Mese: Marzo 2014

"10 milioni di poveri. Altrettanti possono diventarlo", di Carlo Buttaroni

Dieci milioni di poveri. Altrettanti che vivono una situazione finanziaria che li porta ogni giorno a cercare di restare disperatamente aggrappati al ciglio di un piano inclinato che li spinge sempre più verso il baratro. È l’esercito dei disperati, di cui fanno parte, fra effettivi e riservisti, quasi 20 milioni di italiani. Un terzo della popolazione alle prese con debiti cui non riesce a far fronte, bollette da pagare e una quotidianità che ha alleggerito di molto il carrello della spesa. Dall’inizio della crisi, gli italiani diventati poveri sono più di 2 milioni, due terzi dei quali lo sono diventati negli ultimi due anni grazie alle politiche «lacrime e sangue». Non è difficile capire chi abbia versato sia le lacrime che il sangue, visto che i numeri sono spietati: il 10 per cento di quello che fu il nostro ceto medio, fatto di dirigenti, famiglie di impiegati con doppio reddito, commercianti e piccoli imprenditori, è scivolato verso la povertà. Poveri e «quasi poveri» che un tempo costituivano le fasce muscolari di un Paese che improvvisamente …

"Ma io insisto: ridurre l’Irpef", di Nicola Cacace

La possibilità di dare un sollievo ai milioni di cittadini alla base della piramide dei redditi, oppressi da una diseguaglianza eticamente indecente ed economicamente sbagliata, rischia di impantanarsi nel solito balletto italico: contentare tutti, senza risolvere nulla. Dopo anni di disoccupazione crescente, di consumi anche alimentari calanti malgrado l’aumento della popolazione (i consumi pro capite si sono ridotti molto di più), di milioni di operai, impiegati pensionati, lavoratori non dipendenti che non arrivano a fine mese, un provvedimento di taglio dell’Irpef per i redditi bassi (ma tutti i redditti bassi) sarebbe da privilegiare rispetto ad altre soluzioni in ballo come quella di tagliare «anche» l’Irap alle aziende. Quest’ultima ipotesi, infatti, sarebbe inutile e e ingiusta, perchè «dividere il pollo a metà» (un piccolo pollo, tra l’altro) non avrebbe quell’effetto shock sulla crisi che tutti dicono necessario e perché la crisi ha inciso sui salari e sui guadagni dei meno privilegiati più che sugli utili delle imprese medie e grandi. La ferita inferta dalla crisi alle masse è così grave che non servono pannicelli caldi, né …

"Salviamo i soprintendenti", di Andrea Carandini

Caro direttore, le Soprintendenze fanno discutere, sono ottocentesche, a volte fanno perdere la pazienza; ma non vanno abolite, anzi vanno rafforzate (semmai a danno della burocrazia centrale del Ministero), sostenute e ammodernate. A volte fanno perdere la pazienza agli speculatori, e allora fanno bene. Altre volte fanno male, come quando hanno autorizzato un bruttissimo Museo della Città a Palazzo Pepoli a Bologna( nessuno ha fiatato!) o dicono dei no che solo un certo fondamentalismo giustifica, che non risolvono i problemi della Domus Aurea e di Pompei. Delle Soprintendenze è lecito discutere, si può anche criticarle, perché i suoi funzionari, che sono i soldati della tutela e che vanno rispettati e ascoltati, non sono sacrosanti come i tribuni della plebe e sovente fanno qualche errore. Ma lo Stato non può assolutamente privarsene, per ragioni costituzionali, visto che la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale è uno dei principi primi sui quali si basa la nostra Repubblica. Alcuni funzionari hanno una mentalità invecchiata, fanno ogni sorta di difficoltà, servono più le loro idee che i bisogni …

"Per uscire dalla crisi ridisegniamo la scuola", di Benedetto Vertecchi

Alla base della crescita dei sistemi educativi c’è l’attesa del beneficio che può derivarne ai singoli e alle società nazionali. Può trattarsi di un beneficio morale (com’è stato per la promozione dell’alfabetismo conseguente alla riforma religiosa di Lutero), di carattere materiale (come risposta funzionale al bisogno di disporre di forza lavoro qualificata nelle società in fase di trasformazione produttiva) o, in molti casi, diun misto di benefici morali e materiali, com’è avvenuto in Italia dopo il raggiungimento dell’unità nazionale. Quel che è certo è che, se chi fruisce di educazione non collega al suo impegno qualche tipo di beneficio, non tarda a manifestarsi una caduta di motivazione, che finisce con lo sfociare in uno stato di crisi. Il malessere che attraversa la maggior parte dei sistemi educativi dei Paesi europei (o, comunque di cultura europea, anche se in altre aree geografiche) è in larga misura una conseguenza dell’esaurirsi delle dinamiche che avevano consentito l’espansione, non sostituite da altri fattori motivanti ugualmente carichi di implicazioni per le condizioni di esistenza individuali e per quelle sociali. Di …

"Le macerie degli imperi", di Timothy Garton Ash

Gli avvenimenti in Ucraina possono essere interpretati anche in maniera diversa: come l’ultima tappa della autodecolonizzazione d’Europa. Dopo la demolizione dell’impero sovietico gli europei hanno portato a termine l’opera già iniziata di smantellamento degli imperi austro-ungarico e ottomano. Compresi gli stati successori, come la Jugoslavia e la Cecoslovacchia. Ora è la volta dell’impero russo pre-sovietico. Pensate al presidente russo come a Vladimir, l’ultimo zar. Smantellare gli imperi è un bel problema. Non sono mica fatti col Lego, smontabili in blocchetti compatti, uno rosso qui uno giallo là. Su che base si decide quale gruppo di individui su quale pezzo di terra diventerà uno stato? Senza dubbio le affinità culturali, linguistiche, etniche e storiche hanno un peso. Come lo hanno i retaggi di accordi diplomatici internazionali da tempo dimenticati e le divisioni interne ad un impero o ad uno stato successore multietnico. Importantissime sono la volontà politica e la leadership sul territorio. Forse più importante di tutto è la sorte storica, quella “fortuna” che Machiavelli definisce “arbitra della metà delle azioni nostre”. È stato un misto …

"L'infelicità che acceca", di Mariapia Veladiano

Ero sola. Non potevano vivere in questa disperazione». Le parole per dirlo le ha trovate lei e forse raccontano tutta la verità possibile su questo dramma che non si può quasi pensare. Una mamma ha ucciso tre figlie, non ha ucciso un neonato che ha appena preso forma nella realtà esterna a sé e può ancora rappresentare l’informe delle paure di una mamma giovane, abbandonata o depressa. Questa volta si tratta di tre bambine, una è quasi una ragazza, tre persone, con un carattere ben preciso, piene di pensieri e progetti e anche capricci le due più piccole, ma ormai limpidamente persone. Amano la mamma, e anche lei le ama. Lo raccontano le sue cure, i vicini, addirittura i social network che continuano a riportare le sue belle parole di mamma innamorata delle figlie e le sagge mature parole della figlia più grande. Questo rimane, bisogna impedire che il male annienti il bene che c’è stato. Poi le ha uccise, una a una, e per farlo tre volte ci vuole un mare di quella disperazione …

Modena – Corso per le Amministratici: campagna elettorale istruzioni per l'uso

Circolo Pd Madonnina – Via Barchetta 186 Campagna elettorale: istruzioni per l’uso. Sei lezioni per imparare a comunicare in modo efficace le proprie idee, superando le timidezze ed evitando gli errori. Questo offre alle Democratiche il corso organizzato dalla Conferenza delle Donne della provincia di Modena attraverso lezioni frontali, testimonianze di donne della politica, esempi pratici ed esercitazioni di gruppo. L’obiettivo è rispondere a una semplice domanda: quali sono le cose da fare e quelle da non fare per vincere una campagna elettorale? A rispondere saranno politiche già esperte accompagnate da un team di professioniste della comunicazione che forniranno alle candidate strumenti concreti ed immediati per gestire la propria immagine politica e rafforzare la capacità comunicativa nel periodo elettorale. E poiché la presenza femminile in politica è un valore, impariamo a trasmetterlo efficacemente. III. ORGANIZZARE LA CAMPAGNA ELETTORALE Studiare il territorio e l’ambiente, analizzare gli avversari, costituire un team e un comitato elettorale con amici e vo- lontari, ricercare risorse,chiedere la preferenza. Senza pas- sione non si vince. Porteranno la loro esperienza: Manuela Ghizzoni, parlamentare …