Mese: Marzo 2014

"Un new deal contro la medicina amara dell’austerità", di Carlo Buttaroni

Nel 1933, gli Usa avevano il prodotto interno lordo ridotto a due terzi rispetto a quello di quattro anni prima, il tasso di disoccupazione sfiorava il 25% e 15milioni di persone erano senza lavoro. Gli investimenti privati erano crollati del 90% e moltissime imprese stavano fallendo strette dai debiti. Per arrestare la spirale recessiva, il presidente Franklin Delano Roosevelt attuò un programma di interventi economici potentissimi che agivano sul lato dell’offerta e su quello della domanda, cercando di sostenere l’attività industriale e l’occupazione, anche a costo di gravi deficit di bilancio. I primi cento giorni della presidenza Roosevelt rimasero famosi perché il Congresso, stimolato dal governo, approvò, una dopo l’altra, una serie di leggi fra le quali un vasto programma di aiuti ai ceti più colpiti dalla crisi. Furono creati enti federali come la Federal Emergency Relief Admini-tration e la Civil Works Administration, il Civilian Conservation Corps (che assunse 500mila giovani, per impegnarli in opere di rimboschimento e di controllo delle acque), e la Tennessee Valley Authority che diede l’avvio all’industrializzazione degli Stati meridionali e …

«Illegale pretendere soldi dalle famiglie degli alunni», di Leonard Berberi

L’ultima circolare lo scriveva chiaro il 7 marzo del 2013. E non cambiava, di una virgola, quello che aveva già sostenuto l’anno prima. «I contributi scolastici sono volontari». E ancora: «Nessun istituto può subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo». In caso contrario «non solo è illegittimo, ma si configura come una grave violazione dei propri doveri d’ufficio». Più esplicito, non si può. E, invece, le cose non stanno proprio così. Decine di istituti scolastici continuano a fare finta di nulla. A volte cambiano il nome del «contributo», ma non la sostanza. In alcuni casi avvertono, usano toni da ultimatum. E per la famiglie si traduce in un costo di almeno 60 euro. In alcuni casi anche di 300. Su siti come Skuola.net continuano ad arrivare decine di segnalazioni. Una situazione inaccettabile, secondo il Miur. «Mettere la scuola al centro per il governo significa non solo restaurare muri e ridipingere pareti, come stiamo facendo — spiega al Corriere il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini —, ma anche tornare a investire per migliorare la qualità …

"Se l’Italia non crede all’Italia", di Michele Ciliberto

Negli ultimi giorni sono accadute due cose che meritano una riflessione. La prima è una dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz: «L’Italia è un Paese del G8, ma quando sono in Italia ho l’impressione che gli italiani lo dimentichino. L’Italia è uno dei Paesi industrializzati maggiori al mondo, è la quarta economia: se non ci sarà crescita in Italia, non ci sarà neppure in Europa». La seconda è la polemica che è scoppiata sui giornali italiani su un (presunto) sorrisino del presidente della Commissione europea Barroso e di van Rom- puy a proposito delle posizioni sostenute dal presidente del Consiglio italiano a Bruxelles: è dello stesso tipo di quello di Sarkozy e della Merkel sull’allora premier Silvio Berlusconi, oppure no? E in ogni caso, che giudizio implica sul nostro Paese? Sono due fatti singolari che vanno venire alle labbra la stessa domanda: che idea gli italiani hanno di se stessi? E su questo punto il presidente – tedesco – del Parlamento europeo coglie un aspetto rilevante: gli italiani non sanno chi sono, se …

"La paura e le ferite", di Bernardo Valli

Anche se attese, scontate, le sconfitte elettorali fanno male. Bruciano in particolare se a contribuire all’insuccesso della sinistra è il Front National, il partito populista di Marine Le Pen. Ed è quel che si è verificato alle municipali francesi di ieri, alla prima consultazione nazionale dalla vittoria presidenziale di François Hollande, avvenuta due anni fa. Mentre lo spoglio era ancora in corso, Jean Marc Ayrault si è affrettato a definire inquietante il numero voti ottenuto dai candidati dal partito populista e ha esortato gli elettori «di sinistra e di progresso » a mobilitarsi per arginarlo al secondo turno, domenica prossima. Un appello d’emergenza che dà il clima della Francia mentre si contavano ancora i suffragi. E’ stato evocato il Fronte repubblicano, ossia la tradizionale unione dei partiti democratici contro il movimento un tempo apertamente xenofobo, reso più presentabile da Marine, l’abile figlia di Jean-Marie Le Pen, il fondatore. Ma in realtà quella strategia antifascista è invocata ma non più tanto praticata. Il centrodestra (Ump) attraverso il leader, François Copé, ha invitato i suoi a non …

"Fosse Ardeatine. Dopo 70 anni ecco il volantino fascista che mentì sull’appello a consegnarsi", di Luca Baiada

Pezzo di pane da 100 grammi. Scarsino, eh? Dal 25 marzo 1944, è la razione giornaliera stabilita per i romani. Ogni altro cibo è introvabile o molto costoso. Proprio settant’anni fa, a Roma, dopo l’attacco partigiano in via Rasella (23 marzo 1944) e prima delle Fosse Ardeatine (24 marzo), un comunicato invitò i partigiani a consegnarsi ai tedeschi, per evitare il massacro. Questa odiosa bugia, che offende i 335 morti, la Resistenza e gli italiani, è smentita da libri e sentenze, ma qualcuno ancora la ripete. Si sa, «il più solido piacere di questa vita è il piacer vano delle illusioni », come scrive Heidegger. Adesso, un archivio restituisce un documento. Ne era nota l’esistenza, ma per tracce confuse. Vediamo meglio. Dopo il massacro, a fine marzo 1944, forse il 29, c’è una riunione dei fascisti romani seguita da un volantino. Le carte del Pfr romano sono perdute. Però all’Irsifar (l’Isituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza), a Roma, ho trovato un foglio dove sta scritto: «Partigiani vigliacchi e assassini! Romani! In …

"Il rilancio passa dall’Europa", di Paolo Guerrieri

L’ultimo Consiglio europeo e gli incontri a Parigi e Berlino del Presidente Renzi se hanno confermato da un lato la dura realtà degli equilibri di potere oggi imperanti in Europa, hanno anche fornito al nostro governo preziose indicazioni per la strategia di politica economica da definire nelle prossime settimane. A condizione che vengano lette correttamente e, soprattutto, si traducano in scelte e iniziative all’altezza delle sfide esistenti. La fiducia europea e dei mercati verso il nostro Paese dipenderanno da queste. Una prima indicazione emersa è la conferma di una situazione di fatto per noi assai rilevante: il rilancio economico dell’Italia ha bisogno della crescita in Europa, ma altrettanto fondamentale per la stabilità e il futuro della moneta unica europea è un’Italia rinnovata, in grado di riprendere un sentiero di sviluppo. Se si parte da qui, si può meglio comprendere la duplice sfida di fronte oggi al nostro Paese: realizzare all’interno le riforme necessarie a aumentare il nostro potenziale di crescita che si è praticamente azzerato negli anni della Grande Crisi, da un lato; poter guadagnare …

"Chi investe in cultura rilancia l'Italia", di Fabrizio Galimberti

«In Italia per trent’anni sotto i Borgia vi furono lotte armate, terrore, assassini e spargimento di sangue, ma ci furono anche Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, hanno avuto 500 anni di democrazia e pace, e che cosa hanno prodotto? L’orologio a cucù». (Orson Welles, in «The Third Man»). La battuta cattiva (la Svizzera non la merita) è di Orson Welles, un autore americano, quello che diresse anche un film famoso, «La guerra dei mondi». Ma serve a sottolineare che in un Paese possono coesistere cose molto brutte e molto belle. Come in Italia, dove ci sono molte cose che non funzionano nel presente, ma anche molte cose che hanno funzionato nel passato, e che in parte funzionano ancora. L’Italia ha un retaggio culturale impressionante. Non ci sono molte classifiche nelle quali l’Italia è la prima del mondo, ma almeno una c’è: come vedete qui in basso l’Italia, fra tutti i Paesi, ha il maggior numero di siti designati dall’Unesco come «Patrimonio culturale dell’Umanità». Cosa c’entra l’economia con …