Mese: Marzo 2014

"Il decreto sugli scatti diventa legge n. 41", di R.P. da La tecnica della scuola

E’ stata pubblicata nella G.U. del 24 marzo ed entra in vigore il 25. Adesso non ci sono più motivi per aspettare ancora: nei prossimi giorni dovrà prendere avvio la contrattazione fra Aran e sindacati per chiudere la vicenda. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 marzo il testo della legge n. 41 che recepisce, con modifiche, il decreto n. 3 del 23 gennaio scorso in materia di disposizioni temporanee e urgenti in materia di proroga degli automatismi stipendiali del personale della scuola, Il provvedimento di legge, come è ormai noto, dà soluzione alle difficoltà intervenute dopo l’entrata in vigore del DL 122 (il cosiddetto “decreto D’Alia”) che aveva prorogato di un anno il blocco della progressione di carriera legata all’anzianità di servizio previsto dal “vecchio” decreto 78 del 2010. In sede di conversione in legge il decreto ha subito una importante modifica in quanto è stato inserito un comma che impedisce il recupero delle somme erogate al personale Ata destinatario delle cosiddette “posizioni economiche”. La copertura finanziaria per questa disposizione normativa arriva da un taglio …

"Nel paese dei nomòfobi", di Franco Cordero

Etimologia greca: nómos (da némein, spartire) significa regola, limite, misura; sopra Zeus, legislatore celeste, vigono norme fondamentali, perché nel cosmo regna la Moira, un equilibrio impersonale. Molti italiani sono nomòfobi, sordi all’idea d’una razionalità normativa, e smaniano seminando disordine. Il fenomeno esplode un secolo fa, contro Giolitti, colpevole d’essere democratico, impoetico, non eroico. Appartengono allo stesso ceppo estetismo dannunziano, retorica imperialista (l’Italia proletaria, in pectore signora del Mediterraneo), freddo cinismo reazionario (officia Alfredo Rocco, consulente d’industrie covate dallo Stato), impresa futurista (Tommaso Marinetti, uomo da mercato e vaudeville). Scoppiata quasi dal niente una guerra europea, l’impasto virulento innesca febbri interventiste. Le infiorano profeti in cattiva giornata, vedi Gaetano Salvemini. Quel laconico cuneese tentava d’impedirla: l’Italia non ha motivo d’entrare nel mattatoio fumigante, né pare serio colpire gli alleati d’un trentennio; a parte gli aspetti morali, rischia l’osso del collo; bene che vada, uscirebbe stravolta. Lo pensano anche Senato e Camera ma fascisti ante litteram gli saltano addosso: manca poco che l’ammazzino, istigati dal poeta; era pronta la scala con cui espugnare l’appartamento. Lo salva un …

"Quota96. Dietro il no ragioni di bilancio, e non solo Ma così la scuola italiana continua a invecchiare", di Manuela Ghizzoni

Il personale della scuola italiana è il più maturo d’Europa, con la percentuale più alta di insegnanti ultracinquantenni e quella più bassa di under trenta. Occorre riflettere sull’invecchiamento di docenti e di personale Ata. Infatti, se è vero che possono contare su un’esperienza professionale ragguardevole, hanno sempre più difficoltà a stare al passo con il dinamismo della comunità scolastica e ad affrontarne le sfide: dall’inclusione dei ragazzi con disabilità a quella degli alunni non italofoni, dall’innovazione didattica alle esigenze dei nativi digitali, dall’apprendimento informale all’insegnamento per competenze. Pertanto, chi può lascia e, contrariamente al passato, presenta domanda di pensionamento appena raggiunti i necessari requisiti. Magari lo fa con rammarico, ma consapevole che a raccogliere il testimone ci saranno giovani motivati e preparati a sostenere le nuove prove della scuola. Un avvicendamento indispensabile e più urgente rispetto a qualsiasi altro settore del pubblico impiego, per ridurre la distanza anagrafica e generazionale tra docente e discente. Ma non tutti possono lasciare: per un «errore» contenuto nella riforma Fornero – scattata il 1 gennaio 2012 – 4000 tra …

"La maschera del patriottismo", di Bernardo Valli

Il patriottismo è difensivo; il nazionalismo è aggressivo. I due giudizi, benché non sempre applicabili, sono ormai classici. Samuel Johnson diceva che «il patriottismo è l’ultimo rifugio delle canaglie», ma sbagliava, pensava in effetti al nazionalismo, espressione che al suo tempo non esisteva ancora. Il patriottismo è comunque vecchio stile. È aristocratico. Mentre il nazionalismo è moderno, sempre attuale, e populista. Marine Le Pen ha confuso i due termini. Non è la sola. Capita a tanti. La presidentessa del Front National, in queste ore ai vertici della cronaca, ha minacciato di querelare chi definisce di «estrema destra» il suo partito, e ha suggerito di chiamarlo «patriottico ». POI, ripensandoci, ha preferito non a torto «nazional-populista ». Il termine ha radici nell’Ottocento (John Lukacs), ma riesumato e ammodernato (P. A. Taguieff) serve a indicare un movimento o una corrente di pensiero che difende il particolarismo identitario (l’individuo e non il cittadino); che si dichiara per il popolo contro le élite; che denuncia il multiculturalismo; e che rifiuta la globalizzazione. Più semplicemente che invoca il ritorno alle …

"Parità di genere, la sfida viene dall’Onu", di Valeria Valente e Pia Locatelli

L’umanità è composta da donne e uomini. Rispettarne l’uguaglianza riconoscendone la differenza è un segno di civiltà, che conduce alla condivisione del governo dei processi politici, culturali, economici e sociali. Si tratta di una scelta fondamentale, profonda, cui consegue chiaramente che le donne, al pari degli uomini, sono indispensabili per lo sviluppo economico e sociale dell’umanità e che la parità di genere e le politiche concrete di pari opportunità non sono il punto di vista di una parte o l’obiettivo proprio delle donne ma temi che riguardano tutti. A mettere nero su bianco che le donne sono «soggetto politico che vuole e deve partecipare ai processi di crescita e di sviluppo» indispensabili per consentire agli Stati e ai governi di raggiungere gli obiettivi del Millennio è l’Onu, in particolare la Commissione sulla condizione femminile alla cui 58esima sessione abbiamo partecipato in rappresentanza del Parlamento italiano. Da quel punto di osservazione, in cui ci siamo trovate per qualche giorno, il voto della Camera che ha bocciato gli emendamenti all’Italicum sulla rappresentanza di genere, è apparso ancora …

Ferrara – I professionisti dei beni culturali: nuovi protagonisti delle politiche culturali del Paese

Salone del Restauro di Ferrara – 29 marzo 2014, h. 10,00 I PROFESSIONISTI DEI BENI CULTURALI, NUOVI PROTAGONISTI DELLE POLITICHE DEL SETTORE Un incontro per favorire il confronto tra i professionisti dei beni culturali, archivisti, archeologi, bibliotecari, demoetnoantropologi, restauratori ed archeologi per stimolare la riflessione su quali politiche siano necessarie per le professioni del settore. Al dibattito parteciperanno i rappresentanti delle associazioni professionali ed esponenti del mondo politico e sindacale. Promuovono: Associazione Nazionale Archeologi ANA, La Ragione del Restaturo ARR., MAB Musei Archivi Biblioteche (ICOM Italia, ANAI, AIB) Con la partecipazione di: Archivisti in Movimento (ARCHIM), Associazione Bianchi Bandinelli, Assotecnici, Confederazione Italiana Archeologi (CIA), Storici dell’Arte in Movimento (St.Art.Im) In una fase in cui il patrimonio culturale italiano comincia ad assumere sui media e nel dibattito politico il ruolo che merita e in cui si fanno strada nuove proposte di gestione integrata dei beni culturali, appare particolarmente opportuno promuovere iniziative di confronto tra le principali associazioni dei professionisti del settore. La recente normativa in materia di professioni non organizzate (L. 4/2013 e Dlgs. 13/2013) e …

"Gli Usa e l’Ue volti in crisi dell’Occidente", di Gianni Riotta

Quanto tempo è passato dall’aprile 2009 quando il presidente Barack Obama, entusiasta per l’elezione, proclamava a Praga di volere «un mondo in pace, sicurezza e senza armi nucleari»? E quante stagioni son passate dall’aprile 2010, quando nella stessa capitale Ceca, Obama parlava con al fianco l’allora presidente russo Medvedev, definendolo «amico e partner…che condivide l’impegno di cooperazione»? Quanto in fretta America, Europa e Russia hanno logorato le speranze del dopo Guerra Fredda, mentre la crisi Ucraina vede la prima violazione di confini in Europa dalla caduta del Muro di Berlino. Obama ritorna in Europa, leader ridimensionato dalla forza della Storia, non più Dioscuro infallibile, «anatra zoppa» in minoranza nei consensi, accolto con diffidenza dagli alleati –che hanno detestato la sua performance nel caso dei metadati segreti Nsa-, con preoccupazione dai sauditi, che vedrà in chiusura della missione, delusi dalla Casa Bianca su Siria e Iran. E il Cremlino di Vladimir Vladimirovich Putin gioca sempre lo stesso bluff, mettere alla prova la risolutezza di Usa e Ue, come ai tempi di G.W. Bush in Georgia, scommettendo …