"Lo shock e l'azzardo", di Massimo Giannini
Non è stato quel mercoledì da leoni che si poteva immaginare. Ma nemmeno quel giorno da pecora che si poteva temere. In un giorno solo, Matteo Renzi ha incassato un cospicuo «dividendo » politico. Il via libera della Camera alla riforma elettorale, che con tutti i suoi difetti materiali e costituzionali si rimette comunque in moto dopo otto anni di immobilismo. Il via libera del Consiglio dei ministri al pacchetto «lasvoltabuona », che con tutti i suoi svarioni tecnici e mediatici indica comunque la volontà di accelerare la fuoriuscita dalla crisi. Depurata da un tasso intollerabilmente alto di autocelebrazione retorica e propagandistica — che per troppe volte lo spinge a parlare di «rivoluzione impressionante per l’Italia » e di «passaggio storico incredibile» — il messaggio del premier in conferenza stampa oscilla tra lo shock e lo spot. Lo shock è evidente. Quando a dieci milioni di poveri italiani a reddito fisso, gravati da almeno cinque anni di saio fiscale, annunci uno sgravio in busta paga da circa mille euro all’anno a partire dallo stipendio del …