Premesso che:
domenica mattina 19 gennaio 2014, in località San Matteo – a valle della città di Modena – un’ampia falla nell’argine del fiume Secchia ha determinato la fuoriuscita di circa 13 milioni di metri cubi d’acqua, che hanno invaso il territorio circostante per circa 75 chilometri quadrati;
i comuni più colpiti sono stati quelli di Bomporto e di Bastiglia – nei quali l’acqua ha invaso anche i centri abitati – nonché Modena, San Prospero, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice;
detti comuni erano già stati duramente colpiti dagli esiti delle ripetute scosse telluriche del maggio 2012, in quanto i loro territori coincidono con una porzione significativa di quel cratere sismico;
a seguito dell’alluvione del 19 gennaio:
tra i volontari immediatamente intervenuti si è purtroppo registrato un morto;
migliaia di famiglie hanno abbandonato le proprie abitazioni ricercando una autonoma sistemazione, mentre oltre 1500 persone si sono rivolte ai Centri operativi comunali e più di 800 hanno ottenuto assistenza negli 8 Centri di prima accoglienza;
anche in considerazione dell’ampia estensione dell’area interessata dagli allagamenti, i rilevanti danni al patrimonio edilizio pubblico e privato, alle infrastrutture, alle attività industriali, artigianali, commerciali e agricole coinvolte, rendono drammatiche le condizioni di migliaia di famiglie e imprese: in particolare, sono 1.800 le aziende che hanno interrotto la produzione e oltre 5.000 gli addetti coinvolti nell’inattività forzata;
sono ben 2.500 gli ettari di produzioni agricole invasi dall’acqua, con danni ingentissimi alle imprese del settore, data la perdita dei raccolti, la distruzione di impianti ed infrastrutture e la necessità di dovere bonificare i suoli;
considerato che:
la prima stima redatta dalla struttura regionale assomma a circa 400 milioni di euro i danni arrecati dall’evento alluvionale mentre dai dati elaborati dall’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali (IRES) si evince che il sisma del 2012 ha comportato un danno diretto di circa 6 miliardi di euro, a cui si aggiunge il danno indotto sull’intera economia regionale stimato in 8,25 miliardi di euro di fatturato;
valutato che:
il susseguirsi di eventi calamitosi sta mettendo in ginocchio l’economia della zona di pianura della provincia di Modena, a forte vocazione manifatturiera e all’export da un lato, e con colture e produzioni di eccellenza che vantano un numero di certificazioni che non ha eguali nel Paese dall’altro;
ritenuto che:
la coincidenza di eventi sismici e alluvionali su un medesimo territorio e, spesso, su singoli soggetti, rende la situazione in tali aree assolutamente unica a livello nazionale
impegna il Governo
ad assumere un provvedimento d’urgenza destinato specificamente alle zone del modenese che nell’arco di soli 20 mesi sono state danneggiate prima dal sisma (maggio 2012) e poi dall’alluvione (gennaio 2014) affinché:
– si sblocchino immediatamente le risorse già stanziate per la soluzione del nodo idraulico modenese affinché siano realizzate tempestivamente le opere di adeguamento e messa in sicurezza;
– sia destinata, con urgenza, alla messa in sicurezza e alla difesa del suolo delle citate aree alluvionate quota parte delle risorse del Fondo delle politiche di coesione per interventi di messa in sicurezza del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico (art. 1, comma 7, Legge n. 147/2013).
– si escludano dal patto di stabilità interno relativo agli anni 2014 e 2015 le risorse provenienti dallo Stato e le relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute dai Comuni, dalla Provincia e dalla Regione per far fronte all’emergenza alluvionale, alle conseguenti opere di ripristino e ad opere di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico;
– si esentino i Comuni al tempo stesso alluvionati e terremotati dai tagli previsti dalla cosiddetta spending review o, in subordine, si allentino gli obiettivi fissati per gli anni 2014 e 2015 al fine di consentire un’adeguata risposta ai bisogni della popolazione derivanti da queste calamità;
– si definiscano tempi certi e modalità semplificate – anche mediante le amministrazioni territoriali competenti – per la concessione, tanto ai soggetti pubblici quanto a quelli privati (famiglie, imprese, associazioni, ecc.), del rimborso del danno effettivamente subito e dei contributi per il ripristino e la riparazione dei danneggiamenti, al fine di riprendere le normali condizioni di vita e dell’attività economica e produttiva;
– si disponga la detassazione dei contributi, degli indennizzi e dei risarcimenti e si attivino sistemi di finanziamento immediato per fare ripartire l’economia e la vita delle comunità coinvolte;
– oltre alla sospensione dei termini amministrativi, contributivi, previdenziali, assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria previsti nel decreto in parola, si preveda la sospensione del pagamento delle rate di adempimenti contrattuali, compresi mutui e prestiti, per l’anno 2014 e si dispongano le successive modalità affinché il pagamento degli adempimenti tributari e non tributari dopo la sospensione dei termini sia effettuato in forma rateale, senza applicazione di sanzioni e interessi;
– si integrino le risorse per gli ammortizzatori sociali in favore delle lavoratrici e dei lavoratori, costretti all’inattività;
– in aggiunta alle misure già disposte dalla Legge di stabilità 2014 per le zone colpite dal sisma 2012, si individuino misure di fiscalità di vantaggio, incluse le disposizioni del Regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006 , relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d’importanza minore (“ de minimis”), pubblicato nella G.U.U.E. L. 379 del 28 dicembre 2006 , al fine di corrispondere alle nuove e maggiori esigenze poste dalle imprese colpite dal terremoto e dall’alluvione;
– si utilizzino tutti gli strumenti a disposizione per fare fronte alla drammatica situazione delle imprese agricole alluvionate, dove, oltre ai danni ai raccolti, appaiono in molti casi compromessi impianti e strutture.
On. Manuela Ghizzoni