"Le sue storie magiche tra realtà e poesia", di Paolo Collo
Se è vero – come diceva Franco Lucentini – che le prime righe di qualsiasi romanzo sono fondamentali per il successo di un libro, si può dire che alcuni autori di lingua spagnola hanno dato un grosso con- tributo a questa tesi. Come Miguel de Cervantes, ad esempio: «In un paese della Mancia, di cui scordo il nome, abitava non molto tempo fa un gentiluomo di quelli con la lancia esposta nella rastrelliera, lo scudo antico, un cavallo tutto os- sa e un buon cane da caccia». O il messicano Juan Rulfo autore di Pedro Páramo: «Venni a Comala perché mi avevano detto che mio padre, un tal Pedro Páramo, abitava qui. Me lo disse mia madre. E io le avevo promesso che sarei venuto a trovarlo quando lei fosse morta». O come l’inizio di Cent’anni di solitudine del colombiano Gabriel García Márquez, scomparso l’atro ieri a Città del Messico all’età di ottantasette anni: «Molti anni dopo, di fronte al plotone d’esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui …