"La ricerca scientifica, le marche da bollo e gli scontrini del toner", di Marco Bella
Una collega negli ultimi cinque anni, ha portato all’Università contratti per mezzo milione di euro, completamente reinvestiti nel suo laboratorio. Ma, dal momento che la sua produttività scientifica misurata con i parametri Anvur sembra non essere sufficiente, non ha ottenuto l’abilitazione da professore associato, anche se insegna da anni. L’acquisto di un toner richiede una quantità di tempo enorme e ingiustificata: serve un preventivo, il Cig, poi la ricerca del prezzo migliore sul MEPA (Mercato Elettronico per la Pubblica Amministrazione). Non va meglio quando serve una marca da bollo. Di fronte a questi racconti, i colleghi esteri sono increduli. Per mettere i ricercatori in condizione di lavorare meglio si potrebbe almeno cominciare a rimborsare senza troppa burocrazia gli scontrini del toner. La differenza La differenza principale con l’estero può essere sintetizzata con il rispetto per il lavoro di ricerca e il vedere i ricercatori come una risorsa, non come un problema. Quando un’università estera assume un nuovo ricercatore, è consapevole di fare un importante investimento: quindi ha tutto l’interesse a metterlo in condizioni di lavorare …