Mese: Aprile 2014

"Evaso 1 euro ogni 4 pagati sottratti 120 miliardi all’anno peggio di noi solo la Grecia", di Federico Fubini e Roberto Mania

In tre decenni la sua forza di fuoco in termini finanziari è quasi triplicata. Oggi l’evasione vale circa l’8 per cento del Pil, rispetto a un livello inferiore al 4 per cento dei Paesi europei più efficienti e capaci di conciliare crescita, conti in ordine e equità. Secondo la maggior parte delle stime, peggio dell’Italia fa solo la Grecia. Ma non c’è alcun dato certo perché nessun governo ha mai osato una stima pubblica e ufficiale della massa di risorse sottratte al fisco, o meglio delle tasse scaricate sui contribuenti onesti o incapaci di sottrarsi da quelli che invece sono capacissimi di farlo. Per quanto incredibile possa sembrare, questo Paese colpito e affondato dall’evasione non ha mai fatto lo sforzo di misurarla e poi informarne i cittadini. «Non esistono stime ufficiali», ha spiegato di recente ai membri della Commissione Finanze del Senato il generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, augurandosi che presto si arrivi a formularla. Non dev’essere impossibile, dato che per esempio ogni anno in Gran Bretagna il governo calcola con precisione (e …

"García Márquez, siamo tutti a Macondo", di Gianni Riotta

Si è spento nella sua casa di Città del Messico, con la moglie Mercedes e i due figli Rodrigo e Gonzalo accanto. Il romanziere colombiano Gabriel García Márquez, Nobel nel 1982, era malato da tempo. Dodici anni dopo la dura battaglia con un tumore linfatico, il cancro aveva invaso il suo corpo e lo scorso 3 aprile era stato ricoverato per una polmonite e un’infezione, ma lunedì gli era stato permesso di ritornare alla sua abitazione. L’autore di Cent’anni di solitudine aveva 87 anni. Il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha subito espresso in un tweet «mille anni di solitudine e tristezza per la morte del più grande dei colombiani di tutti i tempi. Solidarietà e condoglianze a Gabo e alla famiglia». «Per sempre Gabriel», ha invece titolato a tutta pagina il quotidiano di Bogotá El Espectador. La centralinista all’ingresso del quotidiano il manifesto si rivolse perplessa al giovane reporter di passaggio in una mattinata chiara: «Ascolta, questo signore dice di essere Gabriel García Márquez». Il ragazzo, stupito, riconobbe l’autore del romanzo Cent’anni di …

"Un labirinto inestricabile", di Michele Ainis

I dipendenti pubblici? Una mandria di sfaticati. I loro dirigenti? Mandarini del Celeste Impero. Le burocrazie locali? Centri di spreco e corruzione. Nella furia iconoclasta che s’abbatte sugli uomini (e le donne) dello Stato, non si salva più nessuno. E il presidente del Consiglio offre un megafono a questo sentimento popolare, trasformando il rancore in urlo di battaglia: promette una lotta «violenta» alla burocrazia, annuncia che a maggio il suo governo entrerà «con la ruspa» nelle casematte della pubblica amministrazione. Giusto, se l’offensiva riuscirà a sgominare le inefficienze e prepotenze burocratiche. Sbagliato, se vi fiammeggia un odio verso tutto ciò che è pubblico, di tutti. Perché siamo noi, lo Stato. È la maestra che insegna matematica ai nostri bambini, guadagnando meno d’una colf. È il poliziotto che fa il turno di notte nelle strade, a bordo di volanti scalcinate e sempre a corto di benzina. È il medico del Pronto soccorso, che s’arrangia risparmiando sulle garze. Ed è anche il burocrate con la sua penna d’oca in mano, come no. Ma per difenderci dalle vessazioni …

"Emma Castelnuovo, la matematica che vedeva con la mente", di Michele Emmer

«Nel 1932 mi iscrivo all’Università, matematica e fisica: Ero sempre andata male in matematica: ho avuto per gli otto anni di scuola secondaria un insegnamento formale e ripetitivo. Mi iscrivo a matematica e fisica con l’idea di passare a fisica: dopo un anno, sono passata a matematica. Nel 1934-35 al 3° anno seguo il corso di Federico Enriques. Ho ancora i quaderni di appunti, anche se era impossibile prendere appunti. Il nostro era un continuo esercizio a vedere con la mente». Chi scrive queste parole ha avuto Enriques come zio, Guido Castelnuovo come padre, due dei più importanti matematici italiani del novecento, ben noti nel mondo. Emma Castelnuovo, che di lei si tratta, ha avuto una vita piena di interessi e di idée. Una vita attivissima che si è interrotta a 100 anni domenica 14 aprile. Raccontava Emma: «Nel 1938 fu proibito in Italia, ai bambini, ai ragazzi, ai giovani ebrei di frequentare le scuole pubbliche e l’università. E fu proibito, naturalmente, ai professori ebrei di insegnare. Nelle grandi città come Roma, Milano fu organizzata …

"In picchiata verso la catastrofe? Il governo dell’università italiana in un grafico", di Andrea Mariuzzo

Il 21 febbraio scorso, al secondo convegno organizzato da ROARS su Politiche per la ricerca e formazione terziaria in Europa. Le sfide per l’Italia, Paolo Rossi, docente all’Università di Pisa, ha presentato un documentato intervento su Il reclutamento accademico nel contesto della crisi, in cui ha commentato l’andamento delle curve di assorbimento di personale nei ruoli universitari. Rinviando al video del suo intervento integrale per ulteriori specificazioni, mi limiterò a prendere in considerazione uno dei grafici da lui presentati, efficacemente riassuntivo della situazione: Le curve mostrano rispettivamente il numero di ricercatori universitari a tempo indeterminato, professori associati e professori ordinari selezionati dal sistema di reclutamento universitario dal 2006 al 2013. Un primo elemento salta chiaramente agli occhi: la comune tendenza alla decrescita fino ad avvicinarsi quasi allo zero. Si tratta di un andamento significativo se si tiene conto di due fattori destinati a pesare nel medio-lungo periodo. In primo luogo, che questi numeri (al contrario di quanto ingenuamente assumono i non addetti ai lavori) sono al lordo delturnover con i pensionati: in pratica, in un …

"Stampa, 1.600 occupati in meno. Lotti: i fondi ci sono Gli editori fanno il punto: bene il web, ma è un momento difficile" di Rachele Gonnelli

Gli editori presentano i dati di quella che definiscono «la crisi nella crisi»: la drammatica situazione della carta stampata, soprattutto dei quotidiani, comparto che sta vivendo il suo anno più buio e sprofonda in una recessione ben peggiore del resto dell’economia italiana. Più che un grido di dolore suona però come una tromba di carica. Finito di illustrare le slide, la vice presidente Fieg Azzurra Caltagirone chiarisce qual è la ricetta degli editori per risolvere la divaricazione del 2013 della forbice tra costi e ricavi: nel 2013 che si sta chiudendo per le aziende nel rapporto tra costi e ricavi si è passato dal non aver margine al margine negativo, mentre il fatturato pubblicitario dei quotidiani è crollato del 19,4 per cento, le copie sono cadute del 6,5 complessivamente. «Siamo aziende in cui la prima voce di costo è quello del lavoro – ha detto Azzurra Caltagirone -, pur andando a una riduzione degli addetti la dinamica contrattuale non è più sostenibile. Così come il numero di addetti non è più sostenibile». A suo dire …

"Anti-euro divisi dai nazionalismi", di Paolo Soldini

Boom è una piccola città del Belgio a metà strada tra Bruxelles e Anversa ed è considerata una roccaforte del Vlaams Belang, il partito indipendentista fiammingo erede del Vlaams Blok. Partito, quest’ultimo, che nel 2004 si sciolse dopo che un tribunale aveva incriminato i suoi leader per razzismo. Marion Maréchal-Le Pen è una giovane parlamentare del Front National francese e, come si intuisce dal nome, ha parentele impegnative: nipote del fondatore del movimento Jean-Marie (suo nonno) e di Marine Le Pen (sua zia). Il 29 settembre scorso Marion era a Boom, invitata da Philip «Filip» de Winter, capo del Vlaams Belang per portare «agli amici fiamminghi» i saluti del Front e un’offerta di alleanza politica in vista delle elezioni europee. La ragazza, però, non parla il neerlandese e così si rivolse alla platea in francese. Errore clamoroso: quando si sentì apostrofata nell’odiato idioma degli odiati connazionali francofoni, la platea fiamminga esplose in una violenta protesta. «Questa non è dei nostri, è vallona e magari è pure di sinistra, forse proprio comunista»: così i commenti raccolti …