Mese: Marzo 2014

"Tornano gli scatti d’anzianità nella scuola ma è “incubo esodati” per 4000 insegnanti", di Rosaria Amato

Resta lontana la pensione per gli “esodati della scuola”. La Ragioneria dello Stato ha bocciato la proposta di legge di Manuela Ghizzoni (Pd) e Maria Marzana (M5S) che avrebbe risolto la questione “quota 96”, permettendo di andare in pensione a circa 4.000 insegnanti bloccati due anni fa dalla riforma Fornero. Il problema sono le coperture (300 milioni di euro suddivisi in 35 nel 2014, 105 nel 2015, 101 nel 2016, 94 nel 2017 e 82 nel 2018): il Parlamento le aveva individuate nel “Fondo esodati”. Ma per la Ragioneria si tratta di una copertura inidonea, perché finanzia «oneri certi con economie di entità eventuale ed incerta. «È il solito rito — commenta il segretario della Cgil Scuola Domenico Pantaleo — l’ennesima proposta di legge che non viene accolta per la copertura finanziaria. E anche l’ennesima dimostrazione che la riforma Fornero è iniqua». Eppure la giornata in Parlamento si era aperta bene per gli insegnanti: la Camera ha infatti approvato in via definitiva il cosiddetto decreto salva-scatti, che proroga gli automatismi stipendiali del personale della scuola. …

Marianna Madia: “Subito il tetto al cumulo redditi-pensioni d’oro”, di Francesca Schianchi

Nei primi venti giorni da ministro ha scelto di non intervenire nel dibattito, anche quando è stata tirata in ballo per la sua gravidanza, rinviando il momento di dire la sua ai primi atti esecutivi del suo ministero. Così, ieri, dopo aver firmato una circolare che dà attuazione a una norma del precedente governo per cui i lavoratori pubblici non possono cumulare lavoro e pensione oltre 311 mila euro (lo stipendio del primo presidente di Cassazione), il ministro della Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Marianna Madia, ha deciso di raccontare cosa sta facendo. Partendo da un dato: che il suo primo atto sia questo, non è per niente casuale. Perché ha voluto questo come suo primo atto da ministro? «E’ una scelta politica, per segnalare una priorità: l’attenzione all’equità sociale e al tema di un’intera generazione esclusa. In un’epoca in cui oltre il 40% dei giovani non trova lavoro, un milione e mezzo di persone, tra pubblico e privato, cumula lavoro e pensione. Capisco chi ha pensioni basse, ma ritengo non sia etico quando il …

"Il Senato alla sfida della legge elettorale", di Andrea Manzella

Può darsi che il funambolo caschi al Senato. Ma non è ragionevole fare il tifo perché finisca nel vuoto. Il progetto elettorale avviato alla Camera, sotto la “dettatura” dei giudici costituzionali, ha certo, e ben visibile, bisogno di emendamenti e rammendi. Ma non di un insensato disfare. Il mestiere di una seconda Camera è appunto di riflessione e di garanzia. Il Senato ha una splendida occasione per dimostrare di poter fare questo suo lavoro, presto e bene, con visione di equilibrio istituzionale. Allontanando ogni tentazione di ostruzionismi aperti o nascosti: proprio perché gli vorticano intorno indefiniti progetti di sua radicale mutazione. Insomma, ogni cosa al tempo e nella corsia giusta. Oggi il Senato si trova in una eccezionale posizione di “terzietà”. Deve, infatti, rivedere e giudicare un progetto elettorale che riguarda solo l’altra Camera e da questa già approvato. Nulla che per ora riguardi direttamente la sua elezione, né tantomeno la sua struttura. Ma è logico che ci sia stata questa separazione nel procedimento legislativo elettorale? Sì, è logico. E non perché “tanto il Senato …

"Altro che quote rosa, è democrazia paritaria", di Francesca Izzo

E’ accaduto con la parola “femminicidio”: al principio c’era una resistenza fortissima ad usarla perché brutta e urticante, ma poi l’ha spuntata perché è l’unico termine appropriato per denotare l’uccisione di una donna solo perché è donna. Quando con una grande campagna di informazione si è chiarito che mariti, fidanzati, conoscenti le uccidono perché, aspettandosi acquiescenza e subordinazione, non riescono invece a tollerare la loro libertà e il loro rifiuto, allora il termine è diventato di uso corrente. Ecco ora siamo alle prese con un’analoga situazione, forse ancora più difficile. L’espressione che deve entrare nell’uso comune è «democrazia paritaria» ma deve combattere per affermarsi contro quella semplice e diffusa di «quote rosa». In questi giorni di quote rose se ne è scritto e detto a destra e manca per raccontare dell’iniziativa di un consistente numero di deputate di inserire nella nuova legge elettorale il principio della parità. Chi si è dichiarato a favore chi contro, ma tranne pochissime eccezioni, tutti a parlare di quote rosa. Appena qualche giorno fa, ad esempio, Gian Antonio Stella ne …

“In quelle onde l’eco del Big Bang” ecco l’ultimo segreto dell’universo, di Marco Cattaneo

C’è voluto un telescopio installato al Polo Sud e tre anni di pazienti osservazioni, per catturare il primo vagito del cosmo dopo il Big Bang, un flebile segnale arrivato fino a noi sotto forma di onde gravitazionali, lievissime increspature impresse nella trama della radiazione cosmica di fondo. A darne l’annuncio, dopo che da giorni in rete si rincorrevano voci di una scoperta clamorosa, è stato il gruppo di astrofisici dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, responsabile dell’esperimento BICEP2 (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization), guidato da John Kovac. Prevista dalla relatività generale di Einstein quasi un secolo fa, l’esistenza delle onde gravitazionali era stata confermata in modo indiretto nel 1974 da Russell Hulse e Joseph Taylor, insigniti del premio Nobel nel 1993, studiando sistemi di stelle binarie, ovvero coppie di stelle che orbitano una attorno all’altra. Ma il risultato ottenuto da BI-CEP2, installato fra i ghiacci antartici della Amundsen-Scott South Pole Station, sebbene sia ancora una misurazione indiretta, va molto oltre, perché non si limita a confermare l’esistenza delle onde gravitazionali, ma offre uno scorcio dell’universo …

"Stipendi, la grande incertezza", di Alessandra Ricciardi

La scuola, con il suo milione di dipendenti, è certamente il settore pubblico più interessato al piano da 10 miliardi di agevolazioni sui redditi da lavoro. Su cui però le incertezze abbondano: al Tesoro stanno ancora definendo la platea e la soglia da cui far partire la detrazione che consenta di avere mille euro netti in più l’anno: fissata a 25 mila euro (lordi) l’anno dal premier Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa della scorsa settimana, potrebbe anche salire a 30 mila, con la detrazione a scalare inversamente proporzionale al reddito. Sarebbe questa l’ultima ipotesi a cui starebbero lavorando tra palazzo Chigi, Tesoro e ministero dell’istruzione. Un bel colpo, soprattutto in vista del voto delle europee. Se così fosse, nella scuola gli interessati sarebbero ancora di più di quelli finora stimati: sotto i 25 mila euro lordi l’anno, per un netto mensile di circa 1500 euro, ci sono tutti gli assistenti tecnici e amministrativi e la metà dei docenti fino alla primaria, un terzo dei docenti delle secondarie. Complessivamente oltre la metà dei lavoratori …

"Il cambio di passo dell'Europa", di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Dopo circa 15 anni dall’ultima grande manovra di riduzione delle tasse, quella attuata nel 2000 dall’allora ministro dell’Economia Vincenzo Visco nel governo Amato, il nuovo governo Renzi ha deciso di tagliare le tasse ai lavoratori con basso reddito. Si tratta di un intervento da 10 miliardi di euro che interesserà circa 10 milioni di lavoratori i quali avranno un incremento del potere di acquisto di 80 euro mensili. È una scelta giusta attesa da tempo immemorabile che può rilanciare i consumi, passo fondamentale per sostenere la produzione, l’occupazione e gli investimenti delle imprese. Immediatamente sono divampate le polemiche: la Banca Centrale Europea ha redarguito il governo italiano perché non sta attuando quelle misure necessarie per ridurre l’enorme debito pubblico. La critica della Bce è inaccettabile per due motivi fondamentali. Primo, perché la Bce dovrebbe preoccuparsi di intervenire per ridurre il valore dell’euro che ormai è arrivato ad 1,4 rispetto al dollaro: l’euro forte sta distruggendo le economie meno competitive dell’Unione Monetaria rendendo vane tutte le politiche di riduzione del debito pubblico. Secondo, perché il risanamento …