Mese: Marzo 2014

"Le italiane meritano un 8 marzo di cambiamento, a partire dalla vita pubblica", di Roberta Agostini

Se chiediamo una legge elettorale che contenga norme per favorire la presenza femminile nelle istituzioni lo facciamo per una ragione politica generale e per un principio di civiltà che deve riguardare l’intero sistema politico. Le italiane meritano un 8 marzo di cambiamento, a partire dalla vita pubblica. L’8 marzo non può essere nel nostro paese una celebrazione retorica o una festa. Le statistiche ci raccontano puntuali della difficoltà delle donne italiane, delle vite precarie delle generazioni più giovani, delle disparità salariali, delle difficoltà di carriera, dell’impossibilita di tenere insieme famiglia e lavoro. È di qualche giorno fa la ricerca Istat sul capitale umano che evidenzia come quello dello donne nel nostro paese valga la metà di quello maschile a causa delle massicce percentuali di disoccupazione. E l’istituto europeo per la parità di genere, colloca l’Italia al ventitreesimo posto su 27 paesi nella graduatoria delle pari opportunità tra uomini e donne. Ma le donne italiane, la loro quotidianità, le loro speranze, le loro capacità sono anche il cuore di un progetto di rinascita per il paese. …

"E voi maschi dove siete?", di Sara Ventroni

Buongiorno, uomini. Questo otto marzo è a voi che parla. Oggi noi donne, di ogni schieramento politico, siamo di vigilia. Oggi noi donne siamo in attesa di sapere cosa ne sarà dell’emendamento alla legge elettorale Italicum, sottoscritto da una maggioranza trasversale di donne per garantire l’effettiva parità nella competizione, in termini di eleggibilità concreta. Cose fruste, lo sappiamo. Ma essenziali, lo sapete. Eccome se lo sapete. Per questo ci si ritrova sulle barricate. Noi donne non siamo le vostre metafore migliori. Non siamo il vostro spot vincente. Qui si parla di politica, qui si parla del futuro del Paese. Mentre siamo in attesa che si compia la speranza di passare, finalmente, dalla democrazia formale a quella sostanziale – senza privilegi, senza quote, senza tutele – semplicemente rimuovendo gli ostacoli e gli artifici che risospingono caritatevolmente le donne ai piedi di lista, aspettiamo da voi una mossa, perché da oggi, ormai è chiaro a tutti, la questione delle relazioni tra uomini e donne – la loro differenza, nelle fondamenta della vita civile – è la questione …

"L’Italia e il coraggio di essere  donne", di Mario Calabresi

L’ 8 marzo del 1968 alla Camera dei deputati le parlamentari erano soltanto 19 su 630. Oggi sono 198, il 31 per cento dell’emiciclo, più del doppio di soli dieci anni fa. Un cambiamento storico che rischia però di essere messo in discussione dalla nuova legge elettorale che, se non sarà modificata in corso d’opera, le riporterà ad essere meno di un quarto. La discussione di questi ultimi giorni ha il merito di averci aperto gli occhi sulla fragilità di conquiste che vorremmo definitive e acquisite ma che in verità non lo sono. E se alziamo lo sguardo e facciamo il punto su quest’ultimo anno vediamo che la violenza sulle donne non diminuisce, che i numeri dei femminicidi, nonostante il varo di una legge importante che aspetta di essere attuata in tutti i suoi aspetti, non calano e che sette vittime su dieci avevano denunciato la situazione in cui si trovavano, ma questo non è bastato a salvarle. Se guardiamo avanti invece dobbiamo fare i conti con una crisi che impedisce a un numero crescente …

"L’otto marzo amaro dell’Italia condanna del Consiglio d’Europa “Aborto, violati i diritti delle donne”, di Maria Novella De Luca

L’Italia calpesta la vita delle donne. Altro che mimose. In questo amaro otto marzo che racconta un paese senza parità e senza lavoro, assediato dai femminicidi e dalla piaga delle dimissioni in bianco, un duro documento del Consiglio d’Europa condanna il nostro paese per aver violato la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Con un provvedimento che sarà reso pubblico oggi, il “Comitato europeo dei diritti sociali”, organismo del Consiglio d’Europa, afferma: «A causa dell’elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza, l’Italia viola i diritti delle donne che alle condizioni prescritte dalla legge 194 del 1978, intendono interrompere la gravidanza». È la prima volta che l’Europa condanna con tanta chiarezza il nostro paese per la disapplicazione della legge sull’aborto, riconoscendo, finalmente, che pur esistendo ancora sulla carta, l’interruzione volontaria di gravidanza è di fatto ormai impossibile in intere regioni d’Italia. Le donne sono costrette a migrare di provincia in provincia perché centinaia di ospedali hanno ormai chiuso i reparti, ma in tante, troppe, respinte dalle strutture, e ormai fuori dai tempi consentiti per …

"L’ultima arma di Mosca: tagliamo il gas all’Ucraina", di Bernardo Valli

È IL dialogo dei sordi. Barack Obama ha chiesto a Vladimir Putin di autorizzare contatti diretti tra il governo russo e quello di Kiev, di consentire agli osservatori internazionali di lavorare in Crimea, e, sempre in Crimea, di far rientrare le truppe russe nelle loro basi. Questo dice il resoconto della Casa Bianca dopo il lungo colloquio telefonico dei due presidenti. MA POCHE ore dopo il Cremlino dà la sua versione, che non è la stessa. Vladimir Putin ha denunciato, parlando con Barack Obama, un colpo anticostituzionale a Kiev e ha sottolineato che la Russia non può ignorare, nel rispetto delle leggi internazionali, gli appelli provenienti dalle province sud-orientali dell’Ucraina sottoposte a “decisioni illegittime”. Le relazioni russo-americane, ha proseguito Putin, sono tuttavia troppo importanti per la sicurezza globale e non possono quindi essere sacrificate per rincorrere problemi internazionali particolari, anche se di rilievo. Dalle note dissonanti, diffuse dalla Casa Bianca e dal Cremlino, appare evidente che Obama e Putin hanno ribadito per più di un’ora le loro posizioni senza portare elementi distensivi alla crisi. La …

8 marzo, deputate “Con la nuova legge più donne nelle Istituzioni”

“In occasione della Festa della donna ribadiamo la necessità della modifica dell’Italicum”. Le parlamentari modenesi del Pd Manuela Ghizzoni, Cècile Kyenge e Giuditta Pini sono tra le firmatarie della lettera aperta, promossa dalla coordinatrice nazionale delle Democratiche Roberta Agostini, con cui, trasversalmente, le parlamentari chiedono che nella nuova legge elettorale, ora in discussione alla Camera, venga garantita l’equa rappresentanza dei generi. ““Non possiamo pensare che la questione “legge elettorale” – confermano Ghizzoni, Kyenge e Pini – sia chiusa senza prevedere norme capaci di garantire nuovi spazi alle donne. Quest’anno l’8 marzo delle democratiche non può che essere all’insegna della “democrazia paritaria”. “Un 8 marzo che festeggiamo ribadendo il nostro impegno a varare una nuova legge elettorale che preveda regole cogenti per promuovere la presenza femminile nelle Istituzioni”: le deputate Pd modenesi del Pd Manuela Ghizzoni, Cécile Kyenge e Giuditta Pini sono tra le firmatarie della lettera aperta, promossa dalla coordinatrice nazionale delle Democratiche Roberta Agostini, con cui, trasversalmente, le parlamentari chiedono ai segretari e ai leader dei partiti che nella nuova legge elettorale venga garantita …

"La politica non è solo per uomini", di Massimo Adinolfi

“La parità di genere non si impone per legge” ha stabilito Maria Stella Gelmini, e per questo Forza Italia non si è dichiarata disponibile agli emendamenti che invece ne accolgono il principio, imponendo ad esempio l’alternanza uomo/donna in lista e la metà dei capilista donne. Forse, se all’ex ministro avessero chiesto della festa della donna, che cade domani, avrebbe proseguito contrariata osservando che nemmeno quella si può imporre per legge. Si può imporre infatti di festeggiare qualcuno o qualcosa, conculcando il diritto di libertà di chi invece proprio non vuol far festa? EvidentementeNO: perciò via la festa. E forse anche: via quel senso di vincolo collettivo, pubblico, che si cerca di affidare ai gesti e alle manifestazioni dell’8 marzo. A pensarci bene, poi, le parole della Gelmini sono un filo pleonastiche: non solo, avrebbe dovuto dire, le quote rosa non si impongono per legge, ma non si impone niente a nessuno. Non è questione di imposizione, insomma. Bensì di cortesia, di buona volontà, di garbo e, perché no? di cavalleria. Il tutto messo in un …