"La lite a colpi di tweet fa tremare il Tesoro", di Roberto Petrini
La scrivania che fu di Quintino Sella non è stata ancora completamente sgomberata dalle ultime carte dell’ex ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni. Il cambio della guardia è ancora fresco. In altri tempi il passaggio di consegne si sarebbe svolto in un clima di segreta e composta sobrietà. Invece il ciclone della nuova politica Speedy Gonzales, a colpi di sms, veloce come la luce, che ha nel mirino burocrazie e vecchi riti, coinvolge anche le austere stanze del palazzo umbertino di Via Venti Settembre. Dove la consegna del silenzio è cosa d’altri tempi. E’ bastata l’accusa del presidente del Consiglio Matteo Renzi al suo predecessore, e ormai aperto nemico, Enrico Letta di non averla raccontata giusta sui conti pubblici, a seguito dell’ennesimo schiaffo di Bruxelles all’Italia, che è arrivato il botto. Chiamato in causa, come massimo responsabile del bilancio dello Stato, l’ex direttore generale della Banca d’Italia e ministro dell’Economia, ha rotto tradizioni e consuetudini: dal suo smatphone ha spedito cinque tweet (a Enrico Letta, ma erga omnes) per difendersi: commenti «immotivati e incomprensibili», quelle della …