Dichiarazione dei parlamentari modenesi Baruffi, Galli, Ghizzoni, Guerra, Pini, Vaccari. I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Carlo Galli, Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra, Giuditta Pini e Stefano Vaccari chiedono di voltare pagina tutti assieme, a due settimane dalle primarie, giudicando “inaccettabili” le accuse rivolte ai Garanti del Pd: “Usare il termine “negazionismo” associandolo alla persona di Aude Pacchioni – dicono – è irrispettoso della sua storia e del suo valore, così come certi giudizi sono irriguardosi verso il lavoro continuato, approfondito e meticoloso, che i Garanti – sia quelli comunali che quelli provinciali – hanno svolto nel corso di queste ultime settimane”. Ecco la loro dichiarazione:
«Il Pd, a Modena come altrove, ha scelto la partecipazione di iscritti ed elettori per scegliere i propri candidati a sindaco: una scelta di democrazia che ci distingue da ogni altro partito e movimento. Ci siamo dati una cornice programmatica comune, delle regole e degli strumenti di garanzia perché la competizione non fosse il far west, ma un confronto aperto di idee e personalità. Sono passate ormai due settimane dalle primarie ed è tempo che le cose riprendano a funzionare: chi ha perso ha il compito di sostenere il candidato che ha vinto, mettendo a disposizione proposte, impegno e relazioni; chi ha vinto deve saper raccogliere anche le istanze degli altri candidati per costruire un progetto comune più forte, rappresentativo e autorevole. I problemi nello svolgimento delle primarie segnalati durante e dopo le votazioni, sono stati esaminati dagli organismi preposti, composti da esponenti democratici autorevoli votati dall’assemblea del Pd qualche mese fa: accostare il termine “negazionismo” a personalità come Aude Pacchioni, è irragionevole e irrispettoso di una biografia personale e di un’autorevolezza preziose, da sempre, per il nostro partito e per questa città, così come certi giudizi sono irriguardosi verso il lavoro dei Garanti svolto nel corso di queste ultime settimane. Ulteriori approfondimenti sono sempre possibili, ma intanto serve un scatto in avanti per voltare pagina tutti assieme: i modenesi non voteranno il Pd per le sue regole interne o per i verbali di una commissione, ma per come sapremo corrispondere ai loro bisogni e interpretare il cambiamento che ci viene richiesto. Persistere invece ancora sul piano del conflitto, anche personale, significherebbe pregiudicare il risultato del Pd, invece che adoperarsi tutti per tutelarlo da strumentalizzazioni e attacchi che hanno superato il livello di guardia. Fare del male al Pd a Modena ha riverberi negativi anche nel resto della provincia, da dove si guarda con crescente preoccupazione a polemiche che si vanno trascinando troppo a lungo. Noi chiediamo rispetto per il Pd e il suo popolo, per le regole che si è dato e per gli organi di garanzia di cui dispone e che hanno operato oggi come ieri con correttezza. E chiediamo a noi stessi come a tutti i democratici (dirigenti, iscritti, elettori) di aprire una campagna elettorale determinata, di ascolto e inclusiva, che parli di Modena e non del Pd, sapendo che l’avversario sta fuori e non dentro di noi. Lo vogliamo fare al fianco del candidato sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e di tutti i candidati del Pd sul territorio, molti dei quali già in campo nella costruzione del programma: insieme a Francesca Maletti, Paolo Silingardi e ai loro sostenitori, insieme a tutti coloro che vogliono come noi che a vincere sia il Pd e il centro sinistra. La precondizione per provare a vincere è quella di interrompere la polemica interna e, tutti insieme, riprendere il dialogo coi cittadini».