Mese: Febbraio 2014

"La burocrazia. Un decreto “ licenzierà” i consiglieri di Stato", di Valentina Conte

Il governo Renzi è pronto a schierare la sua potenza di fuoco e di novità contro la burocrazia che incista i gangli dello Stato. Prendendo di mira per primi quanti saranno chiamati, nelle prossime ore, a insediarsi nei nuovi “uffici di diretta collaborazione” dei ministri, ritenuti dall’ex sindaco di Firenze parte del problema: lentezze, imbuti, tappi. Parliamo di capi di dipartimento, capi di gabinetto e capi degli uffici legislativi, in primis. Snodi reali del potere romano e altissime competenze, in grado di condizionare l’iter di formazione delle leggi, stravolgerne il dettato, allungandone non di rado l’applicazione con decreti attuativi diventati ormai il vero termometro delle riforme (anche perché spesso scritte male). A tutto questo, alle eminenze grigie, ai mandarini e agli altissimi burocrati, Renzi è pronto a mettere un freno. Così, prima ancora di delineare la già annunciata riforma della Pubblica amministrazione per il mese di aprile — dunque la mobilità dei dirigenti e il loro incarico a tempo — è deciso a dare un segnale sin da subito, in uno dei primissimi Consigli dei …

"Formazione e lavoro. L'Italia resta indietro", di Luigi Venturelli

Nello scorrere il lungo elenco di emergenze che raccontano la crisi del sistema produttivo italiano, il nuovo ministro del Lavoro avrà forse la tentazione di mettersi le mani nei capelli. Da dove cominciare? Tra le centinaia di vertenze aziendali e le altrettanti ricerche macroeconomiche che giacciono sul suo tavolo, il neoincaricato Giuliano Poletti troverà anche il XIV Rapporto sulla formazione continua realizzato dall’Isfol per conto del dicastero che presiede. E che finora, complice il delicato passaggio di governo, non ha ricevuto l’attenzione che merita. Perché descrive un’Italia agli ultimi posti in Europa per capacità di formare i propri lavoratori, di innovare i processi di produzione e di aggiornare le competenze professionali. Dunque, in ultima analisi, un’Italia che trascura uno degli strumenti chiave per superare la recessione. I DATI DEL RAPPORTO Tra la popolazione adulta di età compresa tra i 25 e i 64 anni, infatti, solo il 6,6% ha partecipato nel corso del 2012 ad iniziative di formazione o istruzione. Un dato che, se rappresenta comunque un passo avanti rispetto al 5,7% dell’anno precedente, resta …

"Kiev e le scelte dell’Europa", di Gianni Riotta

Nel romanzo «La Guardia Bianca», lo scrittore russo Michail Bulgakov ritrae la tragedia della famiglia Turbin a Kiev nel 1918-19, durante la guerra tra l’armata dei conservatori Bianchi, i Rossi bolscevichi, le effimere milizie del nazionalista ucraino Petlyura. I personaggi usano le due lingue come maschere politiche, proclamandosi fedeli a Mosca o Kiev nei giorni alterni dell’assedio. Oggi l’Ucraina conosce la seconda rivoluzione dopo il 2004 Arancione, ma, malgrado la fuga del presidente Yanukovich, irriso sul web per il grottesco palazzo con i water decorati da mosaici finto bizantini e il ritorno dell’ex eroina Tymoshenko, il quadro è fermo a Bulgakov: da che parte va Kiev, a Ovest con Bruxelles, o a Est, con Mosca? La mappa delle ultime elezioni è nitida, l’Occidente vota unito l’opposizione democratica, Est e Sud, dove si parla russo, stanno con Putin, spaccati a metà. Le speranze del 2004 Arancione sono perdute, la Tymoshenko discreditata, nessuno nella piazza che ha rovesciato il regime filorusso dell’ex teppista Yanukovich è leader maturo, non l’ex ministro dell’Economia Yatsenyuk, non l’ex pugile Klitschko. La …

Ma perché il merito vale solo per le donne?" di Fiorenza Sarzanini

Otto donne su sedici ministri, la metà esatta. Nasce così il governo guidato da Matteo Renzi. Ed è la prima volta che accade. Ma le consuetudini sono evidentemente difficili da superare e quando si arriva ad esaminare la componente femminile il livello di critica inevitabilmente si alza. I giudizi si fanno taglienti, addirittura sprezzanti. Soprattutto ci si sofferma sulla mancanza di esperienza di alcune, sull’incapacità (presunta) delle altre. Con la convinzione, neanche troppo velata, che siano state scelte per una questione di immagine, per ottenere un risultato politicamente corretto. L’Italia sta attraversando un momento difficile a causa della crisi economica, la questione dei marò ci ha esposti anche dal punto di vista internazionale. Nessuno è disponibile a concedere cambiali in bianco, tanto meno ad un governo nato con una «manovra di palazzo». Ma non si capisce perché,aprioristicamente, l’eventuale fallimento dovrebbe essere determinato — come già qualche analista prevede — dal fatto che «le ministre» non hanno (o non avrebbero?) le competenze giuste. Perché questo criterio non viene applicato anche per giudicare i loro colleghi? Come …

"La doppia sfida sull’economia", di Paolo Guerrieri

La posta in gioco del nuovo Governo è davvero alta. Se non riuscirà a riformare il paese il declino dell’Italia potrebbe divenire inarrestabile. La sfida è duplice: le riforme istituzionali e la ristrutturazione dell’economia. Due piani strettamente intrecciati che richiedono al governo Renzi una agenda snella e fatta di chiare priorità. Sul piano economico la strada è obbligata: il problema atavico del nostro indebitamento pubblico va affrontato attraverso il rilancio a pieno ritmo della crescita. Se il ristagno dovesse perdurare, non vi sarà modo di contenere il debito italiano e la sua ristrutturazione (default) diverrebbe inevitabile. E qui c’è un primo problema che il governo e il nuovo ministro dell’economia Padoan dovranno affrontare: l’anemia della ripresa in corso, attestata su dinamiche assai modeste intorno allo 0,5%, molto al di sotto dell’1,1% previsto nella legge di stabilità approvata a dicembre. Per accrescere la flebile ripresa servono due ordini di misure, in qualche modo complementari: fornire sostegno a breve termine alla domanda aggregata (consumi e investimenti), e incidere, nel medio periodo, sulle debolezze strutturali che limitano la …

“Ecco la mia idea di destra e sinistra”, di Matteo Renzi

C’È stato un tempo in cui a sinistra la parola “sinistra” era una parolaccia. Sacrificata al galateo della coalizione di centrosinistra, tanto da giustificare dibattiti estenuanti e buffi sul trattino, ricordate? “CENTRO-sinistra” o “centrosinistra” era la nuova disputa guelfi-ghibellini, tra chi pensava il campo progressista come un litigioso condominio, caseggiato rumoroso di partiti gelosi delle proprie convenienze e confini e chi, invece, vagheggiava il Partito-Coalizione, area politica aperta, il cui orizzonte schiudeva l’universo del campo progressista. In questo incrocio, che ha opposto due linee in parte intente a far baruffa ancora adesso, c’è il Partito democratico, la parola “sinistra” come un laboratorio, sempre in trasformazione, sempre ineludibile. Una frontiera, non un museo. Curiosità, non nostalgia. Coraggio, non paura. Erano quelli gli anni dell’Ulivo, il progetto di Romano Prodi di abbattere gli steccati che separavano gli eredi del Partito comunista da quelli della Democrazia cristiana, di una forza che raccogliesse istanze liberaldemocratiche, ambientaliste, in una nuova unità, una nuova cultura politica semplicemente, finalmente potremmo dire, “democratica”. Erano, nel mondo, gli anni della “terza via”, di Bill …

Bersani: «Anche la politica deve guarire», di Claudio Sardo

Pier Luigi Bersani sta bene. È dimagrito ma l’ho visto mangiare con appetito, rendendo il giusto onore a quegli straordinari tortelli piacentini fatti in casa. Sulla testa sono ormai pallidi i segni dell’operazione che ha bloccato la sua emorragia cerebrale: bisogna cercarli per riconoscerli. Gli sono pure ricresciuti i capelli (dove possono). Da quella drammatica mattina del 5 gennaio non ha più fumato: «Nessuno me lo ha imposto, ma visto che c’ero…». Il suo volto, le reazioni, lo sguardo sono quelli di sempre. E così la voglia di scherzare, che penso sia diventata per lui una sorta di autodisciplina, un modo per darsi un limite, per non prendersi mai troppo sul serio. I collegamenti con Roma tornano a farsi giorno dopo giorno più intensi, soprattutto attraverso il telefonino che ronza nonostante la moglie Daniela fulmini quell’oggetto con gli occhi. La passione per la politica resta per lui una carica vitale. S’arrabbia nel parlare del- le cose che non gli sono piaciute in questi giorni, a partire dai modi con i quali Renzi ha scalzato Letta …