"Se riparte l'economia ma il credito resta fermo", di Carlo Bastasin
Con zelo e buona sorte, quasi tutti gli indicatori dell’eurozona sembrano muoversi nella direzione giusta a un mese esatto dalle temute elezioni europee. Così, sfidando il diffuso euroscetticismo, entra nel dibattito elettorale l’interrogativo se la crisi stia addirittura finendo. In fondo l’economia tedesca sta dando segni di grande vigore e i Paesi confinanti ne ricevono impulso. La Spagna ha chiuso il primo trimestre 2014 con la crescita più alta da sei anni. La Grecia ha un surplus di bilancio maggiore del previsto. Inoltre il Portogallo, come già aveva fatto l’Irlanda, è tornato a finanziarsi sui mercati e vuole uscire dal programma di assistenza grazie a risultati di bilancio migliori di quelli richiesti dalla troika. Quanto ai “mercati” sembrano piuttosto contenti di se stessi. In effetti i dati sono più controversi e l’ottimismo andrebbe quanto meno temperato. La disoccupazione nei Paesi critici è esorbitante, il livello degli investimenti lontano da quello del 2008. L’ipotesi che le riforme approvate nei Paesi più fragili abbiano modificato il clima di business è da verificare. I debiti pubblici continuano ad …