori possono indicare fino a tre preferenze. Quindi, in teoria, possono votare tutti uomini, o tutte donne, a prescindere da come sono collocati in lista. Ma si sa che la collocazione è importante per la visibilità di un candidato/a e per le sue chances di essere eletto. La scelta di mettere tutte donne capolista, soprattutto, è un atto di fiducia, prima che nelle donne, negli elettori. Rompendo con la tradizione che vuole capilista personaggi (per lo più uomini) riconoscibili perché da sempre sulla scena, o perché fanno un mestiere che li rende …

"Se chiudere i confini toglie futuro ai giovani", di Carlo Bastasin

Ogni giorno vediamo i difetti dell’euro e dell’Europa. Ma uscire dall’euro non significa prendere le distanze dai problemi che denunciamo. Significa invece negarsi i mezzi di affrontarli e porvi rimedio. Significa fare il gioco di chi prospera in una società chiusa, grazie alle proprie rendite di posizione. Significa in ultima istanza favorire la casta. La stessa che ha prodotto un debito pubblico enorme negli anni Settanta e Ottanta, che pesa oggi su di noi e che peserà ancora in futuro. Infatti, se c’è qualcuno che dovrebbe ribellarsi a chi li invita ad abbandonare l’Europa o l’euro, sono i giovani. Di tutte le accuse all’idea europea, la più penetrante è che sia un progetto delle elites per le elites. Perché è un’accusa vera, ma non veritiera. Perché il progetto visionario di uomini senza seguito, armati della speranza nel ragionamento, voleva proprio smontare le gerarchie feudali che tenevano le società europee immobili dentro confini nazionali che erano anche paludi morali. La risposta italiana all’apertura dei confini è stata invece quella di allargare la palude. Se c’è una …

"In università pochi apprendisti", di Claudio Tucci

Nato una decina di anni fa con le migliori intenzioni di integrare mondo della formazione terziaria e impresa, l’apprendistato in università stenta ancora a decollare. Con numeri che parlano chiaro: nel 2012 a fronte di 504mila contratti di apprendistato “professionalizzante” (quello di secondo livello, utile “a imparare un mestiere”) appena 234 hanno riguardato l’apprendistato per l’alta formazione e la ricerca (di cui 142 solo in Lombardia). Performance che segnano forti distanze rispetto a Paesi nostri competitor, come la Francia che su 420mila giovani occupati ogni anno con contratti di apprendistato, oltre il 10% (vale a dire più di 42mila unità) frequentano studi a livello terziario. Il confronto è praticamente impari con la Germania che con il suo “sistema duale” occupa, anche se prevalentemente nel ciclo secondario, quasi 1,7 milioni di ragazzi che vengono ospitati dalle aziende tedesche (70% nel settore dell’industria e commercio; il restante 30% nelle imprese artigiane). E anche in Inghilterra è in corso un dibattito su una nuova proposta di riforma dell’apprendistato (la «Richard Review») che fa perno sulla necessità di porre …

"Bentornati nel mondo reale", di Massimo Giannini

Stavolta, a Palazzo Chigi, niente slide e pesciolini rossi. Il Def è un documento cruciale. Impegna il governo non solo di fronte al Paese e al Parlamento, ma anche e soprattutto di fronte alla Commissione Europea e poi all’Ecofin, che dovranno esaminarlo, approvarlo o correggerlo nel prossimo mese di giugno. Per questo, in attesa di leggere il testo definitivo varato dal governo, la prima e la più importante valutazione da fare è che la fase delle televendite è conclusa, o quanto meno sospesa. Matteo Renzi rinuncia ad usare le sue abituali “armi di persuasione di massa”. PIER Carlo Padoan comincia ad usare le sue essenziali “strategie di contenimento”. Il risultato è un Documento di Economia e Finanza ancora denso di zone d’ombra, ma sufficientemente credibile sul piano numerico, e sostanzialmente condivisibile sul piano politico. Il roboante esordio nella stanza dei bottoni e l’ubriacante tour nelle capitali europee ci avevano restituito un presidente del Consiglio fin troppo convinto che «l’Europa cambia verso» e che l’Italia può «forzare» la griglia degli impegni comunitari. La conferenza stampa di …

"Il Governo approva il DEF: si punta su nuovo reclutamento e sviluppo delle carriere", di Alessandro Giuliani

Nella serata dell’8 aprile il Consiglio dei Ministri ha fatto, con il Documento di economia e finanza 2014, di voler rivedere i modelli di selezione e gestione del personale: largo a valorizzazione del merito, con un nuovo contratto che prevede un più rapido ed efficace metodo di reclutamento di insegnanti e ds. C’è poi l’impegno a rafforzare lo sviluppo professionale. Gli altri punti su cui intervenire: sicurezza, apprendistato, istruzione tecnica, lotta a Neet e dispersione, più lingua inglese e connettività wi-fi.​ Sono diversi i passaggi riguardanti la scuola nel Documento di Economia e Finanza. Si va dall’edilizia, passando per l’apprendistato, per la lotta alla dispersione e il miglioramento della lingua inglese a tutti i livelli scolastici e per l’avanzamento delle tecnologie digitali nelle scuole italiane. Ma il punto più controverso, su cui si sposterà sicuramente l’attenzione nei prossimi giorni, è quello dalla valutazione. Di istituti e docenti che vi operano. All’interno del documento si indica la necessità di dare “piena attuazione, a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico, del Regolamento per l’applicazione del Sistema Nazionale …

"Eva Braun gli ebrei e gli inganni del Dna", di Adriano Sofri

La notizia ha fatto il giro del mondo: Eva Braun era ebrea. Lo prova il suo Dna, rintracciato grazie a una spazzola da capelli. La notizia voleva colpire: Che scherzi fa la storia! Però dava per assodato che l’antica questione di che cosa voglia dire essere ebrei si risolvesse (di nuovo) in un dato biologico: a definire l’essere ebrei è un’analisi del Dna. Ormai, oltretutto, alla portata di (quasi) tutte le tasche, in rete. Il razzismo biologico, dall’Ottocento in qua, aveva proclamato di fornire un fondamento scientifico alle sue due pretese essenziali: 1 che il genere umano si divida in razze diverse, e 2-che le razze non siano solo diverse, ma superiori e inferiori. Inferiori fino al punto di meritare d’essere sterminate. Se il primo assunto, l’esistenza di razze diverse, fosse stato vero, la conseguenza — superiori e inferiori, fino alla “subumanità” — non sarebbe stata meno arbitraria, infame e criminale. Quella pretesa “scienza”, cui l’accademia italiana del ventennio si prostituì largamente, non era la premessa dell’odio razzista, ma la sua serva. LA genetica ha …