"L’identità ucraina e gli errori dell’Occidente", d Paolo Soldini
Forse per aiutare davvero gli Ucraini la prima cosa da fare sarebbe quella di ragionare senza schemi e senza preconcetti. Nessuno nega le responsabilità che il regime di Viktor Yanukovich si è preso reprimendo nel sangue una protesta che, all’inizio, era davvero pacifica e prevalentemente animata da pretese ragionevoli. Nessuno ignora le colpe della Russia di Vladimir Putin, né la pericolosità delle sue mene per risuscitare a spese dell’«estero vicino» il sistema di relazioni che fu proprio dell’ex impero sovietico. Nessuno, però, dovrebbe contentarsi di denunciare le «contraddizioni», l’«inerzia» e (fino al massacro) il «disinteresse» dell’Europa e di tutto l’Occidente, come molti fanno in questi giorni, senza approfondire sostanza e ragioni di quell’atteggiamento colpevole. Non è vero che l’Unione europea sia stata «assente» nella crisi ucraina. L’Unione c’è stata, ma ha sbagliato. E lo stesso vale per gli Stati Uniti. Prendiamo due momenti della storia di questo «errore». Uno è molto recente: alla fine del novembre scorso il vertice europeo di Vilnius avrebbe dovuto sancire l’associazione dell’Ucraina all’Unione. La scadenza saltò perché Yanukovich rifiutò di …