La deputata modenese del Pd saluta i ragazzi che salgono sul treno diretto a Auschwitz. La deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, vicepresidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera, saluta i ragazzi che martedì 1° aprile saliranno sul treno diretto ad Auschwitz, il progetto promosso dalla Fondazione ex Campo di Fossoli e giunto ormai alla sua decima edizione. Ecco la sua dichiarazione:
«Ragioni organizzative impongono, ancora una volta, che il treno parta non a ridosso del Giorno della memoria, ma qualche settimana dopo. Eppure il grande valore dell’idea che sta alla base del progetto non viene scalfito: ripercorrere in treno quel lungo viaggio che dal campo di transito di Fossoli portava ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, quel viaggio dell’orrore che il Novecento, così apparentemente “moderno” e così temporalmente vicino, ha saputo partorire. Come ogni anno, desidero augurare “buon viaggio” ai ragazzi delle scuole superiori che si accingono a vivere un’esperienza che, sono certa, rimarrà a lungo nei loro cuori, oltre che nei loro occhi e rappresenterà un pilastro della loro coscienza civile. Credo che questo viaggio e l’accurata formazione che lo precede possano essere uno dei rimedi possibili ai due grandi rischi che oggi corrono le iniziative legate al ricordo della Shoah: da una parte quello che sia la retorica – e la celebrazione legata ad un giorno particolare – a sterilizzarne gli obiettivi istitutivi e, dall’altra, il come fare memoria dopo la scomparsa dei testimoni diretti. Sulla prima questione ci mette in guardia, con lucidità, il recente pamphlet di Elena Loewenthal che, ben oltre i momenti istituzionali, impone a tutti noi di praticare costantemente l’esercizio critico profondo, per comprendere come e perché l’Europa da culla del diritto sia potuta diventare sede in Terra dell’inferno. L’autrice tedesca Monika Held aggiunge un altro tassello: “Tutte le storie appartengono a tutti perché nessuna vada perduta”. Ebbene, voi ragazzi, oggi vi accingete a rivivere alcune di quelle storie di vita vissuta e di morte: d’ora in avanti esse apparterranno anche a voi e l’auspicio è che voi stessi, con la vostra nuova consapevolezza di quello che è stato, sarete il miglior antidoto affinché ciò non torni ad accadere».