Mese: Marzo 2014

"Dagli alunni ai prof in crisi, vademecum per Renzi e Giannini sui mali della scuola", di Salvo Intravaia

Matteo Renzi ha messo al centro del suo mandato la scuola, come leva strategica per fare ripartire il Paese. Nel corso dei due discorsi alla Camera e al Senato in occasione del voto di fiducia al nuovo governo, il premier ha più volte citato la scuola e gli insegnanti. E, qualche ora dopo l suo incarico, anche la neoministra Stefania Giannini ha fatto sentire la sua voce con diversi interventi. Ma quale scuola ereditano Renzi e il suo governo? Cosa sarà realmente possibile fare per migliorare la situazione in cui operano insegnanti e alunni? Edilizia scolastica. Il primo punto che intende toccare il nuovo governo è quello dell’edilizia scolastica: 36mila edifici scolastici mezzi sgarrupati e con incidenti, anche di una certa gravità, quotidiani. Il Piano prevede di spendere almeno i 2,5 miliardi di euro già stanziati dal 2004 ma non ancora spesi. E, secondo la Giannini, si potrebbe arrivare anche a 4 miliardi sfruttando i fondi già disponibili, ma bloccati dal patto di stabilità, in tantissimi comuni. Dispersione scolastica. E’ una delle emergenze più gravi …

"Sbaglia chi pensa di essersi finalmente liberato del trio Tremonti, Gelmini, Sacconi", di Fabrizio Dacrema

Sbaglia chi pensa di essersi finalmente liberato del trio Tremonti, Gelmini, Sacconi. Se i primi due, almeno per il momento, sono fuori dalla maggioranza di governo, l’ex ministro del lavoro invece è transitato nel raggruppamento di Alfano e dalla presidenza della commissione lavoro del Senato cercherà di influire sui provvedimenti del nuovo governo della cui maggioranza fa parte a pieno titolo. A questo fine ha raccolto in un disegno di legge un concentrato delle ricette ideologiche del governo Berlusconi in tema di lavoro e formazione. In materia di lavoro l’obiettivo principale è la demolizione del contratto nazionale di lavoro attraverso la sua derogabilita’ anche individuale. In materia di formazione si propone il contratto di apprendistato a partire da quattordici anni e l’abrogazione della norme sul diritto all’apprendimento permanente. Il centro destra italiano ritiene sia inutile (e forse anche politicamente dannoso) innalzare il livello di istruzione del paese (obiettivo UE di almeno il 40% di laureati nella fascia di età 25-34 anni entro il 2020) perché il nostro sistema produttivo (95% di piccole imprese) domanda poche …

"Tre scenari per un conflitto", di Bernardo Valli

I Russi applicano la tattica dell’elettroshock, con scariche sempre più intense e pause sempre più brevi. Le convulsioni dovrebbero quietare, rendere più arrendevole il paziente, cioè l’Ucraina. Basta ripercorrere la cronaca recente. Sono avvistati mezzi blindati russi in prossimità di Kerch nel Sud del paese. A Kiev ci si chiede se non stia per scattare l’invasione delle province sud-orientali. LA TENSIONE fa galoppare l’immaginazione. La Crimea è già in mano russa, ma quelle unità sono abbastanza vistose da far pensare a un’operazione più vasta. Neppure un’ora dopo arrivano da Mosca le parole rassicuranti del presidente della Duma. No, almeno per ora, non si prevede un’invasione. Più tardi, nel corso della giornata, un’agenzia russa informa che il comando della Flotta russa sul Mar Nero di Sebastopoli ha lanciato un ultimatum alle forze ucraine di Crimea, accerchiate nelle loro basi. Entro domattina devono consegnare le armi. Un’altra mazzata. Poco dopo il Ministero degli affari Esteri precisa tuttavia da Mosca che la flotta russa del Mar nero non è coinvolta nella faccenda. Si incute paura, si rassicura, e …

"Ai beni culturali occorrono specialisti più che manager", di Vittorio Emiliani

Caro Giuliano Amato, la tua affermazione, contenuta nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 24 febbraio, “I nostri beni culturali hanno un bisogno spaventoso di manager” ha lasciato me e non pochi altri increduli. Possibile che un intellettuale raffinato come te, politico di lungo corso, a capo o membro di governi (che peraltro ai beni culturali hanno purtroppo guardato, soprattutto sul piano dei finanziamenti e degli incentivi, come all’ultima ruota del carro), non capisca che i beni culturali e paesaggistici hanno un bisogno «spaventoso» (e urgente, l’età media dei funzionari è sui 55 anni) di nuovi tecnici qualificati, storici dell’arte, archeologi, architetti, archivisti, bibliotecari? E che semmai è il turismo mosso dalla cultura ad avere un bisogno «spaventoso» di manager? La nostra promozione turistica è tragicamente frammentata e inadeguata, i nostri aeroporti fanno spesso pena, le nostre ferrovie, a parte l’Alta Velocità Milano-Roma-Napoli, fanno viaggiare malissimo, nel Sud ma pure in Umbria o nelle Marche interne, italiani e stranieri, strade e autostrade sono invase da Tir, camion, autobotti, la nostra rete alberghiera quota tariffe spesso …

"Renzi chiede ai sindaci info che il Miur ha già", di Emanuela Micucci

​L’edilizia scolastica passa attraverso lo scambio epistolare tra il presidente del consiglio Matteo Renzi e gli 8 mila tra sindaci e presidenti delle province, a cui il premier ha scritto per conoscere le condizioni dell’edilizia scolatica. Ma le informazioni che si cercano a mezzo lettera, il Miur già le possiede, anche se a volte incomplete. L’anagrafe dell’edilizia scolastica, nata nel 1996, proprio censire il patrimonio scolastico e il suo stato di conservazione utilizza i dati forniti da comuni e province a cui ora Renzi chiede le stesse informazioni. Non solo. Il mese scorso l’ex ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza ha dato il via alla riforma dell’anagrafe creando il Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes), costruito sulla base delle anagrafi regionali, quelle che 11 regioni già si erano date. Un’esigenza nata perché l’anagrafe nazionale non decollava, tanto che l’assenza di dati ufficiali e completi determinava balletti di cifre anche sul numero degli edifici scolastici: per l’Istat 49.990, mentre la commissione cultura della Camera ne conta 42mila. O discrepanze tra i 10mila edifici che andrebbero abbattuti …

Tullio De Mauro ricorda Mario Lodi: "Addio al maestro che giocava"

Il bambino impara giocando da quando nasce”, scriveva Mario Lodi, il maestro elementare, che ieri si è spento a 92 anni. “I suoi strumenti sono i sensi e la mente”, proseguiva introducendo, con molta semplicità, in una rivista per insegnanti, un bell’articolo di Luciana Bertinato sull’apprendimento di concetti scientifici nella scuola elementare. “Con i primi raccoglie i dati della realtà: i rumori, le forme, il tepore del seno materno, il sapore del latte, gli odori della casa, i colori, le voci. Con la mente confronta, riflette, ricorda. Conserva le sensazioni in ripostigli segreti dove possono restare per tutta la vita. Il suo metodo è corretto perché raccoglie dati, li confronta, li seleziona, formula ipotesi, le verifica, ricava sintesi. Restituiamo ai bambini la possibilità e il piacere di scoprire – giocando – concetti scientifici e abilità tecniche che li aiutino ad ampliare la loro cultura”. La sua meta è indubbia: aiutare i bambini e le bambine a conquistare i concetti più astratti e potenti. La via però non è quella, ancora non scomparsa, di un insegnamento …

"Mamme fuori dal mercato del lavoro: una su quattro lo perde entro due anni", di Laura Preite

Donne che rinunciano al lavoro per la maternità, donne che rinunciano alla maternità per il lavoro. Da dove la si guardi la condizione delle donne “fertili” è sempre più difficile. Tasso di natalità tra i più bassi del mondo occidentale, tasso di occupazione femminile ugualmente fra i più bassi, che continua a scendere come confermano gli ultimi dati dell’Istat, siamo arrivati al 46,4%. I dati resi noti dalla Cgil fotografano un piccolo pezzo d’Italia ma significativo: le Marche. Nella regione sono 573 le madri nel 2013 che si sono dimesse nel primo anno di vita del figlio, durante la gravidanza o dopo la nascita. Si tratta di dimissioni volontarie, convalidate dalle direzioni provinciali del lavoro, come obbliga la legge Fornero. Alle madri si aggiungono 70 padri. In tutto 643 lavoratori. Nel quinquennio 2009 e 2013 sono stati 2.980 di padri e madri che hanno perso il lavoro. A questo numero se ne aggiunge un altro, difficile da quantificare, di mamme con contratti precari (che non devono convalidare alle direzioni provinciali). Un 18% trova un altro …