Giorno: 4 Marzo 2014

"Renzi chiede ai sindaci info che il Miur ha già", di Emanuela Micucci

​L’edilizia scolastica passa attraverso lo scambio epistolare tra il presidente del consiglio Matteo Renzi e gli 8 mila tra sindaci e presidenti delle province, a cui il premier ha scritto per conoscere le condizioni dell’edilizia scolatica. Ma le informazioni che si cercano a mezzo lettera, il Miur già le possiede, anche se a volte incomplete. L’anagrafe dell’edilizia scolastica, nata nel 1996, proprio censire il patrimonio scolastico e il suo stato di conservazione utilizza i dati forniti da comuni e province a cui ora Renzi chiede le stesse informazioni. Non solo. Il mese scorso l’ex ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza ha dato il via alla riforma dell’anagrafe creando il Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes), costruito sulla base delle anagrafi regionali, quelle che 11 regioni già si erano date. Un’esigenza nata perché l’anagrafe nazionale non decollava, tanto che l’assenza di dati ufficiali e completi determinava balletti di cifre anche sul numero degli edifici scolastici: per l’Istat 49.990, mentre la commissione cultura della Camera ne conta 42mila. O discrepanze tra i 10mila edifici che andrebbero abbattuti …

Tullio De Mauro ricorda Mario Lodi: "Addio al maestro che giocava"

Il bambino impara giocando da quando nasce”, scriveva Mario Lodi, il maestro elementare, che ieri si è spento a 92 anni. “I suoi strumenti sono i sensi e la mente”, proseguiva introducendo, con molta semplicità, in una rivista per insegnanti, un bell’articolo di Luciana Bertinato sull’apprendimento di concetti scientifici nella scuola elementare. “Con i primi raccoglie i dati della realtà: i rumori, le forme, il tepore del seno materno, il sapore del latte, gli odori della casa, i colori, le voci. Con la mente confronta, riflette, ricorda. Conserva le sensazioni in ripostigli segreti dove possono restare per tutta la vita. Il suo metodo è corretto perché raccoglie dati, li confronta, li seleziona, formula ipotesi, le verifica, ricava sintesi. Restituiamo ai bambini la possibilità e il piacere di scoprire – giocando – concetti scientifici e abilità tecniche che li aiutino ad ampliare la loro cultura”. La sua meta è indubbia: aiutare i bambini e le bambine a conquistare i concetti più astratti e potenti. La via però non è quella, ancora non scomparsa, di un insegnamento …

"Mamme fuori dal mercato del lavoro: una su quattro lo perde entro due anni", di Laura Preite

Donne che rinunciano al lavoro per la maternità, donne che rinunciano alla maternità per il lavoro. Da dove la si guardi la condizione delle donne “fertili” è sempre più difficile. Tasso di natalità tra i più bassi del mondo occidentale, tasso di occupazione femminile ugualmente fra i più bassi, che continua a scendere come confermano gli ultimi dati dell’Istat, siamo arrivati al 46,4%. I dati resi noti dalla Cgil fotografano un piccolo pezzo d’Italia ma significativo: le Marche. Nella regione sono 573 le madri nel 2013 che si sono dimesse nel primo anno di vita del figlio, durante la gravidanza o dopo la nascita. Si tratta di dimissioni volontarie, convalidate dalle direzioni provinciali del lavoro, come obbliga la legge Fornero. Alle madri si aggiungono 70 padri. In tutto 643 lavoratori. Nel quinquennio 2009 e 2013 sono stati 2.980 di padri e madri che hanno perso il lavoro. A questo numero se ne aggiunge un altro, difficile da quantificare, di mamme con contratti precari (che non devono convalidare alle direzioni provinciali). Un 18% trova un altro …

"Ci disegnano così", di Massimo Gramellini

Ma ti pare possibile, sospirava al telefono un amico dopo l’Oscar a «La Grande Bellezza», che per gli altri noi siamo sempre e soltanto la nostalgia del passato, la decadenza infinita, i monumenti che cadono, i mosaici che si scrostano, l’antica Roma e la Roma dei papi, entrambe manipolate nel ricordo e inscatolate dagli stranieri dentro una sequela di luoghi comuni? Ti pare possibile che di un’Italia senza gladiatori, pizzaioli, pittori, mandolinisti, tenori, sarti, ruffiani, avvelenatori rinascimentali e playboy della mutua non interessi niente a nessuno? Ti rassicura questo rinchiuderci in un eterno cliché per compiacere i pregiudizi degli altri nei nostri confronti? A tutte e tre le domande di quell’italiano riluttante ho risposto con un semplice monosillabo. Sì. L’autorevolezza in certi ruoli non si improvvisa. Noi per gli altri siamo ciò che venticinque secoli di storia hanno stabilito che fossimo: depositari distratti della grande bellezza e custodi approssimativi della memoria universale. Quando ci riusciamo, anche costruttori di benessere. Anni fa, alla delegazione tricolore che durante la visita a un importante organismo internazionale si lamentava …

"Quante mani sulla statuetta", di Natalia Aspesi

Non perché tricolore, ma perché immaginato, voluto, scritto, diretto, da un giovane uomo colto, geniale, di grande capacità visionaria, napoletano e romano, in grado di uscire dal provincialismo di cui è affetto il nostro cinema, di raccontare i nostri guasti e la nostra disperazione, le nostre bellezze e le nostre brutture, con lo sguardo e il talento di chi sa incantare e rendere comprensibile oltre i nostri angusti confini, la confusione che preme sul nostro Paese: anche citando, nel momento dell’Oscar, come suoi “maestri”, Fellini e Scorsese, i Talking Heads e Maradona, le figure colte e popolari che lui condivide col mondo. Se per 15 anni, dopo ben tre Oscar a Roberto Benigni e al suo La vita è bella, il cinema italiano, per decenni il più importante e venerato, non è più nemmeno riuscito a entrare nella rosa dei 5 finalisti (tranne La bestia nel cuore di Cristina Comencini, nel 2006), è dipeso spesso dal fatto che la commissione italiana sceglieva per gli Oscar un film per ragioni diverse dal suo valore; troppo mestamente …