"Il giorno del giudizio", di Massimo Giannini
NON serviva il genio della lampada, per capire che la difficile «coabitazione» tra Letta e Renzi non avrebbe retto alla prova dei fatti. Non serviva la malizia dei «disfattisti», per immaginare che la pazienza del premier temporeggiatore non sarebbe stata compatibile con l’urgenza del segretario riformatore. E infatti si avvicina il giorno del giudizio. Il 20 febbraio si capirà se il governo ha la forza per andare avanti, o se il Pd ha la forza per «cambiare schema». Cioè per «traslocare» il suo leader da Palazzo della Signoriaa Palazzo Chigi. Questa, dunque, è ormai la posta in gioco. Più ancora, forse, delle elezioni anticipate, che pure restano sullo sfondo. I «duellan-», per la prima volta riuniti l’uno di fronte all’altro in direzione, hanno provato a troncare le polemiche e a sopire i conflitti. Fino a un certo punto, hanno cercato di parlare d’altro, riducendo il dibattito al Nazareno a una surreale rimpatriata tra dorotei. Renzi e Letta sembravano Andreotti e Forlani, ricongiunti in una riunione di corrente che offende le intelligenze del partito e le …