Mese: Marzo 2014

"Fare i conti con l’Europa", di Massimo Adinolfi

Che non sia facile capire i termini del confronto tra il governo italiano e l’Europa lo dimostra la varietà di chiavi di lettura che ritroviamo nei titoli dei nostri quotidiani. Da chi sottolinea i sorrisi di sufficienza degli esponenti della Commissione, a chi enfatizza le dichiarazioni fiduciose e sicure del premier, agli interrogativi perplessi dei giornali tedeschi. Non è chiaro se siamo di fronte ad un aspro confronto o magari ad un gioco delle parti che nasconde una sostanziale condivisione di vedute. Il dubbio ha peraltro una sua base nell’aritmetica dei conti pubblici. Prima di aver letto il Documento di Economia e Finanza atteso per metà aprile, possiamo solo ragionare per deduzioni. Se il quadro dei conti è sostanzialmente quello del governo Letta (ma c’è il rischio che una crescita inferiore al previsto possa consegnarci risultati meno favorevoli); se tali conti già rappresentavano il massimo consentito nel rispetto di un percorso di convergenza al pareggio strutturale di bilancio come previsto dal fiscal compact; se rispetto a tali obiettivi il nuovo governo ha annunciato una riduzione …

"Università, il miraggio della laurea: ci arriva solo il 45,3% degli iscritti", di Salvo Intravaia

Studenti italiani bamboccioni o percorsi universitari ad ostacoli? Quello descritto dall’Anvur col Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2013, più che un disastro annunciato, appare un disastro conclamato. I dati parlano di carriere universitarie infinite, quando non si interrompono a metà. E di studenti “inattivi”, che si iscrivono e pagano consistenti tasse ma che poi non riescono a superare neppure una materia – o a conseguire crediti, come si dice più correttamente adesso – per un anno intero e forse più. Parcheggiati in attesa di fare altro o alle prese con un difficile adattamento al nuovo percorso di studi? Sta di fatto che, una volta iscritti all’università, in tutti gli altri Paesi europei gli studenti riescono a laurearsi prima dei nostri ragazzi. In Italia, la situazione descritta dai numeri appare piuttosto grave: il cosiddetto “tasso di completamento dell’istruzione universitaria” è pari al 45,3 per cento, contro il 79,4 del Regno Unito, il 72 per cento della Finlandia e il 64 per cento della Francia. Sarebbe anche questa la causa del penultimo posto …

Roma – Cittadinanza attiva – Premio delle buone pratiche di educazione alla sicurezza e alla salute Vito Scafidi

Roma 9.30 Inizio lavori Saluti Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università, della Ricerca* Relazione introduttiva Adriana Bizzarri, Coordinatrice Nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva 10.45 Interventi e premiazione delle scuole Modera Alex Corlazzoli, giornalista, maestro, scrittore Partecipano: Giuseppe Brescia, VII Commissione Cultura, Scienza, Istruzione – Camera dei Deputati Cinzia Caggiano , Fortunato e Paola Scafidi, genitori e sorella di Vito Elena Centemero, I Commissione Affari Costituzionali – Camera dei Deputati Manuela Ghizzoni, VII Commissione Cultura, Scienza, Istruzione – Camera dei Deputati Alessandro Mastrocinque, Vice Presidente Confederazione Italiana Agricoltori Antonio Morelli, presidente del Comitato Vittime S. Giuliano di Puglia Titti Postiglione, Dipartimento della Protezione Civile Giorgio Rembado, Presidente Associazione Nazionale Presidi Conclude Anna Lisa Mandorino, Vice Segretario generale di Cittadinanzattiva Saranno presenti studenti, insegnanti e dirigenti scolastici delle scuole vincitrici e di quelle che avranno ricevuto menzioni speciali, che illustreranno i rispettivi progetti. Nel corso della premiazione verrà presentato il filmato contenente le clips dei progetti vincitori e menzionati. Chiusura dei lavori ore 13.00

"Perchè l'UE rischia di tingersi di nero", di Piero Ignazi

Il Front national di Marine Le Pen in Francia e il Partito della libertà di Geert Wilders sono oggi i primi partiti dei rispettivi Paesi: entrambi sono accreditati di più del 20% dei voti alle prossime elezioni europee: il Fn sopravanza sia un partito socialista boccheggiante dopo la serie di passi falsi della presidenza e del governo, sia un partito gollista tramortito dagli scandali; e il Pvv di Wilders supera sia i liberali che i socialisti. Sulla loro spinta arriverà una compatta falange estremista al Parlamento di Strasburgo? Per quanto queste previsioni possano inquietare, i consensi che la destra radicale potrebbe conquistare in tutta Europa inducono a considerazioni meno pessimiste. In realtà la marea montante che tanto impressiona si limita ad alcuni Paesi. Alle ultime elezioni politiche svoltesi nei 28 Stati membri dell’Ue sono arrivati in Parlamento solo 11 partiti estremisti sui 18 che superano l’1% dei voti. Di questi 18 partiti solo la metà ha incrementato i propri consensi in rapporto alle precedenti elezioni: l’altra metà, invece, ha perso voti. E ancora, i grandi …

"Non pianti e sogni ma mete possibili. Cinque idee per rilanciare la cultura" di Gian Arturo Ferrari

Grami restano i tempi per la cultura, ma non privi di qualche spiraglio di luce. Che sarebbe sbagliato trascurare. Il presidente del Consiglio è tornato a più riprese e da varie angolazioni sul nodo educativo-formativo. Con passione e con calore, occorre dire, il che non è ancora nulla, ma è già qualcosa. Il provvedimento sull’edilizia scolastica, per ora solo un annuncio, ha certo un tonificante sottotesto cantieristico, ma l’idea che le scuole debbano essere decorose e possano anche essere belle è, per l’Italia, una rivoluzione. Anche la cultura insomma, da sotto il suo sudario di noia compunta, inizia a riscuotersi, percorsa dal vento dell’attesa. È il momento dunque di fissare alcuni punti e tirare alcune linee, a scanso di equivoci e di future delusioni. Primo: l’insieme e non le parti. Il vero è l’intiero, diceva il compianto Giorgio Guglielmo Federico Hegel, ossia la verità è il tutto. La cultura di un Paese, e nello specifico del nostro, è fatta certo di vari e diversi settori, ciascuno con le sue gelose peculiarità, ma quel che conta …

"Il valore prevalente dei servizi di cura", di Chiara Saraceno

Chi è gravemente invalido, perciò non in grado di provvedere da sé ai propri bisogni quotidiani (lavarsi, vestirsi, prepararsi il cibo, mangiare, andare in bagno, ecc.), ha diritto a ricevere un sostegno dalla collettività per far fronte, appunto, a questi bisogni? Nella maggioranza dei Paesi europei la risposta è affermativa. A prescindere dal reddito individuale o famigliare, a chi è gravemente invalido viene garantita una qualche forma di ausilio per poter svolgere le attività basilari della vita quotidiana. Le differenze tra Paesi riguardano da un lato il livello di generosità, dall’altro il modo in cui questo ausilio è garantito e i criteri per accedervi. In alcuni paesi — ad esempio quelli scandinavi e l’Olanda — esso è garantito tramite i servizi, residenziali o domiciliari, modulati a seconda della intensità del bisogno. In altri, come in Francia e più recentemente Spagna e Portogallo, sulla base del livello di invalidità viene definita una indennità che va spesa per acquistare servizi di cura certificati. In questa direzione si sta muovendo anche l’Olanda, in alternativa all’offerta diretta di servizi, …

"Ma il nodo è il Fiscal Compact", di Nicola Cacace

Ripetita iuvant! A pochi giorni di distanza dal monito di Angela Merkel a Matteo Renzi «bene la tua promessa di rispettare il vincolo del 3%, ma ricordati anche gli altri vincoli», stamane il commissario della Ue Barroso ed il presidente Van Rompuy hanno ripetuto il monito a Renzi «ricordati il rispetto anche degli altri vincoli». Quali sono gli altri vincoli? Il deficit zero del Pil, malauguratamente trasformato in art.81 della Costituzione e, soprattutto, il Fiscal Compact. Questo avviene mentre tutto il dibattito politico e mediatico italiano è incentrato sul 3%, sulla possibilità di sforare il deficit 2014 dall’attuale 2,7% al 2,9%, che significherebbe la possibilità di avere subito disponibili 3,2 miliardi per le riforme economiche. Perché si parla così poco degli «altri vincoli»? Perché non li si conosce? O è un pericoloso caso di «ignoranza attiva», quello che Goethe giudicava «non esserci altro caso più pericoloso»: i nostri politici non hanno ancora capito bene che non è il 3% il problema, Bruxelles ci potrà sicuramente concedere un 0,2% di sforamento purché noi ci impegniamo a …