Mese: Aprile 2014

"Delrio: parità di genere anche nelle nomine Oggi il governo decide", di Goffredo De Marchis

Tutto pronto per le nomine delle grandi aziende pubbliche Enel, Eni, Finmneccanica e probabilmente per Terna e Poste. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio annuncia il rispetto della parità di genere anche nella scelta dei manager. A Repubblica, Delrio spiega anche come verrà finanziato il bonus da 80 euro per i redditi più bassi. Il capo dello Stato, intervistato da Fazio, dice che bisogna ridurre il debito «per i figli e non per la Ue: non si può lasciare ai giovani un fardello da ottanta miliardi all’anno d’interessi». Con le nomine delle grandi aziende pubbliche il governo si propone «una rivoluzione culturale» attraverso la promozione di manager uomini e donne in egual misura. «Una sostanziale parità di genere – annuncia il sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio – per colmare un ritardo dell’Italia che è di almeno 30 anni». Oggi Matteo Renzi sceglierà i vertici di Eni, Enel, Finmeccanica e Poste. Ma questa è anche la settimana del decreto sul taglio dell’Irpef, gli 80 euro in busta paga da maggio, con le relative …

"Perché servono candidature che funzionino", di Stefano Lepri

Se il 25 maggio sarà una bella domenica di sole, alcuni avranno la tentazione di passarla al mare o in campagna. «Tanto il Parlamento europeo ha pochi poteri» si dirà, per trovare una scusa. Ma non è così. L’assemblea di Strasburgo era senza poteri o quasi la prima volta che fu eletta a suffragio universale, 35 anni fa. Poi, piano piano, se ne è guadagnati sempre di più. Certo non ha il potere di iniziativa legislativa, come la hanno – la devono avere – i Parlamenti nazionali di uno Stato sovrano democratico. Però le leggi europee vi vengono discusse e cambiate. Le maggioranze che vi si formano influiscono sugli eventi politici. Seppur in modo mediato, il peso dell’opinione pubblica vi si fa sentire; può correggere i compromessi di potere tra governi. Il caso più recente è quello dell’unione bancaria: per opera del Parlamento europeo l’accordo finale è meno segnato dalle riluttanze tedesche di quanto lo fosse l’accordo originariamente raggiunto tra i ministri; rende meno opaca e meno macchinosa la procedura per impedire che le difficoltà …

"Nelle urne sarà una partita a due", di Ilvo Diamanti

Non ci sono ancora dati attendibili, in vista delle Europee. Stimare in modo credibile le scelte di voto, con troppo anticipo, è difficile. E, prima ancora, rischioso. Basti l’esempio delle elezioni politiche del 2013. E fare pronostici, partendo dai sondaggi, oggi è ancor più insidioso dell’anno scorso. UNPO’ per i limiti dello strumento. Ma soprattutto perché sono molti gli elettori indecisi, che scelgono all’ultimo momento se e per chi votare. L’anno scorso, ad esempio, secondo le indagini del LaPolis dell’Università di Urbino (pubblicate in Un salto nel voto, Laterza), oltre il 10% degli elettori del M5s (3-4 punti, in termini complessivi) maturarono la loro scelta negli ultimi due giorni. I last minute voterpremiarono largamente il M5s ai danni del Pd. Oggi, comunque, per azzardare stime di voto — usandole come previsioni — c’è la complicazione del tempo. E del tipo di elezione. Manca ancora molto. E, soprattutto, si tratta di elezioni europee. Che gli elettori hanno sempre affrontato in modo diverso, rispetto alle altre consultazioni. Usandole, di frequente, come un test per lanciare messaggi “interni” …

"Il sangue e il cuore", di Adriano Sofri

Di colpo, affascinati, spaventati e ignoranti come siamo, i più, di bioingegneria, siamo costretti a chiederci con che sentimenti, con che orientamento morale e con che coraggio umano accoglieremmo la notizia che la nostra creatura, le nostre creature, non sono biologicamente nostre, bensì di nostri simili che hanno affrontato la nostra stessa trafila medica per il desiderio di diventare madri e padri. Le adozioni ci hanno preparati, ma fino a un certo punto PER un padre, l’orgoglio umanissimo e anche un po’ losco, di vedersi continuato nel proprio sangue, in qualcuno che gli somigli, e comunque di non esser padre per un equivoco terribile, sarebbe messo a dura prova. Ma un uomo non ardisce di figurarsi che cosa voglia dire averla dentro di sé, a diventare parte e prender possesso del proprio corpo, la nuova creatura figlia d’altri: le due nuove creature dell’avvenimento romano. Il film di Hirozaku Koreeda che ha commosso il pubblico, Father and Son, racconta soprattutto le due paternità diverse, il come si diventa padri. Come si diventi madri, non proviamo nemmeno …

"Abilitazione scientifica serve subito chiarezza", di Manuela Ghizzoni

L’abilitazione scientifica nazionale (ASN) è un requisitio indispensabile per partecipare ai concorsi banditi dalle singole università per reclutare/promuovere i docenti. Mira a contemperare due diverse, legittime esigenze: quella delle comunità disciplinari nazionali di valutare i candidati per escludere dai concorsi coloro che non raggiungano uno standard accettabile per la fascia accademica richiesta; quella degli atenei di reclutare i professori in base alle proprie necessità didattiche e scientifiche. L’Asn era stata inizialmente apprezzata da coloro, come i ricercatori precari, che speravano in valutazioni di maggiore obiettività per la presenza di commissioni nazionali sorteggiate e di parametri quantitativi da rispettare. Si è però ingenerato l’equivoco che l’Asn sia una sorta di mega-concorso di reclutamento e non una verifica ad personam della maturità scientifica raggiunta. Non v’è intervento, anche in Parlamento, che non utilizzi la parola «concorso» parlando dell’abilitazione! L’equivoco abilitazione=concorso ha portato addirittura a scandalizzarsi per l’indicazione preventiva dei futuri abilitati quando è evidente che la qualificazione di ciascun ricercatore è già ben nota a tutti i membri di comunità disciplinari relativamente piccole. Non si tratta di …

"Volti giovani e voglia di vincere: a Torino il nuovo Pd", di Maria Zegarelli

Ci sono tanti ragazzi e tante ragazze. E questa è la prima cosa che si nota arrivando nel grande catino che è il Palaolimpico di Torino, loca- tion scelta per aprire la campagna elettorale delle elezioni di maggio. Giovani che spingono e avanzano per il selfie con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e poi lo rilanciano velocissimi su twitter e facebook, mentre arrivano alla spicciolata le donne candidate, alle comunali, alle regionali, all’europarlamento. Tante e per la prima volta. Il parterre vede schierati il sindaco di Torino, Piero Fassino, il capogruppo della Camera, Roberto Speranza, i ministri Maria Elena Boschi e Andrea Orlando, la nuova classe dirigente renziana, ma anche l’ex ministro Cesare Damiano, che qui è di casa, i bersaniani Nico Stumpo e Davide Zoggia, arrivati a Tori- no mentre a Roma Gianni Cuperlo riunisce la minoranza e Massimo D’Alema invita a lavorare sodo per tornare a esse- re maggioranza. A Torino vanno in scena il volto nuovo del Pd, i suoi slogan e le sue nuove liturgie, la svolta buona e il …

"Il ritorno a casa del made in Italy", di Maurizio Ricci

A volte ritornano. Dalla Cina, dal Bangladesh, dalla Romania, eccoli di nuovo sulla Riviera del Brenta, sull’Appennino tosco-emiliano, intorno a Firenze, come se il vento della globalizzazione fosse girato di colpo. Soprattutto dopo la crisi del 2008, un numero crescente di imprese italiane sta rinunciando alle strategie di delocalizzazione e rimpatriando intere linee produttive. IL FENOMENO è mondiale, dall’America all’Europa. Negli Stati Uniti, fa addirittura parlare di rinascita dell’industria manifatturiera nazionale. Forse, gli americani esagerano. I numeri, però, cominciano ad essere indicativi, dice Luciano Frattocchi, dell’università dell’Aquila. Insieme a colleghi di Catania, Udine, Bologna, Modena e Reggio, Frattocchi ha costruito un gruppo di ricerca — UniCLUB MoRe — che tiene il conto. Negli Usa, sono ormai 175 le decisioni di rimpatrio, totale e parziale, di produzione. Ma dopo gli Usa, la classifica mondiale dei ripensamenti vede le aziende italiane, con un’impennata a partire dal 2009. Sono 79 unità produttive, che coinvolgono una sessantina di aziende. Circa il doppio di quanto si registra in Germania, in Gran Bretagna o in Francia. In un momento di diffusa …