Sono «vecchi» e spesso pericolosi, privi degli standard minimi di igiene, ma soprattutto scarsi anche quanto a sicurezza: eppure tutte le mattine ci mandiamo bambini e ragazzi. Gli edifici scolastici che il governo Renzi promette di voler mettere a posto – 3,7 miliardi d’investimenti chiedendo all’Europa di non conteggiarli ai fini del patto di stabilità – hanno bisogno di massicci e urgenti interventi. E per capire quanto, fino ad oggi, il problema sia stato rimosso basti dire che non esiste nemmeno un’Anagrafe ufficiale, pur prevista da una legge del 1996.
A tracciare un quadro della situazione – l’unico disponibile, tanto che è su questi dati che il governo sta lavorando – c’è però il rapporto Ance- Cresme sullo stato del territorio italiano e sugli insediamenti a rischio sismico e idrogeologico (dati 2012). Già dalle premesse s’intuisce la gravità del caso: oltre la metà delle scuole italiane è stato costruito prima della entrate in vigore della normativa antisismica del 1974 (il 59 per cento delle comunali e il 65 delle provinciali), 24.073 scuole si trovano in aree a elevato rischio sismico, 6.250 sorgono in zone a forte rischio idrogeologico. Nelle regioni del Sud il 45 per cento delle scuole si può considerare ad «alto potenziale » di pericolo (10.835 edifici), quota che scende al 22 per cento al Centro (5.185) e al 12 al Nord (2.985). Un po’ più equamente distribuito il rischio idrogeologico: coinvolge il 30 per cento delle scuole del Nord Est e del Sud, il 22 per cento di quelle del Nord Ovest, il 18 del Centro. Più sicure le isole (2 per cento).
Considerato che gli edifici scolastici pubblici censiti sono poco più di 44 mila (38.692 di competenza comunale. 5.449 che fanno capo alle province), il governo ritiene che circa un terzo del patrimonio (15 mila edifici) «presenti urgenti necessità di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza» (per 10 mila s’ipotizza addirittura la demolizione). Secondo una stima della Protezione Civile, per la sola messa in sicurezza servirebbero investimenti per 13 miliardi di euro, ma a tale esigenza andrebbero aggiunta la riqualificazione energetica e gli adeguamenti funzionali. Il 19 per cento delle scuole comunali e il 30,5 delle provinciali è stato costruito prima del 1940 e oltre la metà del patrimonio totale non è a norma. Nemmeno sugli incendi: il 66 per cento delle scuole comunali e il 63 delle provinciali manca perfino dei certificati di prevenzione.
La Repubblica 21.03.14