"Tagli facili e tagli pericolosi", di Paolo Baroni
Arrivare a risparmiare 34 miliardi su un bilancio dello Stato che ne assorbe più di 700 sulla carta non dovrebbe essere un gran problema, perché alla fine stiamo parlando di un 5% scarso di spesa. Ciò non toglie che quello della spending review che il governo sta avviando si presenti come un vero e proprio percorso di guerra, fatto comunque di trabocchetti, ostacoli burocratici, prassi da scardinare, ma soprattutto volontà politiche da affermare e imporre ad ogni livello. Partendo dal presupposto che il Paese non può più permettersi sprechi, le 70 pagine messe a punto dal «commissario straordinario per la revisione della spesa» Carlo Cottarelli forniscono al governo il menù completo dei possibili interventi, da pure e semplici azioni di «efficientamento» a veri e propri tagli, come quelli ipotizzati sulle pensioni (e già esclusi da Renzi). Sarà banale dirlo, ma mai come in questa occasione il pallino è in mano alla politica. Al governo. Al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che già in altre occasione ha dimostrato che quando vuole sa e può procedere con …